Legati [Dramione, omegaverse]

Capitolo 22

Vorrei scusarmi con tutti per il ritardo di questo capitolo. Purtroppo dall'ultima pubblicazione ad oggi sono successe molte cose e per un problema personale non ho avuto nè il tempo ne la forza di scrivere. Ma non ho voglia di annoiarvi con i miei problemi, perciò veniamo al capitolo.

Avvertimento: il capitolo descrive scene di sesso con linguaggio esplicito. So che la storia, essendo un omegaverse, dovrebbe contenere certe scene. Tuttavia non vorrei rischiare che risultino troppo frequenti o ripetitive. Fatemi sapere la vostra opinione e se pensate che dovrei un po' limitare queste scene. Buona lettura ❤

Il suo corpo si sentiva vivo come non mai. I suoi sensi erano in estasi. Hermione dormiva contro il suo petto. La notte era silenziosa e tranquilla, il rumore dei suoi respiri si intrecciava a quello delle onde del mare che si infrangevano sulla scogliera.

Accarezzò i suoi capelli arruffati, così straordinariamente soffici. Spesso aveva immaginato come sarebbe stato affondare le proprie dita in quella massa disordinata di ricci, ma non aveva mai pensato che potessero essere così morbidi. Era stata una piacevole sorpresa, insieme a tante altre cose.

Il suo cuore batteva ancora rapidamente. Nonostante avesse perso il controllo, non sarebbe mai arrivato al punto di morderla. Non poteva farle questo dopo ciò che aveva passato.

Non era ciò che lei desiderava davvero, continuava a ripetersi. Era stato un effetto degli ormoni, della paura, del trauma che aveva vissuto. Se lo avesse voluto davvero...

No, non voleva illudersi. Probabilmente una volta riacquistata la lucidità si sarebbe ricreduta, forse l'avrebbe persino ringraziato per non averla morsa. O forse sarebbe scappata via terrorizzata.
Ma intanto poteva godersi la sua presenza, almeno per qualche giorno ancora.

Non aveva idea di quanto tempo fosse effettivamente passato da quando era entrata in calore. Ciò avrebbe certamente condizionato il tempo che le restava da passare insieme a lei.

Ricordò ciò che aveva ammesso a sè stesso la sera precedente: per lui non c'era ormai più alcuna differenza. Che fosse Hermione Granger o la sua omega non era importante. L'amava e basta. Era un sentimento talmente profondo e viscerale che non poteva, e non voleva, credere fosse dovuto solo agli ormoni.

No, non lo era. Il cambiamento dell'ultimo periodo aveva solo accentuato un sentimento che si era consolidato lentamente nel corso degli anni. E quando tutte le imposizioni sociali ed i castelli di false credenze su cui era cresciuto erano crollati, l'aveva finalmente riconosciuta per ciò che era davvero: una strega brillante, intelligente, bella, dannatamente sexy. Anche spietata se necessario, cosa che lo aveva tormentato sin da quello schiaffo il terzo anno.
Passò così quella notte: tormentandosi nella paura di perderla, ammettendo a sè stesso i propri sentimenti, respirando il profumo di Hermione e accarezzando la sua pelle.

Quando il sole iniziò lentamente a sorgere la mattina seguente, la grifona aprì appena gli occhi, rimanendo incantata a contemplare la pelle diafana del giovane illuminata dalla luce dell'alba.
Se non fosse stato per quella cicatrice sul suo petto dovuta al SectumSempra, non avrebbe creduto che fosse reale.
Non era umanamente possibile un tale livello di perfezione in un essere umano.

Il suo corpo, i lineamenti del suo volto, i suoi occhi argentati, i suoi capelli lisci come la seta e bianchi come la neve: era magico.

I loro occhi si incontrarono e, per qualche secondo, si limitarono a fissarsi l'una con l'altro.

Ma nel profondo sapevano entrambi che quel momento platonico non sarebbe durato a lungo. L'aria tutt'intorno era elettrizzata dalle loro rispettive magie, che si univano in una danza ogni qual volta i loro corpi si sfioravano.
Non era solo fisicità, non più. C'era molto altro ormai.