Capitolo 11

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Si sentiva stanco, terribilmente stanco. Tutti i suoi muscoli erano doloranti, come se avesse fatto a botte per ore.

Non aveva la forza di muoversi. Avvertiva una debolezza tale da non essere in grado di aprire gli occhi e dare un volto alle voci che udiva discutere.

La sua mente era annebbiata, i suoi ragionamenti lenti.

Il solo sforzo di pensare gli faceva provare dolore, desiderava solamente dormire... ma quelle voci erano così fastidiose.

"Sono corsa da te appena ho riconosciuto la traccia magica di quegli incantesimi protettivi, Magnus..."

"Hai fatto bene, Minerva. Io stesso sono stupito che siamo riusciti ad entrare... erano incantesimi molto potenti".

Ci fu una pausa, un sospiro preoccupato.

La voce dell'uomo riprese. "Non potevi sapere ciò che sarebbe successo, Minerva. Non colpevolizzare te stessa, è qualcosa di più unico che raro ciò a cui abbiamo assistito. Infatti, se possibile, sarei curioso di vedere anche la ragazza".

"Nessuno si avvicinerà ad Hermione Granger finchè non si sarà ripresa e non avrà modo di raccontare la sua versione dei fatti, solo a quel punto decideremo come procedere".

Hermione...

L'eco di quel nome rimbombò nella sua mente annebbiata.

Hermione Granger... La sua Hermione Granger, la sua omega...

Aveva bisogno di lui, era indifesa, vulnerabile. Doveva proteggerla, doveva essere con lei.

Improvvisamente si dimenticò della stanchezza, sentendo la forza fluire attraverso le sue terminazioni nervose, accendendo i suoi muscoli incredibilmente pesanti e doloranti.

Aveva un compito, doveva prendersi cura di lei. Lo aveva promesso, nessuno le avrebbe più fatto del male.

Tentò di muoversi, ma non ci riuscì. Qualcosa lo teneva attaccato alla sedia. Non vi erano corde sui suoi polsi, nè sulle sue caviglie, eppure muoversi era impossibile. Lo avevano immobilizzato.

Tentò di richiamare a sé tutta la sua forza nel tentativo di liberarsi.

I suoi muscoli bruciarono per lo sforzo.

"Magnus..."

"Sono d'accordo Minerva, ma se potessi studiarla solo per un po'..."

"No, il ragazzo..."

La vista di Draco iniziò ad appannarsi per lo sforzo, la sua testa girava.

Vide due figure sfocate avvicinarsi a lui. Le riconosceva, erano loro, quelli che lo avevano portato via da lei, dalla sua omega.

"Avrebbe dovuto dormire ancora per diverse ore" affermò l'uomo. "Questo è curioso..."

"Cosa facciamo?" chiese la McGrannit.

"Non può essere sveglio finchè lei è ancora in calore, non ragiona lucidamente".

Le sue palpebre divennero sempre più pesanti, mentre le sue orecchie udivano parole confuse, che non riconosceva. Sembrava fosse un incantesimo.

I suoi occhi si stavano chiudendo, ma lui non voleva addormentarsi.

"Hermione... Hermione".

***

Hermione si svegliò di soprassalto, con la pelle infuocata e il corpo che bramava contatto fisico.

Alpha, Draco.

Sebbene fosse ancora in calore, aveva riacquistato un po' di lucidità grazie alle pozioni che gli avevano somministrato: calmanti, soppressori.

Tuttavia era terribilmente straziante: con ogni cellula del suo corpo in fiamme ed il clitoride che pulsava per la dolorosa eccitazione impiegò diversi minuti per rendersi conto di dove si trovava.
Seppur lucida, l'unica cosa a cui pensava era a quanto desiderasse il suo Alpha, Draco.

Legati [Dramione, omegaverse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora