Capitolo 6

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Il giovane serpeverde si trattenne ben oltre il coprifuoco nella biblioteca, ripetendo tecniche di occlumanzia, meditazione e rilassamento che aveva già usato in passato, sebbene con fini diversi.
Se gli avessero detto che avrebbe utilizzato le stesse tecniche con cui aveva tenuto Voldemort lontano dai suoi pensieri per riuscire a condividere un dormitorio con Hermione Granger senza rischiare di saltarle addosso, non ci avrebbe mai creduto.
Eppure eccolo lì.

Hermione aveva concluso la sua cena e si era diretta verso la torre in cui si trovava l'ufficio della preside. Nonostante le innumerevoli cose inaspettate che aveva incontrato durante la giornata, dalle scuse pubbliche di Narcissa Malfoy alla notizia di dover condividere il dormitorio con suo figlio, la cosa che al momento la turbava e le faceva ribollire il sangue nelle vene erano state le improvvise attenzioni di Blaise Zabini.
Cercò di fare mente locale. Si erano mai salutati o rivolti la parola?
Non riusciva a ricordare nessuna particolare interazione con il moro serpeverde prima di quel giorno, tranne forse qualche piccolo gioco di sguardi durante le cene del Lumaclub il sesto anno. Pensò nuovamente a Draco. Non era più rientrato a cena dopo che la Mcgrannit lo aveva chiamato nel suo studio.
E se stessero ancora discutendo? Magari si era rifiutato di condividere il dormitorio con lei e stava tutt'ora protestando con la Mcgrannit. Forse, come era già successo in passato, sarebbe intervenuto suo padre a sistemare la situazione con un' ingente donazione di denaro alla scuola.

Lo avrebbe scoperto a breve.

Percorse il corridoio alla ricerca del quadro che, secondo le istruzioni della Mcgrannit, nascondeva l'accesso al dormitorio. Era facile intuire quale fosse: rappresentava i quattro fondatori di Hogwarts, e accanto ad esso vi era una teca con impressi i nomi di tutti i ragazzi e le ragazze che nel corso degli anni avevano rivestito il ruolo di caposcuola.
Ne riconobbe parecchi: da I più datati come Albus Silente, Tom Riddle, Minerva Mcgrannit, fino ai più recenti, tra cui vi erano ben tre dei fratelli Weasley: Bill, Charlie e Percy.
Notò con curiosità che anche i genitori di Harry, James Potter e Lily Evans, furono nominati capiscuola durante il loro settimo anno.
Si chiese come avesse potuto Harry non raccontargielo. Provò un'immensa tenerezza nei loro confronti.

Ed infine, ultimo aggiunto alla lista, figurava il suo nome accanto a quello di Draco Malfoy.

Sentì le gambe stanche e pesanti e desiderò solo sprofondare tra le coperte. Aveva avuto una lunga giornata. Pronunciò la parola d'ordine datale dalla preside, "Fenice", ed entrò.
Draco non era ancora lì. Si prese qualche momento per osservare la sala comune che aveva intorno.
Era grande quasi quando la sala comune di Grifondoro, ma era solo per due.
Fu piacevolmente colpita. Forse non sarebbe stato così tremendo come immaginava. C'era decisamente più che abbastanza spazio entrambi. Di fronte al caminetto vi erano due ampi divani e ogni parete ospitava stracolme librerie alte fino al soffitto. Fremeva all'idea di esplorare i titoli che ospitavano.
Dietro i divani vi erano due grandi tavoli, simili a quelli presenti in biblioteca.
Avrebbe avuto uno spazio tutto per sé per studiare, lontano dai continui sguardi sospettosi di Madama Prince in biblioteca e dalla confusione della sala grande.

Quasi tutto per sé, ricordò a se stessa.
Ma quella stanza era abbastanza grande affinchè potessero convivere pacificamente, ognuno con i propri spazi.
O almeno sperava.

Dove le alte librerie terminavano vi erano due piccole scale, una di fronte all'altra. Portavano alle loro rispettive stanze.
Su quella a destra vi era steso un tappeto rosso e giallo, su quella a sinistra uno verde.
Intuì facilmente quale era la sua.

Entrò in quella che sarebbe stata la sua nuova stanza. Era grande come il dormitorio che condivideva nella torre di Grifondoro. Ma questo era tutto per sé, non lo avrebbe condiviso con nessuno.
Il letto al centro dello stanza era lo stesso letto a baldacchino sui cui aveva dormito per i sei anni precedenti. Vi era anche una piccola scrivania.

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