CAPITOLO 14

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Le sue mani stringono i miei fianchi con decisione e delicatezza. Le sue labbra sono appoggiate alle mie. Ci stiamo baciando. Siamo sul terrazzo della sala del trono. Sullo sfondo c'è il mare. Riesco a sentire le onde che si infrangono sulle rocce e i gabbiani che volano solitari. I raggi del sole ci abbracciano e nel frattempo si riflettono sulle onde del mare che delicate e lente compiono il loro percorso. Il mio cuore batte a mille, anche se ha saltato un battito quando all'inizio le labbra si sono toccate. Adesso si stanno separando e i nostri sguardi s'incontrano. Sono così profondi. Potrei perdermi in quel blu. Anzi mi ci sono persa. È così bello. È perfetto. Tra le sue braccia mi sento protetta. Con lui mi sento bene. Felice
 

"Principessa svegliatevi" queste parole mi riportano alla realtà. Era solo un sogno. Ma che sogno.

"Míriel lasciami dormire. Stavo facendo un sogno bellissimo" dico ancora con gli occhi chiusi tentando di riprendere il sogno. Vorrei tornare su quella terrazza. Sogno il prossimo contatto tra le nostre labbra.

"Mi dispiace, non era mia intenzione disturbarvi ma dovete preparavi, oggi è il giorno delle vostre nozze" esclama Miriel riportandomi alla realtà. Oggi è il grande giorno. Ieri lo spettacolo circense è finito tardi e oggi mi sono svegliata presto per prepararmi. Il che vuol dire che ho dormito pochissimo. Probabilmente avrò delle occhiaie che arrivano fino al mento. Sicuramente non è il massimo il giorno del mio matrimonio. 

"Il giorno delle mie nozze?!" mi alzo e mi siedo sul bordo del letto. Le mani nei capelli per cercare di calmare l'ansia che inizia a farsi strada nelle mie vene. Miriel sta trafficando in bagno, probabilmente si starà assicurando che l'acqua sia alla temperatura che piace a me. Aredhel sta invece sistemando l'abito sul divano, facendo in modo che non si stropicci. Mi ero dimenticata quanto fosse grande. Spero di non sembrare troppo impacciata quando percorrerò la navata con quel vestito.

"Si, e ora valore dovete prepararvi" mi invita Miriel facendo capolino solo con la testa dal bagno.

"Hai ragione. Adesso arrivo. Dammi sono un secondo" dico cercando di prendere dei respiri profondi.

"Tutto bene?" mi chiede Aredhel avvicinandosi a me e appoggiandomi una mano sulla spalla. 

"Sono un po' in ansia. No, no. Non sono in ansia; sono spaventata" che liberazione. Non tanto per la giornata o per il semplice fatto che oggi mi sposo. Ma per quello che mi aspetta questa notte.

"Tranquilla Nim, andrà tutto bene. Amras è un vero gentiluomo e sono sicura che ti metterà a tuo agio. Vedrai che tutto andrà per il meglio" Ovviamente ha capito cosa mi preoccupa. A volte mi dimentico di quanto mi conosca bene. 

"Hai ragione. Andrà tutto bene"

"Si, ora vai a preparanti su. Meglio non fare tardi" si alza, mi tende la mano. Io la afferro per alzarmi dal letto e poi mi dirigo verso il bagno cercando di tranquillizzarmi e di lasciar fuori le preoccupazioni.

Mi guardo allo specchio e non riesco nemmeno a riconoscere la persona che vedo riflessa. L'abito è perfetto, ancora meglio di quando l'ho misurato solo poche settimane fa.  Míriel mi ha posizionato una tiara sulla testa. È una tiara semplice con pietre bianche che brillano colpite dai raggi solari. Che fortunatamente oggi sono innumerevoli. Si prospetta una giornata calda e senza neanche una nuvola. I miei capelli, grazie ad Aredhel sono raccolti in una treccia che percorre tutta la testa, per far risaltare la scollatura che si trova sul retro del vestito. Oggi, per la prima volta mi sento bella. Voglio essere bella, per Amras. Voglio che guardi la donna che sarà al suo fianco da oggi e pensi: wow. 

Mentre sono persa in questi pensieri qualcuno bussa alla porta. Miriel va ad aprire e poco dopo torna seguita da mio padre. Indossa un abito blu, con dei ricami argentati. Devo ammettere che gli dona. Se non avesse quell'espressione arcigna che ha sempre potrei anche ritenerlo attraente per un uomo della sua età.

"Sei pronta?" mi chiede. Avrebbe almeno potuto darmi il buongiorno.

"Si" rispondo voltandomi verso di lui. Tradizioni vuole che sia lui ad accompagnarmi e consegnarmi ad Amras. 

"Bene allora andiamo. Prima tutto questo finisce meglio è" ovviamente tutto questo è una tortura per lui.

"Non mostrarti troppo felice, potrebbe farti male" dico con tono di sfida. Non ne posso più dei suoi atteggiamenti nei miei confronti. Non oggi, non nel giorno che dovrebbe essere il più bello della mia vita.

"Questa situazione non piace a te quanto non piaccia a me, quindi smettila di fare stupida e vieni con me" dice afferrandomi il braccio per trascinarmi. La sua mano è forte e la sua presa mi fa male al braccio. 

"No, non verrò con te. Non sono più una bambina obbligata ad obbedire ai tuoi ordini. Posso fare le mie scelte. E oggi scelgo di andare da sola all'altare" strattono il braccio per liberarlo e faccio un passo indietro. Oggi inizia la mia nuova vita. Basta sottostare a lui. Sono stufa.

"Come osi brutta insolente!" sta per tirarmi uno schiaffo ma Aredhel si frappone tra me e mio padre subendo lei le conseguenze delle mie azioni. Si sente un sonoro schiocco e subito la guancia della mia migliore amica diventa rossa. So quanto sono dolorosi quegli schiaffi.

"Padre pagherete per questo" urlo queste parole mentre mi accovaccio vicino ad Aredhel e Miriel subito compare al mio fianco. Mio padre è ancora in piedi nello stesso punto di prima; impietrito.

"Principessa cos'è successo?" dice una guardia facendo irruzione nella mia stanza. Probabilmente ha sentito il mio urlo. So cosa devo fare e lo faccio senza alcun rimorso. Dopo oggi non ci potranno essere ripercussioni su di me.

"Vi prego di portare via quest'uomo" dico con le lacrime agli occhi. Ora tutta l'ansia e la paura per questo giorno stanno spingendo per venire a galla.

"Si vostra altezza" la guardi va verso mio padre e lo afferra nel tentativo di portarlo fuori.

"Non osare toccarmi" dice mio padre rivolto alla guardia. Non cederà molto facilmente.

"Mi dispiace sire Amrod ma qui gli ordini non li date voi" detto questo con l'aiuto di un altra guardia accorsa in soccorso, porta via mio padre. Finalmente se né andato. Spero di non rivederlo presto. 

"Aredhel, stai bene? Non dovevi farlo, è tutta colpa mia" dico mentre l'aiuto a rialzarsi. Il rossore sta già passando, ma probabilmente il dolore è ancora forte. 

"Ti sbagli Nim, dovevo farlo! Non sai quante volte ho desiderato farlo negli ultimi 19 anni e poi, non potevo lasciare che qualcuno rovinasse tutto il lavoro che ho fatto" esclama indicandomi. Probabilmente si riferisce all'acconciatura e al velo di trucco.

"Come fai a dire questo in un momento del genere?" le chiedo ridendo. Anche nelle situazioni peggiori riesce a farmi sorridere. È incredibile! 

"Non lo so, forse perché sono super simpatica" o forse perché mi conosci meglio di chiunque altro. Sono grata per quello che ha fatto. Vuol dire tanto per me. Non ho mai avuto bisogno di dimostrazioni d'affetto da parte sua per sapere quanto mi vuole bene. Ma mettersi tra mio padre e me ha un valore incommensurabile. 

"Si è vero, lo sei" e dicendo ciò l'abbraccio. 

"Bene, ora però devi. Sei già in ritardo" ha ragione, sono in ritardo. Non ho più l'accompagnatore ma va bene così. Sono indipendente e presentarmi da sola all'altare ne è la dimostrazione. Non mi sposo perché mio padre me lo ha ordinato, ma mi sposo perché io voglio farlo. Perché con Amras sto bene e sono felice.

Il matrimonio si svolge nella cappella del palazzo. Non saprei arrivarci da sola ma, per mia fortuna, appena esco dalla mia stanza Beleg fa capolino dal corridoio per accompagnarmi. Non mi rendo nemmeno conto dei piedi che si muovono. La mia mente è altrove, infatti poco dopi passi inciampo nell'abito. Sapevo sarebbe stato un impedimento. Miriel e Aredhel subito mi soccorrono e mi aiutano a riprendere stabilità. In men che non si dica mi ritrovo nel giardino interno su cui si affaccia la porta principale della chiesa. Al di là di essa c'è il mio futuro. C'è Amras. Sono pronta ad andare incontro al mio destino.


A GAME JUST FOR A QUEENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora