CAPITOLO 12

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Domani è il grande giorno e oggi iniziano i festeggiamenti. Amras per oggi ha organizzato una giornata di giochi all'aperto e di spettacoli. I giardini, dal castello al mare, sono pieni di tende che ospitano ogni tipo di intrattenimento. Questa sera ci sarà anche uno spettacole circense. 

"Ti piace?" mi chiede Amras. Abbiamo appena finito di fare colazione e stiamo ammirando la moltitudine di tendaggi colorati. Quasi non si vede l'erba da quanto i giardini sono gremiti di persone. 

"Moltissimo, è quasi magico" è vero. Per me è magico. Non ho mai preso parte a dei festeggiamenti di questo genere. Prima della guerra ho assistito ad una giostra ma lo spettacolo non mi è piaciuto. 

"Bene, perché tutto questo è per te" il suo tono è così ammaliante. Sta diventando come una droga per me. Forse è un bene, dato che domani ci sposiamo. O forse no. Non lo so. Non ne ho idea. Mi prende la mano e la bacia. Un vero gentiluomo.

"Lusingata" penso di avere le guance rosse come il fuoco.

"Vogliamo andare? Purtroppo non posso passare tutta la giornata con te, ho degli impegni che non posso rimandare. Vediamo di sfruttare il poco tempo che abbiamo a disposizione" vero, la giornata è per me, ma lui non sarà qui per condividerla. Dopo ci saranno Aredhel, Miriel e mio fratello a farmi compagnia. 

"Certo, fammi strada" Amras mi porge il braccio e io lo afferro. Raggiungiamo così i giardini e ci inoltriamo tra le tende. Sono tutte diverse tra loro e provengono anche da luoghi diversi. In alcune ci sono degli animali, in altre cibi esotici e in altre ancora stoffe. In alcune è possibile prendere parte a dei giochi e in altre è semplicemente possibile riposare sui divani. È tutto così bello.  Mi fermo davanti ad un tavolo pieno di fiori. Ci sono rose, gerani, ortensie, calle e tanti altri. Una tipologia però cattura la mia attenzione. Sono dei fiori con grandi petali. Il centro è di color rosso fuoco acceso, l'esterno è più giallo mentre il perimetro esterno è blu. Il passaggio da un colore all'altro però non si nota. Non so come ciò sia possibile.

"Come si chiamano questi fiori?" chiedo al proprietario, un uomo avanti con l'età, con una barba incolta e bianca come la neve. I capelli sono come la barba e molto lunghi. Tutti il bianco crea un enorme contrasto con la pelle scusa e piena di rughe.

"Sono fiori del paradiso. Le piacciono?" un nome davvero singolare, angelico.

"Moltissimo"

"Ne prenda uno allora, è un regalo"

"Oh no, non è necessario"

"Insisto. Lo consideri un regalo di matrimonio" dice porgendomi il fiore fino poco fa tenevo tra le mani.

"Grazie mille" afferro il fiore e mi volto verso Amras che non ha ancora detto nulla. Si è limitato ad osservare la scena. Poggia la mano sulla mia schiena e mi spinge verso il viale che costeggia le bancarelle.

"Gli piaci" afferma guardandomi e sorridendo.

"A chi? All'uomo dei fiori?" chiedo non capendo dove vuole arrivare.

"Al popolo. Anche quel giorno che siamo andati al mare tutti sembravano rapiti da te" il giorno al mare, la prima volta che abbiamo parlato. Quando abbiamo iniziato a conoscerci.

"È solo per il titolo" come posso piacere a delle persone che nemmeno mi conoscono?

"No, no. Sei tu. È impossibile non ammirarti" 

"Io....non so cosa dire"

"Non tutto necessita di una risposta. Ora vieni, voglio presentati una persona" 

"Presentarmi una persona? E chi, se posso chiedere?" non so cosa aspettarmi. Un suo lontano familiare magari, o un qualche nobile.

"Un vecchio compagno d'armi. Il mio braccio destro in battaglia e nella vita" quindi sto per conoscere il migliore amico del mio futuro sposo. 

A GAME JUST FOR A QUEENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora