CAPITOLO 13

35 6 0
                                    

Dopo esserci fermati per un po' sulla spiaggia, Falathar mi ha riaccompagnata alla fiera dove Miriel e Aredhel si sono unite a noi. Avrei voluto che anche Dairon si unisse a noi ma non sono riuscita a trovarlo da nessuna parte. Probabilmente mio padre considera prendere parte a questi festeggiamenti come una perdita di tempo o qualcosa di superfluo. Vorrei andare a prenderlo o almeno a parlargli ma con papà nei paraggi non è una buona idea. Adesso è quasi sera e ci stiamo avviando verso la parte dei giardini riservata allo spettacolo circense. Amras non ci ha ancora raggiunti ma spero di trovarlo ad aspettarci ai nostri posti, in prima fila. 

"Principessa hai mai visto uno spettacolo prima d'ora?" mi chiede Fal. Ho scoperto che, al contrario di quello che pensavo, il mio nuovo amico nasconde una grande timidezza dietro la sua spavalderia. Fa un sacco di domande ma, quando queste gli vengono girate non risponde o lo fa banalmente. 

"No, a Idrial occasioni come questa sono molto rare. Gli ultimi festeggiamenti si sono tenuti per la nascita di mio fratello. Io però non vi ho partecipato" per la mia nascita non ci sono stati festeggiamenti. La nascita di un erede donna non andava festeggiata. Quella di un maschio, al contrario è un grande avvenimento. 

"Qui ad Eltas, prima della guerra ci sono state svariate fiere. Questa però è la prima degli ultimi quattro anni ed è di gran lunga migliore delle precedenti" dice Miriel. In queste ultime tre settimane Miriel mi ha aiutato a conoscere meglio il regno che presto diventerà la mia casa. Le sono grata per tutte le piccole perle di conoscenza che ogni giorno mi impartisce.

Adesso tra la folla riesco ad intravedere lo spazio dove si terrà lo spettacolo. È un enorme area verde e tutto attorno sono state posizionate migliaia di sedie per gli spettatori. In una parte però, le sedie si interrompono per lasciare lo spazio alle attrezzature degli artisti. Lì adesso sono ammassate tantissime persone vestite nei modi più disparati che io abbia mai visto. Esattamente dall'altro lato si trova una pedana rialzata che ospita delle sedie più elaborate rispetto a quelle che circondano il resto la zona. E proprio davanti a quelle sedie finalmente, intravedo Amras che conversa con mio padre e Dairon. Avvicinandomi però, mi accorgo che non stanno parlando. Si limitano a stare in piedi l'uno vicino all'altro senza spiccicare una sillaba.

"Vostre grazie" dico facendo una riverenza. Non chiamo mai Amras con il suo titolo, ma se lo chiamassi per nome mio padre avrebbe da ridire e vorrei evitare di creare altre discussioni inutili.

"Nimrodel" esclama mio padre con tono irritato e un finto sorriso sulla faccia. La mia presenza lo infastidisce, come sempre. Ormai non mi sorprendo. Guardo mio fratello che mi sta fissando senza però nemmeno un espressione visibile sul viso. È impassibile. Amras mi porge il braccio e io lo afferro posizionandomi al suo fianco.

"Sire Amrod, mi permetta di presentarle il mio generale in carica: il duca di Celil" dice Amras indicando Falathar.

"È un onore conoscerla maestà" afferma Fal mentre si destreggia in un inchino leggermente  impacciato. Tipico dei soldati.

"Siete un soldato?" domanda Dairon con un tono troppo entusiasta per i gusti di mio padre che infatti gli lancia un'occhiataccia. Mio fratello, come tutti i maschi penso, ha sempre avuto una predilezioni per le armi e le battaglie. A causa della sua salute però non gli è mai stato permesso nemmeno avvicinarsi ad una spada o ad una pistola. 

"Il migliore" risponde Fal mettendo in mostra tutto il suo ego.

"Cosa preferite: pistola o spada?" chiede mio fratello.

"Dipende ma solitamente prediligo il corpo a corpo" immaginavo date le sue dimensioni. Scommetto che tutti qui muscoli fanno comodo nei combattimenti diretti. 

"L'arma dei gentiluomini è la spada figliolo" esclama papà. Restare fuori dalla conversazione non fa per lui. Strano che non si sia intromesso prima.

"Non sono d'accordo, a parer mio la migliore arma di tutte è la diplomazia" è Amras a dire queste parole. Ovvio che lui preferisca la diplomazia. L'arma che porta a meno morti possibili.

"La diplomazia è l'arma dei codardi e degli stolti" dice papà guardando il mio futuro sposo con un area di sfida.

"O dei temerari" gli risponde Amras. Papà sta per rispondere, ma so che se lo facesse la situazione diventerebbe ancora più incandescente di quello che già è quindi è meglio se intervengo.

"Penso che lo spettacolo stia per cominciare. Meglio prendere posto" esclamo indicando le sedie. Tutti ammutoliscono e prendono posto. Amras si siede sulla sedia centrale e io alla sua destra. Affianco a me si siede papà e dopo di lui Dairon. Alla sinistra del mio promesso si siede Falathar e vicino a lui Aredhel. 

"Non serviva che interrompessi la conversazione" mi dice Amras con un tono talmente basso che solo io riesco a sentire.

"Meglio non ripetere gli avvenimenti del ricevimento. Vorrei solo passare una bella serata" gli rispondo.

"Capisco. Hai passato una bella giornata?"

"Si, mi sono divertita molto. Falathar è di ottima compagnia. Però avrei voluto ci fossi anche tu" esclamo abbassando lo sguardo vergognandomi un po' di quello che ho appena detto.

"Mi dispiace. Avrei voluto anche io passare del tempo con te ma purtroppo avevo degli impegni irrimandabili" il suo ruolo comporta grandi responsabilità e richiede grande impegno e dedizione. Questo però lo impegna per molte ore al giorno.

"Il tuo amico mi ha raccontato molte storielle divertenti riguardanti te" esclamo cercando di cambiare discorso.

"Spero solo cose buone"

"Dipende dai punti di vista"

"Non credere a tutto quello che dice. Spesso ingigantisce le storie solo per renderle più divertenti da raccontare"

"Potresti raccontarmele tu, così  faccio un confronto"

"Certo, un giorno ti racconterò tutto" sorride e mi guarda. Nei suoi occhi riesco a vedere il desiderio di raccontarmi tutto. Di mettersi a nudo. Di rendermi partecipe della sua vita passata. Vorrei essere come lui, pronta ad aprirmi. Ci sono però delle cose che preferirei tenermi per me. Non sono ancora pronta a condividerle. Cose così profonde che nemmeno Aredhel conosce. 

"Signori tutti, ben venuti. Sono qui per presentarvi, quella che sarà la notte più magica della vostra vita" è un ometto basso, al centro dell'area verde a pronunciare queste parole. Indossa un completo rosso e un trucco pesante gli copre il viso. Mentre lo spettacolo inizia e luci, colori ed emozioni  si susseguono, ripenso alla mia vita. A questi diciannove anni in cui non sono stata altro che una pedina nelle mani di mio padre. Lui ha deciso per me, ha scelto della mia vita. Io non ho avuto voce in capitolo. Amras però è diverso. Sono sicura che quando ci saranno delle decisioni da prendere lui mi permetterà di decidere da me. Domani la mia vita cambierà e in meglio. Di questo, ne sono convinta. 

A GAME JUST FOR A QUEENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora