Capitolo 13

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E' trascorsa una settimana.

Non vedo e non sento Sydney da quella notte qui a casa mia.

Nessun messaggio, nessuna chiamata.

Niente che possa davvero farmi stare bene.

Sono caduta in una specie di baratro, senza nessuno che provi a salvarmi.

Anche Ariel sembra essersi arresa, e se ne sta lì, seduta sul mio letto a limarsi le unghia smaltate di fucsia, la schiena poggiata alla tastiera del letto e la musica in sottofondo, proveniente dalla piccola cassa che si porta sempre dietro.

Io invece, guardo fuori dalla finestra, lo sguardo perso in questo ultimo giorno d'ottobre. Piove e tira vento.

È tutto nero come il mio umore.

Il polso poggiato sotto al mento e lo sguardo affranto di chi non ha voglia di vivere.

«Sai che ho prenotato il tatuaggio? » la voce di Ariel arriva come un eco lontano. Ha abbassato proprio sulle note di Disturbia di Rihanna.

Avverto il suo sguardo addosso, ma la ignoro, e rispondo semplicemente con unmmh per nulla udibile.

«Verrai con me, vero? Magari ti deciderai a fartene uno anche tu! » continua imperterrita. Il graffiare della lima sulle sue unghia, mi avvisa che ha finalmente distolto lo sguardo dalla mia figura inerme.

Un ennesimo mmh è la mia risposta alle sue chiacchiere, che onestamente, non sto neanche ascoltando.

«Per l'amor del cielo, Chanel! Ti sto parlando, cazzo! Vuoi pronunciarti? O vuoi continuare a vivere come un vegetale ? » eccola che sbotta.

Sapevo che sarebbe arrivato il momento. Il suo limite di pazienza è molto basso, molto più del mio.

Alzo gli occhi al cielo e mi volto pigramente per guardarla.

«Ariel, fammi il piacere. » le dico semplicemente, scoccandole un'occhiata di rimprovero. Poi torno ad accovacciare le gambe al petto, in posizione fetale.

La pioggia continua a venir giù, come se non volesse saperne di smettere.

Ariel si alza dal mio letto; i suoi capelli rossi sembrano una nuvola di fuoco, e per quanto è arrabbiata in questo momento, fa davvero paura.

«No, tu fammi il piacere, Chanel! Sono giorni che non esci di casa; e se non fossi venuta ioqui, in questi pomeriggi, saresti caduta in una depressione totale. Ma insomma, ne vale la pena?

Sapevi sin dall'inizio che sarebbe andata cosi, e ti avevo anche avvisata! Ma tu devi fare sempre di testa tua, perché sei una grandissima cogliona! Ti piace farti del male. E ti sei buttata comunque in una cosa più grande di te! Lo sai che non sei fatta per quel tipo di rapporto, ma va bene, provaci Chanel, tanto Sydney è cosi una brava ragazza. Si innamorerà di te! ' Andiamo, so benissimo che ti sei ripetuta queste cose decine di volte fino ad auto convincerti! Ma dimmi un po', ti ha mai detto che ti ama? Pensi che lei ora si stia piangendo addosso come stai facendo tu? Pensi che non stia mangiando, che non stia uscendo? Magari si è già scopata qualcun'altra e tu sei qui ad aspettarla! »

Ho cercato di mantenere la calma fino all'ultimo, ma quando quelle parole sono venute fuori con una cattiveria non da Ariel, sono balzata giù dal davanzale della finestra dove ero seduta, e stringendo i pugni lungo i fianchi l'ho guardata dritto negli occhi.

«Sta zitta! »

Non avevo mai usato un tono fermo e deciso come ora.

Ma la sola idea che Sydney sia andata con un'altra ragazza che non sono io, mi fa vedere tutto rosso.

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