Capitolo 17

3.6K 97 17
                                    

1998

Era una delle tante giornate cupe e grigie. Si era dimenticato come era fatto il sole, ormai. Era sempre più pallido e magro, si sentiva perso, svuotato. Cercava di trascorrere più tempo possibile da solo. I suoi non comunicavano più, nè con lui nè tantomeno tra loro. E lui ne era grato, in fondo. Cosa mai avrebbero avuto da dirsi? Erano inermi ed impotenti, all'interno della loro stessa casa. Erano stati privati persino dei loro pensieri.

Giorno dopo giorno doveva ricorrere frequentemente all'occlumanzia: per resistere a Voldemort, che spesso si aggirava per i corridoi del Manor, e a sua zia Bellatrix, che oramai risiedeva lì stabilmente.

Quando poteva si rintanava in camera sua, al buio, in compagnia dei suoi soli pensieri, nei rari momenti in cui poteva concedersi di pensare.

Quella giornata era iniziata come una di quelle buone. Voldemort era fuori, alla ricerca di chissà cosa, e la maggior parte dei mangiamorte era in missione alla ricerca di Potter. Solo Bellatrix si aggirava furtiva per i corridoi del Manor. Era proprio da lei che si nascondeva adesso, chiuso in una vecchia e polverosa stanza degli ospiti, dimenticata persino dagli elfi domestici.

Erano trascorse ormai un paio d'ore da quando si era chiuso lì dentro, da solo. Si chiese che cosa stessero facendo i suoi amici in questo momento. Sicuramente stavano meglio di lui, almeno i loro genitori non li avevano venduti a Lord Voldemort. La loro casa non era il quartier generale dei mangiamorte, non c'era nessun serpente gigante che strisciava per i loro corridoi.

Si crogiolava nei suoi pensieri, guardando fuori dalla finestra, lo sguardo puntato verso l'immenso giardino. Persino le rose sembravano aver perso il loro colore di questi tempi. Quelle rose rosse... Per quanto si sforzasse di non pensarci, la sua mente proiettò l'immagine della grifondoro. Ma ormai le casate non erano più così importanti, vero?

Chissà dove si trovava adesso, dove si era nascosta. Il pensiero che le stessero dando la caccia gli fece venire la nausea. Provava pena per lei. Lui stesso l'aveva sempre insultata e le aveva spesso augurato il peggio. Ma erano solo parole. Non si era mai soffermato più di un momento sul significato di ciò che diceva. Ma quello che stava succedendo adesso, quello che stavano facendo a lei e a quelli come lei... Ovvio che non era d'accordo. Come avrebbe mai potuto esserlo? Come potevano tutti credere che fosse giusto?

Con lo sguardo ancora puntato fuori dalla finestra colse delle figure incappucciate materializzarsi al di fuori dei cancelli del Manor.
Mandò giù le sue emozioni, prendendo un profondo respiro ed isolando la sua mente. Lasciò la stanza, avanzando a passi lenti e decisi verso il piano di sotto. Il suo momento di pace era finito.

Era quasi giunto a destinazione quando si ritrovò davanti proprio suo padre. Gli occhi lucidi e rossi, solcati da profonde occhiaie viola, ancora più profonde delle proprie.

"Draco" esitò Lucius, allungando un braccio verso di lui. "Vieni" gli disse, conducendolo verso il salone. "Stavo cercando proprio te".

Quelle parole fecero gelare il sangue nelle sue vene. "Che cosa succede?" chiese, sforzandosi di mantenere la calma.

Le mani di Lucius tremarono, qualcosa brillò nei sui occhi. Lo stomaco di Draco si attorcigliò su se stesso, mentre la bile risaliva lungo il suo esofago. Fece il suo ingresso nel salone, dal quale poteva udire la voce furiosa e divertita di sua zia Bellatrix. Sua madre era in piedi, immobile, in un angolo della stanza, di fianco all'enorme caminetto. Guardava altrove.

I suoi occhi scansionarono l' enorme salone. Si sentì mancare la terra sotto i piedi, mentre i suoi polmoni lottavano per espandersi contro la sua gabbia toracica, improvvisamente privi di aria. Se solo avesse potuto, sarebbe andato in iperventilazione. Una piccola parte della sua mente, seppellita sotto strati di magia oscura ed occlumanzia, stava avendo un attacco di panico. Ed il suo corpo lo sentiva, seppur impossibilitato a reagire.

Legati [Dramione, omegaverse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora