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- Ah quindi vi interessava l'argomento - come se fosse una qualche coreografia, si passano tutti la mano fra i cappelli.
- Bhe...ecco...vedi...noi... - fingo una finta espressione arrabbiata - Ragazzi io... - dico in tono irritato - ...vi voglio bene, grazie per preoccuparvi per me - addolcisco alla fine.

Sembrano tutti sorpresi - Se però avete qualcosa da chiedermi, non mandate Derek solo perchè è il più grande, intesi? Non sono mica un drago che vi mangia, anzi...certe domande fanno paura persino a me - gli faccio un ultimo sorriso, per poi oltrepassarli, e fare una lingiaccia a Cristian.

Appena arrivo in camera un pensiero ha il sopravvento su tutto: tra 2 giorni saró di nuovo a scuola.
I compiti li ho già fatti, in teoria, ma ricontrollare non fa mai male.
Apro il quaderno di italiano, matematica, e fisica; si perfetto ho fatto tutto...che strano non mi ricordo di averli fatti. Vabbè sarà solo un semplice vuoto di memoria.
Apro l'armadio, ed estraggo i vestiti che mi metterò: un paio di jeans skinny azzurro chiaro, una maglietta bianca lunga, e una felpa grigia con lo stemma della scuola.
Li appoggio tutti sullo schienale della sedia, sperando che non si rovinino.

Oggi mi piacerebbe uscire, ad esempio potrei andare nel parchetto dell'altra volta, quello con gli amici di Zack. Perché no? Prendo una sacca, ci metto dentro il cellulare, dei soldi, le cuffiette, uno dei libri che devo ancora leggere, che si chiama "After", e una sciarpa.
Cavolo, con tutta questa voglia di andare, non mi sono accorta di essere ancora in pigiama...vabbè non ci dovrei mettere molto a cambiarmi.

Mi infilo velocemente una maglia nera lunga fino al ginocchio, e dei jeans normali. La doccia aspetterà fino a sta sera.
Scendo le scale velocemente - Ragazzi! Io vado a farmi un giro! Ci vediamo all'ora di pranzo! - subito spuunta Lucas - Ehi ehi ehi, dove vuoi andare? Ci vai da sola? Tieni la posizione accesa - sospiro - Tranquillo, andrò nel parchetto che mi ha fatto vedere l'altra volta Zack, quello... - si acciglia - ...QUELLO PIENO DEI SUOI AMICI TOSSICI PER CASO? TE LO SCORDI DI ANDARCI LI! NON FARANNO ALTRO CHE FUMARE E DROGARSI QUELLI LA - perché mai Zack dovrebbe avere amici così?

- Dai, cosa vuoi che mi succeda? - sembra sull'orlo di una crisi di nervi - Sei la mia sorellina, ti devo proteggere, anche a costo di romperti le palle - alzo gli occhi al cielo - Va bene ti prometto che non ci andrò, però adesso lasciami andare che sennò sto fuori 5 minuti e basta - annuisce, poco convinto. Sorrido, mi avvicino, e gli stampo un bacio sulla guancia.
Rimane fermo per qualche secondo, e ne approfitto per scappare.

Che bello, finalmente fuori! Che bella l'aria fresca, e poi sono da sola! Saranno i pochi momenti più spassosi della mia vita! Mi sento così libera, indipendente e...felice.
Penso che quasi tutti a scuola escano da soli, non dando neanche tanto valore al gesto di poterlo fare. Prendo un ultima boccata d'aria, iniziando a camminare.
Allora, devo solo ricordarmi la strada per quel "parchetto di tossici"...perfetto, usiamo il navigatore.

Dopo una mezz'ora abbondante, ci rinuncio: è complicato questo coso! Sbuffo, provando per la 6° volta a seguire il percorso azzurrino che mi indica il cellulare. Guardo solo il telefono, non tenendo d'occhio ciò che ho davanti.
Ad un tratto, vado a sbattere contro qualcuno, sentendo subito odore di caffè - Oh mio Dio, scusami, mi dispiace, non era mia intenzione! - alzo lo sguardo.

Davanti ho Edoardo, l'amico di Zack, quello che ho incontrato l'altra sera al parco - Ma...tu sei Edoardo - rimane serio, corrucciando la fronte - Scusami ragazzina? - non si ricorda il mio nome? - Ragazzina? Scusa ma... - mi interrompe - Senti, prendimi dell'acqua e un fazzoletto - rimango sbigottita - Come scusa? Sai il mio nome, smettila di... - mi interrompe nuovamente, sta' volta però, mi prende per il colletto della felpa, alzandomi leggermente - Vammi a prendere dell'acqua e un fazzoletto...non fare storie, intesi? Quel bel faccino potrebbe rovinarsi - tremo leggermente.

Mi stacco, guardandolo male. Entro dentro al bar poco distante, chiedendo dell'acqua e un fazzoletto.
Torno da Edoardo con le cose che mi aveva chiesto - Perché fai finta di non conoscermi? - mi strappa le cose di mano - Ma chi cazzo ti conosce - abbasso gli occhi - Va bene, ho capito, ciao - faccio per andarmene, ma mi prende per il braccio - Come minimo mi dovresti lavare la maglia, sai? - facendomi tenere ancora per il braccio, lo trascino dietro l'angolo, lontano dalla gente - Senti un po', non sai chi sono io? Davvero vuoi farmi credere di avermi rimossa dalla tua memoria come nulla fosse? Pensavo che non fossi coglione fino a sto punto - sta letteralmente fumando dalla rabbia.

- Chi cazzo ti credi di essere? Quanti anni avrai? 14? Bhe sai quanti ne ho io? - lo guardo dritto negli occhi, accigliandomi - Certo che lo so, ne hai 19, me l'hai detto tu al parco - rimane sorpreso. Dopo qualche istante gli scomapre l'espressione arrabbiata dalla faccia - Tu stai parlando del mio gemello, allora - spalanco gli occhi - Edoardo ha un gemello? - sorride - Si, sono Tobias - un brivido mi passa sulla spina dorsale - Io...adesso devo andare - mi volto, pregando dentro me stessa che si dimentichi di me.

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