Sento il clacson da fuori e intuisco che Hannah è arrivata.
Merda.
Prendo le prime scarpe che mi capitano a tiro e il chiodo di pelle che indossavo sta mattina buttato sul letto. Afferro il portafoglio, prendo le chiavi di casa e mi precipito fuori dall'edificio in fretta e furia.«Ciao Brook!» mi saluta Hannah dal finestrino della sua auto grigia.
«Ehi Hannah!» la saluto a mia volta entrando nell'auto.
«Come te la passi?» domanda una volta messa in moto la macchina.
«Non c'è limite al peggio,» rido, «E a te com'è andata?»
«Tutto bene...» dice vaga.
«Nah, con me non attacca. Che succede?» la incalzo.
«Ho litigato con Harry.» sbuffa.
«Ah, sai che novità.» esordisco ironica.
«Si ma ci sto male Brook.» mi risponde triste.
«Ma perché non lo molli?» domando più onesta che mai.
Quando si tratta di Harry non ho peli sulla lingua. Insomma, un uomo che fa stare così una donna non è un uomo.
«Non posso Brook.»
«Cosa vuol dire che non puoi?»
«No, cioè... Non voglio.» si corregge.
«Mh.» mormoro confusa.
«Il tuo rapporto con lui come va?»
cambia discorso.«Me lo stai davvero chiedendo?» rido.
«Si, scusa. Domanda inutile.» sorride, accostando vicino ad un marciapiede, «Arrivate.»
«Di già? Non ci abbiamo messo nemmeno 3 minuti.» dico ridendo.
«Ho optato per un bar vicino, così potevamo rimanere più tempo a spettegolare.»
«Giusto.» sorrido.
Una volta parcheggiata l'auto entriamo nel bar. È uno di quelli piccoli ma di buon gusto, ben curati e con una certa aurea di tranquillità che regna sovrana.
La prima cosa che noto appena entrata sono le sedie verniciate di un giallo accesso e i tavoli di mogano scuro.
Una signora anziana ci guarda da dietro il bancone dalla superficie anch'essa gialla, e sorride.
Ha capelli bianchi sciolti sulle spalle e occhi scuri, e continua a fissarci e a sorridere. Potrebbe sembrare inquietante infatti lo è, ma cerco di non pensarci e di soffermarmi sui dolciumi che hanno esposto sotto l'immensa vetrata del bancone.«Possiamo sederci?» chiede Hannah alla signora che continua a fissarci.
«Certo. Dove volete.» risponde lei sorridendo.
Hannah si siede al primo tavolino disponibile facendomi cenno di seguirla.
«Ti piace questo posto?» mi chiede.
«Si, è davvero carino.» le sorrido.
«Allora, dimmi un po', hai altre lauree oltre a quella di letteratura?» mi domanda.
«Ma perché ce l'avete tutti con la mia laurea?» dico ridendo ricordandomi della battuta fatta da Louis di ieri.
«Cosa?» ride con me.
«Anche ieri Louis ha fatto una battuta sulle mie "lauree". Non so, ho la faccia di una che ha più lauree?» ironizzo.
«Beh, si.» mi prende in giro.
«Gne, gne.» la schernisco, «Dimmi tu piuttosto, hai qualche laurea?»
«Salve ragazze,» ci interrompe la signora di prima, «Cosa posso portarvi?»
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Behind me
Fanfiction«Imparerai, a tuo danno, che la memoria del cuore è molto più profonda, longeva, temibile e intransigente rispetto a quella della mente.» Brooklyn Williams è una ragazza di ventiquattro anni. Si è trasferita da un anno ad Holmes Chapel, città tranqu...