19. Sembra che ti sei appena fatta una canna, Williams

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DISCLAIMER: Questo capitolo contiene scene di violenza, se siete sensibili passate oltre. Non mi arrabbio <3

«Mamma sono a casa!» urlo non appena varcata la porta d'ingresso.

Getto il mio zaino a terra ed entro in cucina per cercare di capire dove sia mamma, dato che non mi ha risposto.

«Mamma! Ci sei?» la richiamo nuovamente.

Non insisto più di tanto, molto probabilmente si è trattenuta a lavoro. Mi giro per andare in cucina per prepararmi un sandwich ma di colpo sento dei rumori strani provenire dal piano di sopra, come dei lamenti.

«Mamma?» continuo a ripetere mentre salgo le scale che dirigono al primo piano.

«Sta zitta!» sento una voce maschile provenire da lì. È la voce di mio padre.

Cosa stava facendo alla mamma?

Inizio a correre per le scale, verso il piano di sotto e dalla mansarda, in un ripiano abbastanza alto, prendo un matterello che mamma usa solitamente per fare i dolci e salgo con quest'ultimo ben attaccato al petto, tenendolo con entrambe le mani. 

I rumori provenivano dalla stanza da letto di mamma quindi mi avvicino di soppiatto per non far sentire la mia presenza a nessuno dei due. La porta è leggermente aperta, tale da permettermi di vedere, anche se in maniera molto ristretta, cosa stia accadendo dentro.

Papà se n'era andato da un mese dalla nostra casa e non l'avevo più rivisto. Un essere spregevole come lui aveva solo un posto dove stare: la galera. Aveva tentato più volte di fare irruzione in casa, l'abbiamo visto io e mamma dalle telecamere installate da poco in casa. Mamma aveva anche richiesto un'ordinanza restrittiva ma lui non ne voleva sapere niente. Le aveva anche mandato un messaggio pochi giorni fa, uno di quei messaggi pieni di minacce ma del quale non sapevo il contenuto perché mamma aveva omesso di dirmelo.

La scena che ho davanti, appena apro leggermente di più la porta, mi lascia davvero scioccata. Mamma è stesa a terra e papà ha un coltello da cucina puntato alla sua gola che le intima di fare silenzio.

«Quella stupida ragazzina non deve sentirci? Hai capito lurida puttana?» la minaccia lui, posando il coltello a terra e afferrando bruscamente mamma per il collo della maglia. Lui alza la sua mano pesante e ingombrante in aria, facendola roteare da dietro il suo capo dritta sul viso candido di mia madre. Lo schiaffo è stato talmente forte che sobbalzo, togliendomi da quella visuale e tenendo stretti gli occhi per lo spavento. Il mio cuore batte come non mai e le mie mani iniziano a sudare

Non so per quale motivo ma decido di allontanarmi, scendo nuovamente di sotto a passo veloce e prendo in mano il telefono con le mani tremanti e sudate. Sento il cuore uscire dal petto, iniziano a tremarmi anche le gambe. Compongo sulla tastiera il numero della polizia e, ringraziando il cielo, non esitano ad accettare la mia chiamata.

«911, qual è l'emergenza?» mi risponde la voce di una donna dall'altra parte del telefono.
Io prima di risponderle vado in salone e accendo la televisione, per far credere a mio padre di non aver sentito niente di quello che stava accadendo al piano superiore.

«È in linea?» continua la signora, notando che non parlavo.

«Salve,» dico sussurrando, con voce tremante, «M-mio padre sta aggredendo mia madre.»

«È armato?» chiede la donna in totale serenità.

«S-si, ha un coltello da cucina con sé.»

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