26. Vai

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Questa mattina vedo Niall piuttosto agitato. Dopo che Harry ieri sera se n'era andato, io e il biondo non abbiamo scambiato molte chiacchiere. So che sicuramente il suo essere taciturno è dovuto al fatto che ieri mi ha trovata appollaiata sul divano con Harry, ma in realtà lui non sa il motivo per il quale io sono così silenziosa e non penso lo immagini.

Ho trascorso la notte senza chiudere occhio, a riflettere se dire o meno a Niall quello che sapevo o se continuare a far finta di niente. Ero giunta alla conclusione di dovergli accennare qualcosa, almeno della chiamata con Abby di qualche giorno fa e chiedergli spiegazioni.

Prima che inizi a parlare però vengo interrotta da Niall che mi precede. «Brook devo parlarti.» esordisce continuando a guardare il piatto sul quale pochi secondi fa c'era una vasta compagine di pancake. Contro ogni probabilità ora è lui che vuole parlare.

«Anche io stavo per dirti la stessa cosa.» sentenzio alzandomi da tavola e portando il mio piatto sporco nel lavabo della cucina.

«Posso iniziare io?» mi domanda timidamente. Io acconsento con il capo mentre mi risiedo di fianco a lui. «Non so da dove iniziare.»

«Da dove vuoi, Niall.»

Percepisco molto la sua tensione e agitazione. Ha un'espressione contrariata in volto e con il piede sinistro inizia a picchiettare velocemente il pavimento.

«Ti ho tenuto nascoste delle cose Brook, non avrei mai voluto, ma purtroppo è successo.»

«Okay.» esalo sospirando.

«Ho trovato un biglietto nel tuo cassetto.» spiega,  «So che sai di cosa sto parlando ma prima di intervenire fammi finire. Nella mia biancheria intima erano finiti dei tuoi calzini e li ho riportati in camera tua sistemandoli nel tuo cassetto dell'intimo. So che non avrei dovuto farmi gli affari tuoi ma ho notato quel foglietto e l'ho preso, ci ho fatto una foto e sta sera l'ho decifrato con Abby.»

«Con questo cosa vuoi chiedermi o dirmi, Niall?» lo esorto io nervosa.

Sono agitata.
Sono molto agitata. Voglio capire fino a che punto mi racconterà qualcosa.

«Perché non me l'hai detto? Andiamo Brook so che l'hai decifrato, l'ho capito dal fatto che lo avessi nascosto. Perché non me ne hai parlato?» sbotta lui palesemente agitato.

Io tento di mantenere la calma, «Non pensavo fosse una cosa importante, Niall.» faccio spallucce mentendo. Nonostante mi fossi convinta che quel messaggio era una banalità, dentro di me ho sempre saputo che era una cosa molto sinistra.

«Sei totalmente pazza, Brooklyn Williams.» sputa con tono severo, «Ti sei resa conto che quella è una minaccia di morte? E ti rendi conto che un assassino va girando per questa città come niente fosse? Ha ucciso prima l'insegnate di religione, cosa ti fa pensare che non voglia arrivare a te? O cosa ti ha fatto pensare che potevi omettere di dirmi queste cose?» sbraita.

Eccoci, ci risiamo. L'ennesima ramanzina. Ma non ribatto perché so che ha ragione. Lo so. Ho sbagliato, dovevo dirglielo.

Quel biglietto ha messo palesemente una bomba ad orologeria sulla mia testa, che può scoppiare da un momento all'altro e mi rendo conto di aver sottovalutato molto la questione. Sono stata davvero una stupida ingenua. Sono stata troppo presa dal turbinio di pensieri che ha avvolto e catturato completamente la mia mente.

«Non volevo nasconderti nulla Niall, non pensavo fosse così grave...» spiego tenendo gli occhi fissi sul pavimento per i sensi di colpa.

«Non pensavi fosse così grave? C'è qualcuno che ti minaccia di morte e non pensi sia così grave?» sbotta alzando il tono della voce.

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