𝘊𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰𝘭𝘰 15

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Richie si svegliò presto quel giorno.
Accanto a lui, Eddie dormiva ancora, immerso nei suoi sogni, con la bocca leggermente aperta.
Il ragazzo si soffermò ad osservare i lineamenti delicati dell'altro, sorridendo tristemente.
Non riusciva ancora a credere di dover separarsi da quell'angelo.
Gli posò un bacio sul naso e si girò, provando a riaddormentarsi.
Non ci riuscì, però.
La sua testa era piena di pensieri e preoccupazioni, e soprattutto di domande senza risposta.

Eddie lo sentì agitarsi nel letto, accanto a lui, e gli sussurrò un:
- Rich, tutto ok? -
Richie sospirò.
- Sono preoccupato Eds. -
Eddie si alzò a sedere e lo guardò.
- Lo so che sei preoccupato, ma le cose stanno come stanno. Tutto quello che devi fare è vedere come va avanti. Non puoi programmare molto. -
Richie lo guardò per un po', in silenzio, alzando un sopracciglio.
- Come fai ad essere così saggio alle 5 di mattina? -
Eddie sbuffò, roteando gli occhi.
- Sta zitto, stavo solo cercando di farti stare meglio. - disse, per poi stendersi e girarsi, dando le spalle a Richie.
Quest'ultimo rise, scuotendo la testa e  sporgendosi verso di Eddie per lasciargli un bacio sulla guancia.
Poi, tornò a dormire.

Si svegliarono entrambi alcune ore dopo, con qualche raggio di luce che entrava dalla finestra della camera di Eddie.
Richie si stiracchiò, e svegliò Eddie, che grugnì contrariato.
- Dai, principessa, alzati. Tra due ore devo essere a casa. - gli disse Richie, passandosi una mano fra i capelli.
In tutta risposta, Eddie gli si buttò letteralmente addosso.
Richie rise, sposandolo e dandogli un bacio sul naso.
- Dai Eds, ho fame. -
- Ok, ok, mi alzo. - brontolò l'altro, alzandosi a sedere e stropicciandosi gli occhi.
Richie era già in piedi che si stava vestendo.
Si tolse la maglia, una vecchia maglietta di un gruppo musicale che usava come pigiama, e la guardò.
- Eds. - chiamò.
Eddie alzò lo sguardo verso di lui.
- Tieni. - gli disse, porgendogli la maglia.
Eddie la guardò stupito.
- Me la stai regalando? -
Richie annuì, arrossendo leggermente.
Eddie per poco non scoppiò a piangere.
Lo abbracciò di slancio, stringendolo forte, appoggiando la testa sulla spalla nuda dell'altro.

Richie gli accarezzò piano i capelli, mentre Eddie lo stringeva il più possibile.
- Eds, soffoco così. - gli disse Richie, ridacchiando.
Eddie si stacco, e si grattò il collo, imbarazzato.
- Scusa. - disse, inclinando la testa.
Poi guardò la maglia di Richie che aveva in mano e se la mise.
Richie lo squadrò, con le mani sui fianchi.
- È un po' grande ma...ti sta bene. -
Eddie sorrise e gli prese la mano.
- Andiamo a fare colazione, dai. -

- A che ora vai? -
Erano seduti al tavolo della cucina, in completa tranquillità.
Richie finì il suo caffè e si pulì la bocca con il dorso della mano.
Poi guardò l'orologio sul muro.
- Tra un'ora. - disse, alzando le spalle.
- Quindi...cosa vuoi fare in quest'ora? - chiese Eddie.
Richie parve pensarci.
- Possiamo andare a fare una passeggiata, poi mi accompagni a casa. - propose, con un sorriso innocente.
Eddie roteò gli occhi, ridendo.
- Ok ok, come vuoi tu. -

Sistemarono i piatti, si vestirono e uscirono.
Era una soleggiata mattina di giugno, ma non faceva ancora troppo caldo.
- Dove andiamo? - chiese Eddie, prendendo la mano di Richie nella sua e facendole dondolare.
- Dove ci porta il cuore. - disse l'altro, con un ghigno.
Eddie gli diede una spallata scherzosa.
Camminarono per Derry, passando per il "Ponte dei Baci".
Appena arrivati sopra, Richie si affrettò ad allontanarsi, portandosi dietro Eddie.
Non voleva che la vedesse.
L'incisione che aveva fatto.
Ancora non era finira, mancava la E.
Si era ripromesso di finirla, quella stupida scritta.

- Rich, perché corri? Vai piano! - gli disse Eddie, mentre veniva trascinato dall'altro fuori dal ponte.
Richie farfugliò qualcosa, per poi cambiare discorso.
Dopo una mezz'ora buona, arrivarono nella strada dove abitava Richie.
Si fermarono all'inizio della via, e si abbracciarono.
Eddie era lì lì per piangere, di nuovo, ma dovette trattenersi.
Una lacrima solitaria solcò invece la guancia di Richie, mentre abbozzava un sorriso.
Eddie asciugò la lacrima con il pollice.
- Sei diventato un frignone. - lo prese in giro, facendolo ridere.
- È un addio questo, Eds? -
- No Rich, perché dovrebbe esserlo? Mi chiami stasera, vero? -
- Ovvio che ti chiamo. Ti dirò quanto merdosa è la mia nuova casa. E poi ti chiamerò anche domani. E ogni giorno. -
- Mamma mi ucciderà per quanto alte saranno le bollette. -
Richie rise.
- Allora ciao, Eddie. Verrò a trovarti presto, prima di settembre. Questa penosa estate passerà in un batter d'occhio. Te lo prometto. Mi raccomando, passa del tempo con gli altri, e non deprimetevi troppo. -
- No Rich, non ci deprimeremo troppo. Non preoccuparti. -
Richie sorrise, e si sporse in avanti per baciare un'ultima volta il suo ragazzo.
Era un bacio dolce, ma allo stesso tempo triste.

Eddie gli prese il viso tra le mani e ricambiò, mettendosi in punta di piedi.
Poi Richie si staccò.
- Devo andare, ci sentiamo stasera. -
- Va bene Rich, non dimenticarti di chiamarmi. -
Richie fece per andarsene ma si fermò e guardò Eddie dritto negli occhi.
- Ti amo, Eds. Davvero. -
Eddie sorrise.
- Anche io, tanto. -

E si separarono.

sciaooo
non aggiornavo da un sacco help.
ed ecco qua il capitolo triste e spezzacuore.
ma tranquilli, il bello deve ancora venire.
enjoy♡

𝘐 𝘸𝘢𝘯𝘯𝘢 𝘣𝘦 𝘺𝘰𝘶𝘳𝘴 // 𝘙𝘦𝘥𝘥𝘪𝘦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora