La stanza di Amras, non è tanto grande, le pareti sono grigie e abbellite da delle decorazioni d'orate che alla luce delle candele sbrilluccicano. A sinistra si trovano due porte vetrate che probabilmente danno sul giardino. Tra le due si trova una specchiera perfettamente in tinta con la stanza. Mi avvicino per osservarla meglio.
"È per te, pensavo ti sarebbe servita" mi dice Amras, che è rimasto sulla soglia. Da quando abbiamo lasciato la camera di mio fratello tra di noi si è creato un certo imbarazzo.
"Grazie" rispondo voltandomi per ammirare il resto dell'ambiente. Il letto è veramente enorme e la testiera è stupenda, regale. D'altronde questa è la camera da letto del re. Dei brividi mi corrono lungo la schiena, così mi avvicino al camino acceso che si trova sull'altro lato della stanza.
"Hai freddo?" mi chiede Amras avvicinandosi.
"Un pochino" lo guardo prendere un pezzo di legno da una cassa posta vicino al caminetto e buttarlo tra le fiamme. Ripete l'operazione fin quando il fuoco non si ingrandisce.
"Grazie. Va già molto meglio"
"Figurati"
"Pensavo la tua camera fosse più grande"
"Più un ambiente è piccolo, più e confortevole. E poi non ci passo molto tempo. Lavoro molti più di quanto dormo"
"Capisco" probabilmente lui ha caldo, perché si toglie la giacca per poi appoggiarla su una sedia posta nell'angolo.
"Ti è piaciuta la giornata?" mi chiede tornando al mio fianco. Le nostre braccia si sfiorano, ma entrambi abbiamo lo sguardo fisso sul fuoco.
"Tralasciando lo scontro con mio padre e la malattia di mio fratello, molto"
"Ne sono felice"
"Anche io"
"Nim" dice Amras quasi in un sussurro girandosi verso di me.
"Si?" rispondo posizionandomi di fronte a lui. Siamo vicinissimi. Il mio cuore batte all'impazzata.
"È da un po' che vorrei fare una cosa" spero sia la stessa cosa che voglio io.
"Cosa?" chiedo. Le sue mani si avvicinano al mio viso e quando lo toccano, probabilmente le mie guance prendono fuoco. Entrambi i nostri corpi bramano e richiedono contatto. I nostri volti si avvicinano e le nostre labbra si toccano. Non è come il nostro primo bacio, questo è prepotente, forte, passionale. Le labbra di aprono e le nostre lingue s'incontrano. Ben presto, però finisco l'aria e controvoglia mi ritraggo.
"Questo" esclama sorridendo.
Voglio risentire le scintille che poco fa si sono impadronite del mio cuore. Così prendo un lungo respiro e mi avvicino a lui per baciarlo. La sua mano sinistra si posa sulla mia schiena per stringermi a se. La nostra vicinanza è tale che nemmeno un soffio di vento potrebbe passarci attraverso. Non sono mai stata così vicina a qualcuno, eppure non sono mai stata così a mio agio. L'ansia e la paura si stanno dissolvendo. Istintivamente porto le mie mani sulla sua camicia per slegare i lacci frontali. Però senza vedere quello che sto facendo non combino così mi stacco e slego il nodo. Poi afferro il tessuto e sfilo la camicia. Questo gesto però spettina la capigliatura di Amras. Mi fermo ad osservarlo. I capelli spettinati gli donano, non sembra quasi un re. Sposto lo sguardo sul suo petto, dove risaltano dei pettorali scolpiti ed impressionanti. Dove trova il tempo per allenarsi con tutte le cose che ha da fare? La sua pano si posa sul mio mento e mi costringe ad alzare lo sguardo sul suo volto dove i suoi occhi trasmettono solo un messaggio: bramosia, desiderio. Le nostre labbra si ritoccano, le mie mani si spostano sulla schiena di quello che ora è mio marito. Sento il vestito allentarsi e mi rendo conto che è perché Amras lo sta slacciando. Il suo gesto è sicuro e tranquillo. Io però non lo sono. Farmi vedere nuda mi terrorizza. Ho paura di non essere abbastanza bella, ho paura di non piacergli, di deluderlo. Poco a poco il corpetto di abbassa fin quando non tocca terra. Mi allontano da Amras non per coprirmi, non avrebbe senso, ma per poter vedere la sua espressione.
"Sei bellissima" queste semplici parole fanno svanire tutte le mie preoccupazioni. Amras non è un bugiando, quindi deve essere la verità. Pensa che io sia bella, questo mi rincuora. Forse, alla fine, tra noi potrebbe funzionare. Amras mi viene incontro, appoggia le mani sui miei fianchi e mi tira a se. Io faccio un piccolo saltino, incrocio le braccia attorno alla sua testa e le gambe sul suo torace. Poco dopo la mia schiena viene a contatto con le coperte del letto. Le sue labbra di staccano dalla mie per spostarsi sul collo e la cosa mi manda in estasi. Quello che succede dopo è qualcosa di incredibile. Non pensavo di poter essere così felice. Questo momento mi terrorizzava, ora capisco quanto fossi stupida. Ora sto bene, mi sento a mio agio, tranquilla, in pace. Tutte le cose brutte che ho dovuto passare finiscono nel dimenticatoio perché ora so, che le prossime volte che starò male, o che ci sarà qualche problema, non sarò sola. Avrò qualcuno al mio fianco. Qualcuno che mi sosterrà e che ci tiene a me: Amras.
I miei occhi fanno difficoltà ad abituarsi alla luce. Sbatto le palpebre più volte nel tentativo di abituarmi. Non appena riesco a tenere gli occhi aperti, mi guardo intorno. La mia testa non è sul cuscino ma sul petto di Amras, che ancora dorme. Il mio corpo nudo è attaccato al suo, ma la cosa non mi imbarazza, non c'è né motivo. I nostri corpi sono coperti solo dal lenzuolo.
"Buongiorno" esclama Amras con un tono ancora assonnato. Forse non è una persona mattiniera.
"Scusa, non volevo svegliarti" dico sedendomi a gambe incrociate e coprendomi con il lenzuolo per non sentire freddo.
"Tranquilla. Dormito bene?" mi chiede tirandosi su e avvicinandosi.
"Molto" istintivamente lo bacio. Pensavo che dopo un po', i baci diventassero normali, e invece non è così. Un centinaio di fuochi d'artificio mi esplodono nel petto.
"Tu?" domando una volta concluso il bacio.
"Da re" non posso che mettermi a ridere a questa battuta. Cerco di riprendere il controllo e mi metto a fissare l'uomo che ho davanti. È davvero bello. I capelli sono spettinati, e gli occhi ancora addormentati. Ma anche a quest'ora, di primissima mattina, il suo portamento è regale e fiero al contrario del mio, sembrerò una scimmia arruffata al momento.
"Fame?" mi chiede.
"Tantissima"
"Meglio andare allora" detto ciò, si alza e indossa la vestaglia.
"Ti aspetto a colazione" esclama prima di uscire dalla stanza. Sull'anticamera della nostra camera da letto, adibita a salottino, si affacciano altri tre locali: il bagno e due stanze; una per me e una per Amras, destinate alla nostra vestizione. Ed è lì che mi sto dirigendo. Esco dal letto, prendo la vestaglia che mi aspetta sul divanetto che si trova ai piedi del letto ed esco dalla camera. Nel salotto non c'è nessuno, mentre trovo Miriel e Aredhel ad aspettarmi nel mio privé.
"Buongiorno" esclamo entrando.
"Buongiorno vostra maestà" dice Miriel mentre fa una riverenza.
"Miriel quante volte ti ho già detto di chiamarmi Nimrodel?"
"Scusate, Nimrodel" mi risponde. Aredhel invece non dice nulla, mi viene incontro e mi abbraccia.
"Tutto bene?" domanda guardandomi negli occhi.
"Benissimo" replico.
"Ottimo, cosa vuoi mettere oggi?"
"È uguale, quello che volete" lasco siano loro a decidere il mio abito di oggi. Dopo un paio di discussioni, le mie duce compagne optano per un abito con la vita alta, una gonna di volant con le balze e un corpetto color bronzo con dei ricami colorati. I capelli, grazie alla treccia di ieri, oggi sono tutti ondulati quindi li lascio lisci. Per non averli tra i piedi però, indosso un cerchietto d'orato. Fortunatamente, all'uscita dalla camera, trovo Beleg che mi aspetta per mostrarmi la strada per arrivare alla sala da pranzo. Mentre percorro i corridoi, mi preparo a questa giornata: la prima da sposata e la prima da regina. Tante responsabilità ora si posano sulle mie spalle, e io sono pronta a sopportarle.
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A GAME JUST FOR A QUEEN
FantasiNimrodel è una principessa assoggettata al volere dell'aggressivo, manesco e vanesio padre. Non può compiere le proprie scelte, nemmeno quando si tratta del suo futuro. Questo, viene stipulato con un contratto matrimoniale, che mette fine ad una gue...