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Chiudo a chiave la porta di camera mia, prendendo una coperta di pail da sopra l'armadio. Me la avvolgo intorno, sedendomi sul letto e afferrando i fazzoletti - Se era una prova, perché sto cosi male? - sussurro. È uno dei miei grandi difetti: la sensibilità. Quando litigo, quando succede qualcosa di particolare, o anche quando qualcuno a cui voglio bene, sta male, mi viene da piangere. Non so reggere le cose forti, e non lo sopporto. Sono costretta sempre a guardare verso il basso, o altrove, per non far scendere le lacrime.

Qualcuno bussa, facendomi svegliare dal mio sonnellino ad occhi aperti - Chi è? - la voce tremante mi tradisce - Sono Lucas, apri - tiro silenziosamente su col naso - Scusa ma... - dei colpi insistenti mi fanno sobbalzare - Apri - con le braccia ciondolanti e la testa verso il basso gli apro - Che vuoi? Senti, ti voglio bene, ma... - mi si butta letteralmente addosso - CHE HAI COMBINATO QUANDO ERI FUORI!? - ingoio la saliva, facendo un passo indietro - Che...che intendi? - mi passa un foglio con sopra il mio nome, e quello di un certo "Tobias Saint Claire". Sbianco.

- Cosa...cosa c'è scritto? - mi guarda con gli occhi colmi di rabbia - Non mi interessa cosa c'è scritto, mi interesaa che tu chiuda subito tutti i rapporti con lui - apro la lettera, e inizio a leggerla.

- Cara "ragazza macchia magliette" sono Tobias, il gemello del ragazzo che pribabilmente hai incontraro un paio di giorni fa; volevo invitarti nella mia casa per bere un caffè, e magari trovare un modo per "ripagarmi" dell'estrema pazienza che ho avuto nei tuoi confronti. Accetta, e vieni domani alle 14:30.
P.s. spero che l'idea della lettera ti sia piaciuta.
P.s.s. le ragazze puntuali mi fanno impazzire - la lettera finisce col suo indirizzo, lasciandomi a bocca aperta.

- Io...credo di dovermi un attimo sedere - mi accomodo sul letto, tremando - Eve, che è successo? - sembra essere più calmo - Ero andata con Zack in un parco, di sera: non riuscivamo a dormire - sorrido, ripensando a quei complici momenti, continuando - Avevamo sentito delle voci, ma erano solo i suoi amici. Disse che eravamo amici, non fratello e sorella, poi si mise a parlare con gli altri, mentre uno teneva gli occhi puntati su di me - si avvicina - Ti ha fatto qualcosa? Giuro che... - lo interrompo, riprendendo - Si avvicinò nell'altalena accanto alla mia, e iniziammo a parlare. Mi disse il suo nome, e parlammo un altro po'. Dopo ancora io e Zack ce ne andammo - volto la testa verso di lui, che mi guarda con degli occhi interrogativi.

- Oggi, stavo camminando, e per sbaglio scontrai un ragazzo identico a quello che avevo incontrato con Zack. Ma non era lui, era il suo gemello...Tobias Saint Claire - questo ragazzo, incute paura già solo con il nome e cognome, figuriamoci se si arrabbia...motivo che mi costringe ad accettare il suo invito.

Mi metto in piedi di scatto - Io devo andarci. Pensa se lo facessi arrabbiare...cosa succederebbe? Cosa farebbe? Se vi prendesse in qualche modo e... - viene di fronte a me, guardandomi negli occhi, e mi abbraccia - Andrà tutto bene. Non devi andare per proteggerci, quello è il nostro compito - lo stringo a me a mia volta.

- No, io...penso anche di volerci andare. Se poi mi darà fastidio, me ne andrò...promesso - mi guarda come se fossi pazza - Io...sei sicura? - annuisco - Non è niente di impossibile - si passa una mano fra i capelli - Va bene, ti coprirò con gli altri, ma se senti che qualcosa non va, scappa - sorrido, tenendolo ancora un po' addosso a me - Dai su, basta abbracci - gli metto le braccia al collo, lasciandomi cadere.

Un secondo dopo, sento che ha perso l'equilibrio, e che sta cadendo sopra di me. In poco, ci ritroviamo sul letto, con i suoi occhi dentro ai miei - Hai gli occhi della mamma - sorrido al suo complimento - I tuoi invece sono...caspita ma che colore hai? Da quando sono così scuri? - mi avvicino al suo volto, e noto che diventa leggermente rosso - Non starmi così appiccicata - per la prima volta, mi sembra di avere il coltello dalla parte del manico - Altrimenti? - prova ad alzarsi, ma le mie mani scivolano sulla sua nuca prima che lui riesca a fare un movimento, e lo avvicinano al mio volto.
- Eve...che stai facendo? - sembra in imbrazzo, ed è cosi...eccitante.

- Sai...da bambina ero innamorata follemente di te...eri l'unico che cercava di proteggermi da tutto e da tutti. Sei sempre stato il mio eroe - si acciglia - Adesso smettila di giocare, lasciami o ti farai male - il suo tono severo mi riporta bruscamente alla realtà - Io...scusami - mi sacco subito.

Se ne va via subito, sbattendo la porta.
Ma che mi è preso? Prima Zack stava cercando di mettermi alla prova, ma sono sicura che io non volessi affatto mettere Lucas alla prova...ma che ha questa famiglia nel DNA? Sbuffo.
Magari potrei iniziare a preparare i vestiti per domani.

- Tutto questo è surreale... - sussurro, riferendomi a Tobias, e a quello che stavo facendo prima.

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