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Sento lo stomaco stringersi - Ora vado di sopra, e per favore, cercate di non farlo sul divano - arrossisco, tossendo lievemente - Rilassati e vai pure, in fondo dobbiamo ancora conoscerci - Edoardo sembra se ne stia per andare, ma all'affermazione del fratello lo guarda divertito - Non credo che per te sia un problema, Tobias, in fondo quante ragazze ti sei fatto senza sapere nemmeno i loro nomi? - inizio a sentire caldo.

Tobias rimane zitto facendo solo un verso al quanto strano, simile a un ringhio. Ungoio la saliva, e mi volto verso di lui - Non sono una ragazza così facile, mi spiace - facendogli l'occhiolino. Rumaniamo qualche secondo a fissarci, per poi sentire i passi di Edoardo salire le scale.

Riprendo a respirare - Che ti andrebbe di fare? - alla sua domanda assumo un'espressione interrogativa - Per me va bene tutto, di solito non sono una che si lamenta molto - lo vedo sorridere maliziosamente - Ti andrebbe di fare un giro? - si passa una mano tra i capelli, andando verso un appendiabiti, e afferrando una giacca - Ehm...va bene. Dove vuoi andare? - estrae dalla tasca destra le chiavi per una qualche macchina sicuramente costosa - Ti va di andare nel bar vicino al parco? Quello a circa 1 isolato dal fiume, hai presente? - annuisco, anche se non ho la più pallida idea del posto che intenda.

Usciamo dalla casa, andando davanti al garage. Quando si apre vedo subito una moto nera con vari schizzi blu, simile a una da cross - Ecco qua. Tieni - mi dice, porgendomi un casco - Non sono mai stata in moto - si gira, e mi guarda con gli occhi spalancati - Non è difficile stare seduta e tenerti a quello davanti, te lo garantisco - il suo tono è scherzoso, ma la dua faccia sconvolta.

Prendo un bel respiro, per poi mettermi il casco. Chiudo bene la borsa, rimanendo poi incantata a guardarmi le scarpe. Sento una leggera botta sulla testa - Dai sali - mi avvicino lentamente, osservando Tobias che la mette in moto. Con un coraggio che non pensavo di avere, gli afferro saldamente le spalle, tirandomi sú abbastanza da poggiare il sedere sulla moto. Dopodiché faccio passare una gamba dal lato opposto, posizionandomi meglio per essere comoda - Visto? Niente di difficile - annuisco - Le mani dove le devo mettere? - in poco mi prende per i polsi, legandoli alla sua vita così snella e tonica - Visto che è la prima volta che ci sali, ti consiglio di rimanere così, perché non sono uno che va molto piano in verità - sorrido, rimanendo nella posizione in cui mi ha messa.

Usciamo dal garage, e successivamente dal grande cancello. Poco dopo sento l'aria attraversare i miei vestiti, e sfiorarmi la pelle. Non ho freddo, perché toccando Tobias mi sento più al caldo. Peccato non riesca a sentire il suo odore con questo casco che mi fa solo sembrare un'astronauta.
Dopo circa mezz'ora siamo arrivati davanti ad un locale che si chiama "Mark's cafè". È un posticino abbastanza carino, sopratutto per il bellissimo bosco che ha dietro.

Tobias parcheggia la moto, per poi scendere e togliersi il casco - Allora? Come sono andato? - sorrido, per poi ricordarmi che non può vedere se lo faccio - Bene, mi sono rilassata. Ma preferisco l'auto - mi porge la mano per aoutarmi a scendere. Quando ho di nuovo i piedi per terra mi sfilo il casco, porgendoglielo.

Entriamo nel locale, con tutta la gente che ci fissa - Mark! - urla Tobias, andando al bancone. Lo seguo per non rimanere impalata li - Ehi Tobi, come va? - dice un uomo sui 30 anni appena uscito dalla cucina - Zio! Tutto bene, tu? Come vanno gli affari? - i due si avvicinano - Non c'è male. Dai vieni che ti offro una birra - Mark mette una mano sulla spalla a Tobias, in segno di seguirlo - Zio, c'è anche lei. Si chiama Eve, e...diciamo che ci conosciamo - si scambiano uno sguardo d'intesa, venendo da me - Piacere bellezza, io sono lo zio di questo grandissimo stronzo, ma puoi chiamarmi Mark - Tobias gli da una leggera spallata - Molto piacere, io sono Eve Cooper - ci stringiamo la mano sorridendo - Va bene piccioncini, che ne dite di un bel tavolo sopra? È presto, si potrebbe vedere un magnifico tramonto - Tobias sbuffa ridendo - Zio non me la sono ancora portata a letto, e poi se servirebbe un semplice tramonto per riuscirci a sto punto non sarei qui - i due ridono alla battuta, mentre io li guardo solamente, arrossendo leggermente.

Seguiamo Mark lungo delle scale a chiocciola - Ecco, prendete pure quel tavolo laggiù. Tra poco vi mando André per ordinare - ci accomodiamo al tavolo che ci ha indicato - Ti piace qui? - annuisco - Si, si vede il parco - si gira nella direzione in cui sto guardando - Da bambino qui ci venivo così spesso, che adesso fa strano vedere un intero bosco qua dietro - non so come mai, ma la mia mente pensa subito a un piccolo Tobias Saint Claire, qui, che guarda le macchine che passano, insieme allo zio magari, nel mentre che fanno a gara a chi dice per primo il colore del veicolo visto.
Non so come mai ma questa nuova versione di lui mi fa battere il cuore più velocemente.

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