Capitolo 32

403 56 17
                                    

Squilla il telefono.

Il brutto presentimento di poco prima si è trasformato in autentico terrore. L'idea di estrarre il telefono dalla tasca e la possibilità di vedere un numero sconosciuto sullo schermo la paralizza.

Si fa coraggio perché qualsiasi cosa sia successa prima o poi dovrà affrontare la realtà.

Si porta la mano destra alla tasca della giacca e afferra l'Iphone con gli occhi già velati dalle lacrime. Lo sa che è una reazione assurda quella che sta avendo. Si sta immaginando uno scenario tragico ancora prima di averne avuto la conferma e questo non è da lei. Solitamente non si lascia prendere dal panico, ma questa giornata è diversa. È uscita di casa in silenzio, ha lasciato la biondina da sola costringendola ad uscire per farla venire fin lí e tutto per cosa?

Inspira ed espira cercando di calmare il battito accelerato del suo cuore e volta il telefono per vederne lo schermo.

Chiamata in entrata: Rubí ♥️

Sblocca il telefono e schiaccia il tasto verde.
La voce all'altro capo del telefono la fa scoppiare a piangere nel silenzio della saletta.

"Ehi, mi amor, sono qua fuori e piove da matti...tu sei già dentro?", dice Maggie con dolcezza.

Najwa si asciuga le lacrime prima di rispondere, ma non riesce a nascondere la voce rotta dal pianto.
Non ha mai desiderato tanto stringere la biondina tra le sue braccia come in quel momento.

Per un minuto buono rimane in silenzio e Maggie non capisce se la linea sia disturbata o se Najwa sia semplicemente rimasta in silenzio e non voglia parlare con lei.
Poi la sente singhiozzare sommessamente all'altro capo del telefono.

"Estás llorando?", chiede cercando di usare un tono di voce rassicurante, che la faccia calmare.

Najwa si schiarisce la voce. Vorrebbe parlare, ma tutto quello che riesce a dire è un "Espérame!" e Maggie annuisce anche se lei non può vederla.

Si alza di scatto dalla sedia e si precipita fuori nella piazza che ormai è quasi deserta per via della pioggia.
La vede ferma in piedi davanti alla porta della libreria. Il suo ombrellino blu è zuppo e i capelli sono umidi, segno che l'ha aperto troppo tardi.

Maggie sorride ma non dice nulla. Non sa esattamente come comportarsi dopo quello che è successo.

Najwa è ancora arrabbiata? Oppure...?

Ora che la guarda negli occhi si rende conto che in realtà è preoccupata, o meglio, terrorizzata. Terrorizzata da qualcosa che lei non riesce a comprendere. Non può sapere che la sua fidanzata ha passato gli ultimi quindici minuti credendola ferita o peggio, morta, in un incidente stradale.

Si avvicina lentamente e le posa una mano sulla guancia. La accarezza con le dita e Najwa non le dà il tempo di fare altro che le cinge i fianchi con un braccio e la stringe a sé baciandola.
Un bacio che le toglie il respiro e in cui si lascia andare completamente perché ne ha bisogno, ora più che mai.

Quando quel contatto si rompe, Maggie è la prima a parlare.

"Lo siento, mi amor. Estás bien?", chiede appoggiando la testa sulla sua spalla.
Najwa sorride. Per la prima volta in quattro ore sorride davvero. E vorrebbe baciarla ancora, ma si trattiene.
La guarda.

"Ahora estoy bien, rubita."

E Maggie sa che quella è la verità perché ora che la vede anche lei si sente meglio, come se stare lontane abbia teso troppo il filo che le unisce, soffocandole.

Somewhere only we know (Sequel di Someone to you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora