Capitolo 34

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Com'è che si dice? Sposa bagnata, sposa fortunata?
Beh, al diavolo questa stronzata. Di tutti i giorni dell'anno in cui sarebbe potuto piovere, proprio il giorno del matrimonio.
Maggie è seduta vicino alla finestra mentre la parrucchiera le sta acconciando i capelli in una crocchia semplice decorata con un vecchio fermaglio di sua nonna.

Una cosa vecchia.

Le manca qualcosa di blu e qualcosa di prestato, ma in realtà non ha veramente pensato più di tanto a questi dettagli.
La sua mente è altrove. Più precisamente sta vagando fuori dalla finestra e sta riflettendo su come farà a scendere dall'auto e raggiungere la chiesa senza bagnarsi da capo a piedi.
È nervosa.
La pioggia la rende nervosa, anche se in cuor suo sa che non è quello il vero motivo per cui si sente così.

Una vocina nella sua testa a volte le ripete ancora che Najwa è troppo per lei, che forse stanno sbagliando tutto. Di solito è sempre riuscita a farla tacere, ma non oggi. Oggi quella voce sta urlando a pieni polmoni.

Non sarai mai abbastanza per lei!

Sua madre la riporta alla realtà con una carezza sulla guancia.

"Che succede, bimba?", le chiede.
Quel nomignolo, bimba, la fa sempre sorridere, ma stranamente i suoi occhi rimangono tristi.
"Lo sai che con me puoi parlare?!", la incalza la madre. "Che c'è?"
Maggie alza gli occhi e la guarda cercando di rassicurarla ma quando vede il volto amorevole della madre scoppia a piangere e la donna la stringe a sé lasciandola sfogare.
Dopo un paio di minuti sembra essersi sfogata abbastanza. Si asciuga gli occhi, grazie al cielo non ancora truccati, con il dorso della mano e inizia a parlare.

"Ho paura che un giorno lei si stuferà di me. Ho paura che sarò una madre orrenda per questo bambino. Ho paura di tutto."

E sua madre capisce perfettamente cosa stia provando. Anche lei ci è passata.

"Bambina mia, è normale avere paura, ma credimi quando ti dico che domani a quest'ora ci starai ridendo su. E poi, che credi, che Najwa non sia anche lei terrorizzata?"

Maggie spalanca la bocca quasi sorpresa. Non ha mai pensato che Najwa potesse avere minimamente paura di compiere quel passo. Insomma è stata lei a farle la proposta, e poi lei è sempre così sicura di sé e delle sue decisioni. Come potrebbe avere paura?

"Scommetto che la tua fidanzata in fondo al corridoio sta facendo impazzire la truccatrice perché non riesce a stare ferma dall'ansia, proprio come te. E per quanto riguarda il bambino, ricordati che non sarai mai sola. Ci sarà lei, ci sarò io, ci sarà tuo padre. No estás sola."

Maggie si asciuga un'ultima lacrima prima di alzarsi in piedi e dirigersi verso la porta.

"Dove vai?", chiede la madre allarmata.
"Devo vederla.", dice con risolutezza.
La donna fatica a comprendere per un secondo ma subito realizza a chi si riferisca la figlia.
"Non puoi, porta sfortuna!"
"Al diavolo la sfortuna! Va già tutto a rotoli, piove anche, guarda fuori!", dice alzando un po' troppo la voce. "Ci metterò un secondo, torno subito.", ed è semplicemente troppo tardi per fermarla.

Percorre il corridoio e si ferma davanti alla porta della stanza in cui Najwa si sta preparando.
Bussa un paio di volte prima di sentire la voce famigliare della sua fidanzata dall'altro lato.
"Chi è?", chiede.
"Sono io, Naj.", risponde Maggie.

C'è un momento di silenzio poi la porta si apre appena mantenendo il corpo di Najwa coperto.
"Va tutto bene? Ti senti bene?", chiede subito preoccupata.
"Sto bene."

Najwa si rilassa.

"Voglio dire no. In realtà no. Non sto bene."

La preoccupazione torna sul volto della rossa.

Somewhere only we know (Sequel di Someone to you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora