3. Carnevale di Rio

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Ho appena infornato le mie lasagne fenomenali. Mi allontano dalla cucina e vado verso lo scaffale dei vini.
Voglio che sia una serata carina, anche perché devo conoscere l'amico di Niall e sta mattina non scherzava quando diceva che ha tutti amici belli, perché è vero.

Mi gratto il mento, decidendo che vino prendere. Adoro i vini Italiani, infatti qui ce ne sono di ogni.
Montepulciano?
Cerasuolo! No... Il Cerasuolo è troppo pesante per la sera...

Alla fine opto per un buonissimo Bagnoli rosato, non troppo pesante.
Torno in cucina, prendo il cavatappi e a fatica stappo la bottiglia. Ho sempre odiato usare questo dannato aggeggio, è stregoneria pura dannazione!

Apparecchio in men che non si dica e appoggio sul tavolo il vino con i bicchieri per l'acqua e i calici.
Sinceramente non so cosa fare come contorno. La lasagna di per sé è molto pesante quindi di conseguenza non richiede un secondo piatto di carne o un tipo particolare di contorno.
Credo che condirò solo un po' di insalata ma ora ho bisogno di farmi una doccia rilassante per scaricare tutta la tensione di oggi.
Sono le sette e mezza, e ho molto tempo prima dell'arrivo del nostro ospite.

Entro in bagno e accendo l'acqua della doccia. Butto i miei vestiti sul pavimento, insieme alla biancheria intima ed entro come un fulmine in doccia.
L'acqua fredda mi scorre sulle spalle e finalmente posso buttare fuori un respiro di sollievo.

Spero che da oggi in poi la cosa si farà più semplice e piacevole. Non vorrei arrivare a fine mese priva di forze e di speranze.
Ci tengo a fare questo lavoro. È appagante aiutare i ragazzi a crescere sotto l'aspetto culturale e anche sociale, se la si pensa in questi termini.

Insapono i miei capelli con il mio adorato shampoo alle mandorle che ha un odore buonissimo. Ho sempre adorato le mandorle, sono così aspre e dolci allo stesso tempo. Come un po' la vita: prima ti fa assaporare le cose amare e poi, una volta che si è assicurata che hai imparato a sopportare l'aspro, ti lascia vaneggiare negli aspetti dolci e piacevoli.
Chiudo gli occhi cercando di scacciare via questi pensieri pseudo-filosofici e mi insapono anche il corpo.

Una volta che mi sono sciacquata per bene, stando attenta a non far rimanere alcuna traccia di sapone sulla mia cute, esco gocciolando dappertutto.
Apro uno dei cassetti sotto il lavandino e prendo un asciugamano grande che avvolgo intorno al mio corpo, e un asciugamano più piccolo con il quale raccolgo i miei capelli a mo' di turbante.
Prendo la mia amata crema alle rose e la spalmo sul viso stando attenta alla cicatrice che ho poco prima della mia tempia destra.
È quasi impercettibile, perché ringraziando il cielo riesco a coprirla con i capelli.

Risale all'anno scorso, quando come una deficiente stavo guidando ubriaca con Niall, ubriaco anche lui, sul posto del passeggero. Lui era conciato davvero male, anche io lo ero ma non potevo lasciare che lui guidasse l'auto.

Ho ricordi sfocati di quella sera, so solo che un'altra auto, anch'essa con il conducente ubriaco, ci ha presi in pieno.
Niall per fortuna non si era fatto nulla, invece io sono stata ricoverata e rilasciata tre giorni dopo.

I ricordi di quei giorni mi appaiono completamente appannati, forse perché il mio cervello vuole rimuovere quella sera dalla mia testa.
Mi do la colpa di quello stupido incidente, è ovvio. Non dovevo bere e non dovevo guidare. Avrei dovuto chiamare qualcun altro. Ma non l'ho fatto ed è tutta colpa mia. Ed è per questo che odio questa cicatrice, come odio la cicatrice sulla mia gamba sinistra.
È la cosa che odio di più di me e di me odio molte cose.

Ogni volta che penso che il suo autore è mio padre mi viene da vomitare. Non riesco a capacitarmi di quello che mi ha fatto, di quello che ha fatto alla mamma. Ogni tanto lo sogno, come se la mia mente volesse tenermi in agonia per sempre, come se me lo meritassi tutto quel dolore.
Ho sempre paura di ritrovarmelo in casa, o al supermercato, o dovunque io vada, mentre mi sta aspettando con un altro coltello in mano per farmi finita.

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