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Parcheggia non molto lontano da casa mia - Allora...che tipi sono i tuoi fratelli? Sai, se devo dire che usciamo insieme vorrei sapere... - non si sarebbe dovuto sapere che uscivano insieme - Senti, questo poi magari glielo dirò io con calma. Tu preoccupati solo di rassicurarli sul fatto che sei una brava persona, va bene? - si fermarono entrambi sul marciapiede.

Gli occhi incollati, e le mani intrecciate, avrebbero fatto intendere a chiunque fosse passato di li, che tra loro è nato qualcosa - Va bene ho capito. Ma mi dovrai un favore - disse con il sorriso, accarezzando piano la mano di lei con il pollice - Va bene. Dai andiamo - si sorrisero entrambi.

Se quello significava essere innamorata, o libera, o semplicemente felice, Eve desiderava sempre sentirsi così: con un formicolio allo stomaco, le pupille dilatate, e un sorriso che dopo un po' faceva male alle guance.

Arrivarono davanti al cancello - Dai non sono dei mostri, non preoccuparti - scuote la testa - Sono più agitato per come possa apparire a loro sinceramente - mi sfugge un piccolo sorriso, prima di suonare il capannello. Dopo poco si apre, insieme alla porta di casa, da cui escono Lucas e Zack.

Hanno lo sguardo puntato su Tobias - Ehi ciao, ragazzi lui è Tobias. Tobias, loro sono Zack e Lucas - ed ecco la parte imbarazzante. È calato il silenzio.
Si lanciano occhiate come se riuscissero a comunicare tra di loro nella testa - Bene. Ciao Tobias, come va? Ti va di entrare? - esordisce Lucas dopo mezzo minuto di silenzio - Oh certo va bene - così ci dirigiamo tutti e 4 dentro casa.
Mentre Zack e Lucas sono girati, ne approfitto per mimare un "vai alla grande" con la bocca, e sfiorargli la mano, cosa che lo fa sorridere.

Entrati dentro, ci piombano addosso Cristian e Derek, mantenendo un comportamento educato - Ehi Eve...oh lui deve essere Tobias, piacere Derek - mio fratello gli porge la mano, cosa che mi lascia un po' stupita. Si salutano, nel mentre che Cristian da dietro mi guarda male a braccia incrociate - Che ne dite se andiamo in cucina a bere qualcosa? - propone Zack.

Tutti annuiscono, e Tobias sembra trovarsi a suo agio. Prima di entrare in cucina lo prendo dalla mano, facendolo voltare verso di me - Come ti trovi? - sorride, guardandomi negli occhi - Bene, tutto sommato non sembrano così tanto dei mostri - sussurra. Effettivamente è così, ma non ha vissuto con loro fino a qualche mese fa quindi non dovrebbe essere troppo sicuro su questa cosa - Sono rimasta stupita quando vi siete stretti la mano tu e Derek, l'ho visto così educato solo a scuola quando ha preso il diploma, anni fa - si gratta la nuca - Sono felice che sia stato cordiale e non mi odi...al contrario di quello dietro di lui prima - guardo per terra.

- Mi sa che non stava guardando te...comunque sia, vedrò di parlargli e capire qual è il problema, va bene? - non fa in tempo a rispondere, che sentiamo la voce di Lucas - Dai venite - spero che non ci abbiano sentito sarebbe imbarazzante.
- Cosa preferisci Tobias, un caffè, una birra, o non so, una spremuta...? - chiede Cristian; spero non sia una di quelle domande per vedere se è capace di controllarsi o dire "no" a una birra - Avete il The alla menta e zenzero? - per poco non mi parte una risata.

Tutti si guardano chiedendosi se sta scherzando o è serio - Si, è nella credenza, ora lo preparo subito. Qualcuno ne vuole una tazza? - sono l'unica a berlo qui in casa, quindi ne prendo 2 bustine. Questo The è davvero miracoloso per lo stress, ti rilassa il corpo, e ti scalda lo stomaco: lo prendevo spesso quando mi svegliavo di notte e avevo qualche incubo.

Mentre mi giro per vedere come se la passa Tobias, riecco Cristian che mi fissa in modo...arrabbiato? Non lo so, ma è davvero inquietante. Nel mentre il nostro ospite sembra come circondato da amici: ridono, scherzando, si fanno battute a vicenda...un po' lo invidio, dovrei essere io quella ad avere più confidenza con la mia famiglia, non Tobias. D'un tratto mi acciglio: non mi va più il The.
Tolgo la mia bustina, la butto nervosamente nella spazzatura, e aspetto 5 minuti. Quando mi sembra pronto rovescio tutto in una tazza, prendo un cucchiaino, e glielo porgo - Tieni. Io ora vado a cambiarmi, ci vediamo dopo. Ciao - e vado dalle scale.

Non ci posso credere, perché con lui è così facile? Perché io a stento riesco a portare una conversazione oltre i 5 minuti con loro, e lui invece lo fa come se fosse normale? Entro in camera e sbatto la porta, buttandomi sul letto. Li conosco da tutta la mia vita, e non sono mai stati così con me, che bisogno c'è di esserlo con un estraneo?

Mi si bagnano gli occhi, ma non ci faccio caso: voglio piangere. Visto che ho bisogno di calmarmi un po', prendo dei vestiti per stare in casa, un'asciugamano, l'intimo, e vado in bagno.
Non c'è niente di meglio di un bel bagno caldo per sciogliersi un po', no? Lo spero.

DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora