Capitolo 21

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La nuova scuola, a detta di Richie, aveva odore di ospedale.
Probabilmente era un edificio nuovo e c'era ancora quell'odore forte, che non si riesce bene a descrivere.
Le aule erano grandi, c'era un ampio giardino fuori e diversi laboratori. 
Niente a che vedere con il liceo di Derry.

Nelle ore dei corsi obbligatori, e Richie non sapeva se dire "fortunatamente" o "sfortunatamente", aveva in classe Connor.
La sorte aveva deciso che quel ragazzo biondo sarebbe dovuto stargli appiccicato per il resto della sua vita.
La cosa positiva era che non conosceva nessuno, e si fece velocemente un piccolo gruppo di amici.
Legò particolarmente con un ragazzo di nome Brian. Era simpatico, abbastanza nelle sue e soprattutto era l'unico che capiva il suo umorismo.

E poi ovviamente c'erano le ragazze.
Tutti ne sembravano ossessionati, ma a lui non interessavano.
Come avrebbe potuto guardare delle ragazze quando a Derry aveva Eddie?
Nessuna di loro avrebbe potuto sostituirlo.
Non ne aveva parlato a nessuno però, di Eddie. Non voleva parlare troppo personalmente di sé, e pensò che quella fosse una parte davvero privata della sua vita.
Lo chiamava sempre, ogni sera, e in quel caldo settembre del 1992, gli mancava ancora di più.
Ma Richie, tutto sommato, stava bene.
Le prime settimane a scuola volarono, tra test d'ingresso e uscite con gli amici per conoscerli meglio.
Per Eddie, invece, fu molto peggio.

Il primo giorno di scuola, i suoi amici si spaventarono.
Non era Eddie a parlare con loro, era la sua ombra. La sua bocca era praticamente piegata all'ingiù, aveva i capelli spettinati e gli occhi erano circondati da un alone scuro.

- Eddie...stai bene? - chiese Beverly, avvicinandosi all'amico.
Eddie sospirò.
- A parte che sembro morto, sì credo. -
Gli altri lo guardarono straniti, abbozzando un sorriso
- Non voglio rovinare a voi questa giornata solo perché per me è pura sofferenza quindi...non parliamone. Ok? -
I suoi amici annuirono energicamente e nessuno nominò Richie in quella giornata.

Eddie si sforzò di vivere quella mattinata normalmente, ma tutto sembrava vuoto senza il suo ragazzo. Quando si sedette in classe, i suoi pensieri andarono subito a Richie, e si chiese cosa stesse facendo, con chi fosse, e se lo stesse pensando.

Anche per Eddie, però, le prime settimane sembrarono correre veloci, e dopo un po', si abituò alla mancanza del ragazzo.
I suoi amici erano fondamentali: lo distraevano portandolo in giro, passando con lui i pomeriggi a studiare e le sere dei weekend, in modo che non si facesse sopraffare dalla tristezza (com'era solito fare in quel periodo).

Una sera, si trovavano a casa di Bill, per passare il venerdì sera insieme.

- Ragazzi...volevo ringraziarvi, comunque. - disse Eddie, improvvisamente.

Bev alzò un sopracciglio, sedendosi sul divano.

- Per cosa, Eddie? -

Eddie si passò una mano tra i capelli, sospirando.

- Per tutto. Da quando Richie si è trasferito voi...avete fatto tanto per me. E mi sembra di non ringraziarvi mai abbastanza. Anzi, a volte mi sembra di esagerare e di essere pesante. -

- Non esageri assolutamente. - disse Mike, convinto. 

- È totalmente comprensibile il tuo stato d'animo.-

- E in quanto tuoi amici, noi ci siamo e saremo sempre per te.- aggiunse Ben.

Gli altri annuirono, e Bev lo abbracciò.

Eddie quasi si commosse e si ritenne il ragazzo più fortunato del mondo.

Come dicevo prima, Eddie e Richie si sentivano al telefono ogni sera. Eddie, piano piano, si accorse di come il suo ragazzo stesse diventando più felice, spensierato e sicuramente più tranquillo. Riusciva proprio a percepire il cambiamento del tono della sua voce, rispetto a Giugno.

- Ti stai trovando bene a scuola? - gli chiese, dopo i primi giorni.

- Sì, non c'è male. La scuola è sicuramente più bella di quella di Derry, anche se mi sento leggermente spaesato senza di voi...-

Eddie sorrise.

-...ma fortunatamente mi sono fatto un paio di amici. -

- Ah sì? Come si chiamano? -

- Uno si chiama Brian, uno mi sembra Tom...o Tim...chi si ricorda. Fatto sta che è simpatico. -

- Ah, sei messo bene se nemmeno ti ricordi i nomi! -

Richie rise, per poi incupirsi.

- E poi, sai, negli ultimi tempi ho anche avuto modo di conoscere meglio...Connor. -

Eddie deglutì a vuoto.

- Connor? Quel Connor? Connor Bowers? -

- Quanti altri Connor conosciamo? -

- Beh, uhm, sono felice, credo. Cioè, non molto. Ma se siete amici immagino che sia...cambiato? -

- Dire che siamo amici è dire molto, ma quasi non lo riconosco più. Non bullizza i più piccoli, niente più battutine omofobe o prese in giro. Di Connor è rimasto solo il nome. E ogni tanto esce con me, Brian e Tim...Tom...insomma lui. -

Eddie non disse niente, annuendo tra sé e sé.

- Eds? Ci sei? -

- Sì sì, sono qui. Mi fa...piacere che sia cambiato. Con noi era tremendo, magari ero io il problema. -

- In che senso? -

- Intendo che forse se la prendeva con noi perché gli davo fastidio io, per un qualche strano motivo. Ma non importa ora. Lui è lontano da Derry ed è cambiato, questo è l'importante. -

Richie sorrise.

Eddie sentì, dall'altro capo del telefono, la voce della mamma di Richie, che lo chiamava.

- ARRIVO MA'! Eds c'è mia mamma che mi chiama, devo andare. -

Eddie rise.

- Sì, l'ho sentita. Va bene, ti chiamo domani. -

- Sì, a domani. Ti amo. -

- Ti amo anche io. -

E chiusero la chiamata.

Richie andò da Maggie.

- Che c'è ma'? -

Maggie era in piedi accanto al tavolo, con un sorriso che andava da orecchio a orecchio.

- Ho una fantastica notizia per te! -

Il viso di Richie si illuminò.

- Tra una settimana tuo padre deve tornare a Derry per un impegno di lavoro che riguarda anche quello vecchio, e ha detto che può portarti con lui! -

Richie si portò le mani davanti alla bocca.

- Dici sul serio ma'?! - chiese, incredulo.

-Certo che dico sul serio. Però non starà molto, solo il weekend. Partirete venerdì pomeriggio e tornerete a casa domenica, in modo da non perdere giorni di scuola. -

Richie era al settimo cielo.
Avrebbe rivisto Eddie!
E ovviamente tutti i suoi amici.
Ma l'idea di poter riabbracciare il suo ragazzo dopo tre lunghi mesi era quella più allettante.

Abbracciò di slancio sua madre, che fu ben contenta di rivedere un sorriso sincero sul viso del figlio.

NON SONO MORT
LO GIURO
so che nessuno si caga più questa storia ma ogni tanto mi sblocco e riesco a scrivere un capitolo
SPERO VI PIACCIA
e soprattutto il prossimo eheh
enjoy♡







𝘐 𝘸𝘢𝘯𝘯𝘢 𝘣𝘦 𝘺𝘰𝘶𝘳𝘴 // 𝘙𝘦𝘥𝘥𝘪𝘦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora