Capitolo 18

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"Non posso crederci" rise istericamente Pansy, guardando verso Hermione. "Proprio quando pensavo di non poterti odiare più di così".

Hermione rimase immobile, sotto shock, parzialmente nascosta dietro il corpo di Draco.

Pansy gli diede le spalle e prese ad allontanarsi velocemente, indignata e stizzita. Blaise rivolse un ultimo sguardo a Draco ed Hermione, prima di voltarsi e seguirla.

Hermione si rese conto, inspirando adesso a pieni polmoni, che aveva trattenuto il respiro durante tutta la durata del breve confronto.

Aprì la bocca per parlare, ma nessuna parola fuoriuscì da essa.
La sua mente prese a proiettare immagini su immagini di ciò che sarebbe successo se Pansy Parkinson avesse fatto fuoriuscire la notizia che era un'omega.
Non era ancora pronta. Non aveva ancora scoperto la verità su sè stessa, non sapeva ancora nulla di ciò che le stava succedendo. Se il mondo magico ne fosse venuto a conoscenza adesso sarebbe diventata un fenomeno da baraccone.

Draco poggiò le mani sulle sue spalle, costringendola a guardarlo negli occhi. Quel semplice tocco la calmò. Cercò di fare ordine tra i propri pensieri. "Non voglio che si sappia" ansimò, abbassando lo sguardo. "Non sono pronta, ancora..."

Draco annuì. "Non lo saprà nessuno, Hermione. Me ne occuperò io". Dopodichè la strinse tra le sue braccia, dandole un bacio sulla fronte prima di allontanarsi, inseguendo Pansy e Blaise.

Hermione rimase lì, ferma, per qualche secondo. Quel gesto impresso nella sua mente e sulla sua pelle.

Draco si allontanò, ammonendo mentalmente sè stesso per quel gesto avventato, e camminando più veloce che potè nella speranza che Hermione non vedesse le proprie guance improvvisamente arrossite. Ma cosa gli era preso? Aveva perso il controllo, ma questa volta in modo diverso. Non aveva pensato prima di agire. Era stato semplicemente naturale e spontaneo. Adesso l'odore dei suoi capelli sarebbe rimasto a lungo sotto le sue narici, insieme al ricordo del modo in cui il suo piccolo corpo si adagiava perfettamente tra le sue spalle ed il suo mento.

Per quanto fosse irrazionale ed inspiegabile, sembrava che i loro corpi fossero stati forgiati appositamente l'uno per l'altro. Il modo in cui si incastravano perfettamente in ogni circostanza, come se fossero una cosa sola.

Avanzò verso l'ingresso al cortile, nella stessa direzione dalla quale era venuto, trovando i due serpeverde intenti a parlare sommessamente nascosti dietro una delle colonne del porticato.

"Che cosa sta succedendo qui?" chiese bruscamente il biondo.

Blaise si allontanò non appena Draco fu vicino. Pansy invece lo fulminò con lo sguardo. "Dovremmo essere noi a chiedertelo" sbottò la serpeverde.

Draco fece saettare lo sguardo tra la ragazza ed il moro, che si era allontanato di qualche metro e lo guardava in cagnesco. "Noi?" chiese, alzando un sopracciglio in aria di sfida.

"Si" esordì Pansy, alzandosi sulle punte e facendo un passo avanti, in modo da riavere gli occhi di Draco nuovamente su di lei, costringendolo a distogliere lo sguardo da Blaise.

"Ti ha fatto qualcosa, Draco?" chiese la ragazza, scrutando il suo volto con una finta aria apprensiva. "Come ti è saltato in mente? Ti rendi conto in che cosa ti sei cacciato? E i tuoi genitori? è una cosa permanente". Il suo tono di voce crebbe sempre di più, e la sua vicinanza infastidì le narici del giovane per l'aspro odore del suo profumo.

"Di cosa stai parlando?" chiese il biondo.

"L'hai morsa, Draco" sbottò Pansy. "E non credere che non sappia cosa significa" puntò un dito contro di lui. "Voi, stupi-"

Legati [Dramione, omegaverse]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora