𝘊𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 12

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Per riassumere la situazione, si può dire che Richie fosse nel panico.

Non aveva assolutamente collegato Detroit a Connor, e ora aveva paura. Si sarebbe trovato di nuovo nella stessa città di quell'omofobo schifoso.
Prese un respiro profondo.

- Richie, tutto a posto? - chiese Bev, dall'altro capo del telefono, titubante.
- Sì, io...che devo fare Bev? - chiese, con tono disperato, passandosi una mano in faccia.
- È una situazione difficile...secondo me dovresti parlarne anche agli altri. -
Richie annuì gravemente.
- Hai ragione, ma non voglio dirlo a Eddie. Almeno non ora. Magari quando saremo da soli
disse Richie, con tono preoccupato.
- Sì, puoi farlo, ma non aspettare troppo. Lo sai com'è Eddie - rise Bev, facendo ridere anche l'amico.
- Va bene, ci vediamo domani a scuola, grazie Bev. - la ringraziò Richie.
Beverly ricambiò il saluto e riattaccò.

Una volta finita la chiamata, Richie sospirò e si fermò a pensare. Che doveva fare?
Lo avrebbe sicuramente detto ai suoi amici al più presto. Poi, per Eddie, ci avrebbe pensato.
Così, chiamò, uno ad uno, gli altri Perdenti.
Tutti reagirono più o meno nello stesso modo.
Erano tristi, dispiaciuti, scocciati. Un membro del club li avrebbe lasciati. Ma si sarebbe solo trasferito, continuava a dirgli, non li avrebbe mai lasciati. Credette anche di sentire Bill piangere, ma non ne era sicuro. Lo avrebbe voluto abbracciare dal telefono, ma lo avrebbe fatto l'indomani a scuola.
Aveva chiesto a tutti di non parlarne, soprattutto con Eddie in giro, e tutti dissero che sarebbero stati zitti.

Quando finì le chiamate, erano le undici di sera passate.
Andò a farsi una doccia, nonostante l'orario, per togliersi di dosso le preoccupazioni. Aveva sonno e si sentiva la testa scoppiare, ma almeno i suoi amici sapevano tutto.
Ma come avrebbe fatto a dirlo a Eddie?
Sentiva di non averne il coraggio. Che parole usare? Come comportarsi? Come avrebbe reagito il suo ragazzo?
Non riusciva, in un momento come quello, trovare delle risposte.
Uscì dalla doccia, si asciugò e si infilò velocemente nel letto.
Doveva dormirci sopra.

La mattina dopo, Richie si alzò, stranamente di buonumore. Non sapeva da dove arrivassero quelle vibrazioni positive, ma non gli importava più di tanto.

Fece colazione, si vestì, salutò i suoi genitori e si avviò per andare a scuola.
Stava camminando con le mani in tasca, godendosi l'arietta mattutina, quando una mano gli si posò sulla spalla.
- Ciao Rich - lo salutò un sorridente Eddie.
Richie si voltò verso di lui e gli sorrise.
- Buongiorno Eds! - gli disse, abbracciandolo.
Si abbassò leggermente per baciarlo, senza controllare se ci fosse qualcuno per strada.

Eddie si staccò per primo e lo guardò con occhi innamorati, ancora con le mani sulle guance dell'altro.
Richie fece una smorfia divertita.
- Che c'è Eds? Vuoi un autografo? - disse, sarcastico.
Eddie arrossì e abbassò lo sguardo.
- Ma no, idiota - disse, facendo un sorrisetto.
Richie rise e gli prese il viso tra le mani e lo baciò ancora, con più trasporto.
- Andiamo a scuola? - chiese poi Eddie.
Richie annuì e iniziarono a camminare.

Una volta a scuola, non riuscirono a raggiungere i loro amici, dato che la campanella era già suonata e gli studenti stavano entrando.
Richie e Eddie si salutarono, per poi andare nelle rispettive classi.
Richie avrebbe avuto Educazione Fisica con Bill e Stan.

Appena arrivò nello spogliatoio della palestra, vide subito i suoi amici.
- R-rich! Siamo q-qui! - gli disse Bill, facendo segno con la mano.
Richie li salutò con un sorriso.
- Ciao ragazzi -
- Hey Rich! Come mai tu e Eddie non c'eravate stamattina fuori da scuola? - chiese Stan.
- L'ho incontrato per strada e ci siamo un attimo...trattenuti - disse solo, ricevendo un occhiolino da Bill e una pacca sulla spalla da Stan.
Poi il viso di Bill si incupì.
- L'hai g-già detto a-a Eddie? - chiese, riferendosi al trasferimento di Richie.
Il ragazzo abbassò lo sguardo.
- In realtà no. Non so come dirglielo. - ammise.
Stan e Bill si guardarono.
- Beh Richie...non c'è proprio un modo per dirglielo, credo. Cioè, gli dici una cosa tipo: "Hey Eddie, devo trasferirmi a Detroit" - disse Stan, con un'alzata di spalle, levandosi la maglietta.
- Dove c'è anche Connor - aggiunse Bill, facendo lo stesso di Stan.
Richie fece un sorriso infastidito.
- Grazie, siete di grande aiuto - disse sarcastico.
Bill rise e Stan scosse la testa.

- Amico, non puoi venire da noi e chiederci come spiegare al tuo ragazzo del tuo trasferimento. Non possiamo aiutarti molto se non standoti vicino. - spiegò Stan.
Richie annuì.
- E s-stai tranquillo R-rich, ti staremo vicino - aggiunse Bill, facendo sorridere Richie.
- Grazie ragazzi, avete ragione - disse infine, per poi iniziare a prepararsi con gli altri per ginnastica.

Finite le lezioni, i Perdenti si ritrovatono tutti, come ogni giorno, fuori da scuola.
Scambiarono due parole sulle loro giornate a scuola, e poi iniziarono ad avviarsi ognuno verso la propria casa.
Richie e Eddie stavano andando a casa di quest'ultimo, come quasi tutti i giorni, per passare il pomeriggio insieme.

La scuola, in tre giorni, sarebbe finita, perciò i professori avevano iniziato a diminuire i compiti a casa.
Il tempo non era dei migliori: pioveva e il cielo era coperto da pesanti nuvole nere.
I due ragazzi dovettero correre per non bagnarsi, non avendo portato l'ombrello con loro.

Eddie aveva preso la mano di Richie e aveva iniziato a correre, cercando di non inciampare per la strada, facendo ridere Richie.
- Eds vai piano! - gli gridò Richie fra le risate.
- Non so te, ma non voglio bagnarmi! - gli rispose, divertito.

Arrivarono a casa in tempo: aveva appena iniziato a piovere, ma loro fortunatamente erano riusciti a rifugiarsi sotto il porticato di Eddie.
- Andiamo dentro, vieni - disse Eddie, prendendo per mano Richie e suonando il campanello.
La signora K aprì.
- Ciao ragazzi - li salutò, scoccando un bacio sulla guancia di Eddie, che si strofinò il punto dove lo aveva baciato la madre, borbottando.
- Noi andiamo su ma' - la avvisò, e lei annuì, tornando in salotto.
I due salirono le scale, quasi di corsa

Una volta dentro, Richie si fece cadere dalle spalle lo zaino e si buttò sul letto, sospirando.
Eddie gli si sdraiò vicino, e si girò a guardarlo.
Richie se ne accorse, e fece un sorrisetto malizioso, per voi voltarsi di scatto e baciare Eddie alla sprovvista.
Eddie rise e abbracciò il suo ragazzo, baciandolo.

Erano lì, sul letto di Eddie, a godersi un altro pomeriggio insieme.
Richie era felice: ogni volta che si trovava con Eddie lo era.
Mentre lo baciava, gli venne però in mente il suo trasferimento. Di pomeriggi così ne avrebbero avuti ancora ben pochi. Lo avrebbe potuto baciare di rado, se non per niente. Chissà ogni quanto si sarebbero potuti rivedere.

A questo pensiero, Richie si sentì davvero male, e qualcosa nel suo stomaco si mosse.
Si staccò velocemente da Eddie, e corse in bagno, lasciando il suo ragazzo sul letto, che lo seguì subito dopo.

Eddie entrò in bagno e vide Richie intento a vomitare nel lavandino.
- Rich, cazzo, stai bene? -

heyy
scusatemi i capitoli scialbi maa ce ne saranno di migliori dopo il prossimo (deve succedere ancora tutto ehehe)
comunque piccola storia: prima stavo camminando e per strada sento una bambina dire a sua mamma: "mamma guarda, ti immagino se da quella fogna uscisse Pennywise? saremmo tutti morti! perché a Georgie gli ha staccato un braccio"
e niente io ero tipo: "brava bambina, cresci bene così"
enjoy♡

𝘐 𝘸𝘢𝘯𝘯𝘢 𝘣𝘦 𝘺𝘰𝘶𝘳𝘴 // 𝘙𝘦𝘥𝘥𝘪𝘦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora