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Qualcosa mi dice che questo ragazzo non smetterà mai di stupirmi.
Rimango per qualche secondo ancora lì, con le guance rosse, e gli occhi persi nel vuoto, ancora pensando alla scena di prima. Però devo muovermi, altrimenti lo farò aspettare troppo, e magari si annoierà.
In poco tempo di spoglio, ed entro nella vasca.
Subito l'acqua calda mi provoca dei privi di in tutto il corpo, ma dopo un po' mi abituo alla temperatura, e diventa piacevole.

Rimango lì immersa fin quando non inizio a vedere la pelle delle braccia arrossata, e decido di uscire. Avvolgo il mio corpo in un accappatoio color crema: non è il mio, ma ho perso fin troppo tempo a lavarmi. Mi vesto velocemente con dei pantaloni comodi neri, e una maglia grigia a maniche corte.
Esco dal bagno, e vado dritta in camera mia, con i capelli ancora avvolti in un asciugamano; muoio dalla voglia di vedere cosa stia facendo Tobias.

Apro la porta, e per poco non mi metto a ridere. Ha aperto il mio armadio, ha preso della mia biancheria intima, e la sta guardando come per studiarla - Tobias? Ma che stai facendo? - scoppio a ridere, entrando nella stanza, e chiudendo la porta - Eh io? Beh...stavo solo guardando queste cose. Cosa c'è di male? - il suo tono fa percepire tranquillità in ciò che dice, ma ha il viso totalmente rosso - Ma che bisogno c'è di guardare la mia biancheria intima? Mi hai già vista nuda - appena termino la frase, ripiega il reggiseno che aveva in mano, e lo mette dove lo aveva trovato.

- Si ma...va bene, scusa - ridacchio, avvicinandomi - Ma no, non scusarti. È stato bello metterti a disagio - gli lego le mani dietro al collo - Se fossimo a casa mia non avresti tutta questa sicurezza - sorride maliziosamente - Beh...forse, ma adesso siamo qui - cerco di nascondere il formicolio che mi ha fatto venire al basso ventre con sole queste 10 parole.

Qualcuno che bussa alla porta mi distrae dai miei pensieri interni - Avanti - dico, girandomi in direzione della porta. Vedo Alex - Pensavo di non trovarvi in queste condizioni, ma meglio così. È pronto, venite giù? - annuiamo. Alex scompare nel corridoio, così decido di avviarmi anche io, ma Tobias mi trattiene dal polso - Qualcosa non va? - chiedo, facendo un passo nella sua direzione - Guarda che ti ho sentita tremare quando ho accennato a casa mia - divento rossa all'istante - Ma no...ero solo assorta nei miei pensieri - cerco di mascherare la situazione - A me non le racconti palle. Quando ti faccio sentire come poco fa, dimmelo - mi prende la testa tre le mani - Non significa che mi fosse venuta una voglia improvvisa di farlo - il mio tono tradisce la mia faccia sicura.

Sorride, mi gira, e mi fa camminare verso il corridoio - Certo certo - e ci dirigiamo verso la sala da pranzo.
Non si come mai, ma voglio sempre sentirmi così, per tutta la vita; solo lui è capace di farmi rabbrividire con uno sguardo, e tranquillizzarmi con una carezza. Voglio dargli tutto l'amore che ho da offirire.

Un forte odore di pizza mi distrae dalle mie riflessioni profonde - Se mi dite seriamente che avete fatto tutto voi mi metto a ridere - dico guardandoli - Diciamo che oggi il nostro Derek ha avuto un'aiutante - spalanco gli occhi - Dimmi che stai parlando della poliziotta - guarda fuori dalla finestra per evitare di rispondermi - Ti si legge in faccia, anche se non lo ammetti. Allora, com'è? È simpatica? Chiedo, sedendomi vicino a Derek, messo a capotavola - Per me è perfetta. Non ha bisogno di niente, ha tutto: sa cucinare, è bella, è simpatica, e profuma di menta - ridacchio - Non dirmi che ti sei messo ad annusarla! Hahahaha - mi guarda male.

- Non ce n'è stato bisogno, riconoscerei quel profumo a 1000 metri di distanza - sorrido, toccandogli la spalla - È bello vederti innamorato - corruga la fronte - Mangia la pizza e sta' zitta - guardo Tobias vicino a me, che mangia di gusto - Ti piace vedo - sorride, guardandomi con degli occhi da bambino.
La cena prosegue con battute varie di Derek, complimenti sul cibo, e ricordi di quando si era piccoli. Mi ha fatto piacere questa serata.

Sparecchiamo "tutto insieme" tranne Lucas che se ne scappa in salotto, con la scusa di iniziare a preparare la televisione per vedere la partita. Mi sembra una cosa abbastanza ridicola fare decisioni del genere con l'aiuto di una partita di calcio, ma sorvoliamo.
Prima di uscire dalla cucina, lancio uno sguardo a tutti: sono stupendi tutto insieme che collaborano per mettere i piatti, le stoviglie, e i bicchieri a posto; se potessi tornare a qualche settimana fa, cambierei completamente l'idea di una "famiglia perfetta" che mi ero fatta in testa...altro che tutti riuniti attorno a un fuoco con i maglioni natalizi abbinati, nel mio caso mi va più che bene l'immagine di loro che sorridono mentre lavano, asciugano, e mettono in ordine la cucina.

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