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Quanti Tobias ci saranno in giro per la città? Spero molti.
Scappo letteralmente da quel ragazzo per paura di ritrovarmelo davanti all'improvviso. Ma che ho fatto? Gli ho seriamente rovesciato il caffè addosso, e dato pure del coglione urlandogpi in faccia? Temo di si.
Ah uffa, oggi doveva essere una bella giornata...no ma non ci posso credere!

Devo assolutamente tornarmene a casa, almeno eviterò di mettermi ancora di più nei casini. Racconterò ai miei fratelli quello che ho fatto? Conoscendomi, no, ma conoscendo loro...me lo faranno sputare subito fuori. Si arrabbierano, ma so che sarà solo per il mio bene.

Arrivo a qualche metro dal cancello di casa. Aspetto qualche minuto per riprendermi. Mi appoggio al muro con la schiena, scivolando sempre di più, fino ad arrivare col sedere per terra. Prendo un bel respiro, guardando il cielo: il sole è leggermente coperto dalle nuvole, e la leggera aria che soffia, è fresca. Si sta davvero bene.

Amo le giornate così, è un peccato che questa si sua rovinata. Prendo un bel respiro, alzandomi ed entrando nel giardinetto di casa - Ciao Eve, come mai già di ritorno? È successo qualcosa? - la voce di Derek mi fa sobbalzare - Ma no niente di che...tutto a posto - faccio per entrare - Dai su dimmi tutto. Inizia con lo spiegare il tuo strano odore di caffè - mi si drizzano i capelli - Bhe, ecco, vedi, è che...ho scontrato un ragazzo e gli ho rovesciato il caffè addosso - abbasso lo sguardo - Oh capisco. Gli hai ripagato il caffè vero? - tossisco lievemente, mentre i suoi occhi mi analizzano - Ma si, certo - no cavolo! Mi sento in colpa, anche se...vabbè lasciamo perdere, se mai mi capitasse di incontrarlo nuovamente...glielo ricompreró.
Scappo letteralmente dall'interrogatorio di Derek e vado in bagno.

Appena chiudo la porta, mi spoglio totalmente: ho bisogno di farmi una doccia.
Qualche decina di minuti dopo già dentro, mi accorgo di non essermi presa niente. Ottimo, brava Eve, brava davvero. Ci rimango per 30/40 minuti al massimo, per poi decidere di non farmi diventare la pelle tutta raggrinzita.

Mi lego un asciugamano attorno al corpo, e uno dai capelli. Evito di guardarmi allo specchio, visto che è un vecchio nemico.
Esco velocemente dal bagno, e vado dalle scale. Non incontro nessuno: meglio.

Arrivata in camera, prendo dei vestiti comodi per stare in casa. In poco tempo mi vesto, e lascio i capeli bagnati, che poi lego i due treccioline. Ho i capelli lisci e sotto alle spalle...non mi sono mai piaciuti: mi fanno sembrare...ancora più strana di quello che sono.

Sospiro, buttandomi sul letto, sentendo subito dopo bussare alla porta - Si? - entra Lucas - Ciao, che ne diresti dopo di andare in giardino e fare qualche tiro? - so perfettamente che intende "Vuoi giocare a basket con me, come ai vecchi tempi?". Non posso fare a meno di sorridergli - Si, ma a una condizione - si appoggia allo stipite - Dimmi - ha un'espressione da cane bastonato che mi fa leggermente tenerezza - Poi ci dobbiamo guardare un film tutti insieme. Ah e sarei tu a convincere gli altri - gli cadono le braccia.

- Dai Eve, lo sai che tutti hanno i loro impegni e che non accetteranno facilmente - sbuffo - Va bene, guardiamocelo noi due, ma lo decido io - incrocio le braccia al petto, e fingo un'espressione da "bambina che fa il broncio". Annuisce grattandosi la testa - Mettiti una maglietta a maniche corte, potresti poi accaldarti, e non vorrei mai che usassi questa scusa nel caso vincessi io - gli tiro un cuscino, facendogli una smorfia.

- Ha parlato quello che non arriva neanche al canestro - rido, non accorgendomi del cuscino che mi sta arrivando in faccia.
Cavolo che botta. Anche se è un cuscino, mi ha fatto male. Sento dei passi che si allontanano di fretta dalla porta.

Lo avrò ferito? Se aveva delle insicurezze sulla sua altezza (anche se non ha niente di cui preoccuparsi) la mia battuta gli deve aver dato fastidio...cavolo che stupida. Sono la prima che si offende per qualunque cosa, e poi dico queste cose...mi sento in colpa.

Vado in corridoio, girandoper camera sua - Ehi, Lucas. Sono Eve. Riguardo a prima...scusami, non volevo dire quello che ho detto. Non sei basso, e poi detto da me, non devi preoccuparti. Sei fantastico così come sei. Non importa a nessuno dei tuoi difetti, perché sei così buono che nessuno se ne accorge. Scusami - rimango dalla porta per ancora qualche secondo.

Ad un tratto, una mano sulla spalla mi fa sobbalzare - Che fai dalla porta di camera mia? - non so se ridere o piangere - Io...cioè tu...ma non eri...senti lascia stare - ridacchio, scompigliandogli i capelli - Quando sei pronto chiamami - annuisce, rimettendosi a posto il ciuffo.

CHE. FIGURA. DI. MERDA.
Ma si dai, la vita ne è piena...una in più, una in meno non cambia nulla.

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