Capitolo 24

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Ricordo quella sera di settembre.

Faceva ancora molto caldo, ma le giornate avevano cominciato ad accorciarsi, a fare buio molto prima.

L'estate ci stava lasciando, e un vago senso di malinconia accompagnava i miei giorni.

Non mi è mai piaciuto molto l'inverno e il freddo.

Anche se la prospettiva di passarlo con te, rendeva tutto più semplice.

Ma non potevo sapere che quella sarebbe stata l'ultima sera in cui avrei avuto quella prospettiva.

Eri passata da casa, avevamo fatto l'amore come al solito, e poi, a serata inoltrata, ci eravamo decise ad uscire e a raggiungere gli altri al bowling.

Indossavi una delle tue felpe preferite, una gialla col cappuccio.

L'aria era più frizzante di notte, ed era piacevole indossare le felpe.

Avevamo giocato con gli altri, ci eravamo divertite.

Eri persino andata al bar, e avevi preso due birre, una per me e una per te.

E per tutto il tempo, me ne ero stata lì, a guardarti piegare per lanciare la palla. E da grande giocatrice che sei, avevi fatto strike, colpendo tutti i birilli.

Ti eri rialzata, mi avevi scoccato un occhiolino, ed io mi innamoravo sempre di più.

Gli altri mi prendevano in giro, mi davano stupidi nomignoli che non stavo neanche ad ascoltare.

Ariel era l'unica che mi difendeva, e ogni tanto, per avermi un pò tutta per sè, le capitava di abbracciarmi nei momenti meno impensabili, finendo soltanto per farti ingelosire.

Quante volte avevamo litigato perchè tu non accettavi tutto quel contatto fisico? E quante volte ti avevo spiegato che non avrei mai potuto toccare nessun altra come toccavo te, e che Ariel era una cosa completamente diversa da una possibile conquista, ma era semplicemente la mia migliore amica.

Ma tu che potevi saperne, tutti i tuoi amici erano maschi. Le donne non sono fatte per esserti amiche.

Quella gelosa sarei dovuta essere io.

Però vedevo tutto offuscato, e lasciavo correre ogni tua rabbia insensata.

E quella sera ti aggrappasti a quella scusa.

Solo perchè avevi visto Ariel abbracciarmi da dietro, mentre tu eri intenta a tirare la palla.

Avevi anche fatto perdere alla tua squadra, perchè avevi sbagliato tiro.

Avevi tirato un calcio alla bottiglia di birra ormai vuota, e l'avevi frantumata in mille pezzi, facendo incazzare i propietari del bowling.

Poi ti eri avviata verso l'uscita, con una rabbia incontrollata.

Ed io ti avevo seguita, sapendo già che avremmo litigato.

Tu eri seduta sulle scale, la sigaretta stretta tra le dita e il mento rivolto all'insù, il cappuccio sollevato sulla testa.

« Sono stufa. » avevi detto, senza guardarmi neanche negli occhi.

Io avevo alzato gli occhi al cielo, e avevo incrociato le braccia al petto.

« Non ricominciamo, Syd. Ne abbiamo parlato un sacco di volte. » ti avevo risposto io, guardando dritto davanti a me.

Tu avevi tirato fuori la boccata di fumo e avevi continuato a non guardarmi.

Sentivo che c'era qualcosa che non andava.

E cominciavo ad avere paura.

« Sono stufa di tutto. Non solo per il motivo che pensi tu. » avevi risposto diretta, provocandomi una fitta al petto.

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