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Sembra sorpreso - Ti do 5 minuti, poi mi rigiro - si volta. Mi slaccio le scarpe, mi tolgo i calzini, poi la maglia, e con un po' di esitazione anche i pantaloni. Rimango in intimo: è davvero giusta la cosa che sto facendo? Al diavolo, la vita è una sola.
Tolti anche questi ultimi vestiti, mi avvicino. Tossisco - Potresti spostarti? Senza girarti - va più avanti lasciandomi lo spazio giusto per farmi entrare - Sai nuotare vero? - proprio mentre mi lascio scivolare dentro, realizzo che non ne sono capace. Con una velocità che non credevo possibile, si gira, e mi afferra per le braccia - Perché non me l'hai detto subito? Se annegavi e non me ne accorgevo? - arrossisco - Non ci ho pensato...scusa - abbasso gli occhi. Mi scosta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sorridendomi dolcemente - Va tutto bene, tanto non è successo niente - lo guardo - Ora comunque voglio sapere la storia di questo posto - mi guarda - L'ho scelto come posto speciale perché...mi piaceva - non ci credo, che stronzo! - Brutto pezzo di... - non riesco a finire la frase, che già mi prede entrambe le mani, mettendomele dietro la schiena - Scusa? - ha gli occhi più scuri, come se dentro ci fossero dei piccoli pezzi di carbone - No...niente - i miei occhi inevitabilmente si fissano sulle sue labbra, che si avvicinano sempre di più.

Il mio petto tocca il suo e subito guardo verso il basso. Mi lascia le mani, mettendomene una dietro alla schiena per tenermi, e l'altra sulla guancia - Che hai? - mi chiede - Ci stavamo...toccando - indico i nostri petti - Ah intendi che le tue tet... - lo interrompo - Si - rimane immobile - Ti da fastidio? - scuoto lievemente la testa - Allora non di darà fastidio se faccio così - si appiccica totalmente a me, premendo il mio seno contro il suo petto. Mi scappa un gemito che a lui non passa inosservato.

- Cos'era quel verso? Ti piace forse? - mi sento terribilmente a disagio - Aspetta... - cerco di respingerlo mettendogli le mani sul petto, ma mi avvinghio ancora di più a lui. È così caldo, e soffice, ma anche duro allo stasso tempo, che è impossibile non rimanerci abbracciata.
Siamo legati da qualcosa adesso...qualcosa che supera l'amicizia.
Incrocio il suo sguardo. Ha gli occhi che brillano. Inarco la schiena, e sento che mi tira su. I nostri volti sono così vicini, che i respiri si mischiano.
All'improvviso, vedo Matt: il volto di Tobias diventa quello di Matt.
Spalanco gli occhi, e inizio a tremare, cercando di staccarmi. Peccato che non ci tocco. Mi sento sprofondare, ma ad un tratto, qualcuno mi afferra il braccio, tirandomi su.

- Ma che ti è saltato in mente Eve? Io provo a baciarti e tu reagisci così? Dimmelo se ti faccio così schifo - mi passo un po' d'acqua sul viso - Io...devo dirti una cosa. Qualche mese fa un ragazzo di nome Matt, dopo varie cose successe, mi ha "rapita" e chiusa in una casetta sul lago. Mi ha baciata, e poi costratta a baciarlo. Scusa, ma quando ci siamo avvicinati, ho visto la sua faccia - mi abbraccia - Non ne avevo idea. Perdonami - mi aggrappo a lui - Non potevi saperlo, fa niente - gli accarezzo la testa.

- Forse è il momento di andare ad asciugarsi - sorride - Sei uno stronzo - gli dico, con la voce più gentile dell'universo - Potrò essere stronzo quanto vuoi, ma senza il mio aiuto rimani in acqua - arrossisco - Devi per forza guardarmi? - mi afferra all'improvviso, passandomi le braccia sotto al sedere. Mi irrigidisco.
- Sta ferma - il busto esce dall'acqua, rendendo visibile il mio seno.
Mi poggia sul piccolo ponte, rimanendo di fronte a me - Devo dire che... - arrossisco - TU NON DEVI DIRE NIENTE, VA BENE? VOLTATI E FA MENO IL DEPRAVATO GRAZIE - ubbidisce senza fiatare, mi alzo, e corro verso i miei vestiti.

Fortunatamente sono ancora qui. Provo ad asciugarmi leggermente con la maglietta, giusto per infilarmi l'intimo. Sento dei passi dietro di me - Vedo che la signorina si è già vestita - alzo le sopracciglia - Vedi bene - mi mette una mano sul fianco, venendo dietro di me - Prima potevo vedere ancora meglio però - sento come se avessi qualcosa di morbido e bagnato poggiato sulla schiena. Sempre da dietro di me, mi scosta i capelli da un lato, ispirando forte - Tobias, non dirmi che quella cosa appoggiata alla mia schiena è il tuo... - non continuo la frase. Si stacca un pochino - Vedo che li riconosci. Ne hai mai toccato uno? - inarco la schiena per scappare, ma mi tiene dai polsi - Ferma - mi agito - Tobias, cosa stai facendo? - poggia le sue labbra al mio collo, e subito mi vengono i brividi - Tobias... - piagniucolo.

Mi lascia stare - Ma che problemi hai? - mi volto. Per poco non ringrazio Dio: la cosa "morbida e bagnata" era un pantalone un po' bagnato, legato alla vita come fosse una cintura - OH MAMMA MIA PENSAVO MI AVESSI APPOGGIATO IL TUO COSO SULLA SCHIENA - scoppia a ridere, cosa che faccio anche io.

Sento che le avventure con questo ragazzo non finiranno mai.

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