25. Le pagine della nostra vita

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Di colpo sbianco.

Inizio a sudare freddo e a biascicare strappando dalle mani di Harry il cartone incriminato. Lui mi guarda con aria corrucciata ma sembra palesemente nervoso anche lui, data la mia reazione. Sicuramente mi prenderà per pazza, ma non mi importa.

«Brook, sei bianca cadaverica.» constata preoccupato. «Mi spieghi cosa vuol dire?»

Io non so cosa dirgli. Non so se confidarmi, non so se affidarmi a lui e spiegargli tutto.

Tirate le somme in realtà Harry sembra quello più vero e sono sicura che almeno lui non sia coinvolto nelle faccende losche di Niall e Abby. Dovrei dirglielo e sfogarmi con qualcuno ma qualcosa mi frena. La paura? La mancanza di fiducia? Non lo so. Ma ho proprio bisogno di parlagli, ho proprio bisogno di raccontare le mie emozioni a qualcuno e stranamente lui è l'unico che sembra essere pronto ad ascoltarmi.

«Harry,» comincio, «Non sono matta.»

«Questo lo so, Brooklyn.» afferma prontamente mettendomi una mano sulla coscia. Io mi sento avvampare di botto per il suo gesto tanto spontaneo quanto insolito. «Vuoi spiegarmi che succede?»

Io annuisco con forza e prendo un respiro profondo prima di iniziare. «Mi stanno succedendo cose strane ultimamente, Harry.» sospiro e lui mi fa cenno di continuare, «Tempo fa una signora si è avvicinata a me al supermercato. Mi sembrava una normalissima signora che mi ha chiesto solo di prenderle i cereali ma non appena mi giro per porgerglieli scompare.»

«Mh, ti ricordi come è fatta?» mi chiede, «Magari se la individuiamo possiamo dirlo a Niall e sapere-»

«Aspetta Harry. Ti prego, non dire nulla a Niall delle cose che ti sto raccontando. Nè ad Abby o agli altri. Ora ti spiego il perché ma ti supplico di non fare una parola. Mi sto fidando di te perché sembri l'unica persona fuori da tutti questi macelli.» spiego.

«Okay, ti do la mia parola.» afferma prontamente.

«Bene. Allora...Niall sa della signora, gliel'ho raccontando subito dopo, ma lui è stato molto evasivo e non ha dato una risposta concreta sul chi fosse. Dopo un bel po' di tempo, sarà passato più di un mese, la incontro nuovamente nel negozio di costumi dove siamo andate io e Abby per la festa di Halloween. Abby pagava e io stavo gironzolando per il negozio. Di colpo mi sento chiamare ed era sempre lei che mi ha detto una frase strana sulla memoria, e che la memoria del cuore è più intransigente di quella della mente o una cosa del genere.»

«Mh.» sentenzia parecchio pensieroso, «E cosa c'entra con Niall e gli altri?» chiede.

«Un attimo, ci arrivo.» esclamo roteando gli occhi al cielo, leggermente scocciata per la sua impazienza, «Comunque, il mese scorso quando siamo andati in centrale per l'interrogatorio della morte di Stacey ho trovato attaccato al portone dell'appartamento un biglietto. Ed erano tutte righe e puntini.»

«Come questo qui.» constata lui afferrando il cartone.

«Esatto.»

«E cos'è?» chiede guardandomi con un cipiglio sul volto.

«Codice morse.» sentenzio portandomi le ginocchia al petto.

«Sei riuscita a decifrare il bigliettino?» mi domanda.

«Si, ora te lo porto.» annuncio alzandomi dal divano per poi tornare dopo pochi secondi col biglietto in mano, «Eccolo» dico porgendoglielo.

«Mh, e cosa vorrebbe dire?» mi chiede rigirandosi il biglietto fra le mani.

«Dietro ho scritto la traduzione.» spiego.

Non appena legge il messaggio spalanca gli occhi e sbianca. Non l'ho mai visto così preoccupato e impaurito.

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