"Prenditi cura di te"

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Pov. Rosita 

Sono le 01.20, oggi è stata una giornata intensa tra shopping, incontri e nuove conoscenze, però sono contenta di aver conosciuto Giada. A proposito di lei abbiamo chiacchierato per tutto il pomeriggio scambiandoci messaggi. Spero tanto che il nostro rapporto si evolva

Qui dormono tutti la casa è immersa in un silenzio tombale, io invece sono buttata sul letto ho appena finito di leggere il settimo capitolo del mio libro del momento, ovvero "il buio oltre la siepe". E' un libro che mi sta prendendo tantissimo. Sto per decidere però di mettermi definitivamente a letto, anche perché domani si lavora. Sto poggiando i miei occhiali da vista sul comodino, quando vedo lo schermo del mio cellulare illuminarsi. E adesso chi sarà. Lo prendo e vedo un messaggio da un numero sconosciuto

Messaggio da: Anonimo

<<Sono giù, ho bisogno di parlarti, scendi per favore>>

Questo è uno scherzo, chi è il folle o la folle che alle 01.20 ha bisogno di vedermi, per un attimo inizio a pensare che sia Charlotte, e ne sono anche fortemente convinta. Penso bene però che scappare non ha senso, quindi meglio affrontarla. Recupero le mie chiavi di casa e il mio cellulare e cercando di fare il minor numero di rumori, mi reco al piano di sotto, per poi uscire dalla porta. 

Nel vialetto non vedo nessuno, mi faccio avanti passo dopo passo, incerta. Inizio a pensare di aver fatto una stronzata, potrebbe essere chiunque, ed io incosciente mi sono recata qui convinta di trovare Charlotte. Apro il cancelletto per controllare la strada, quando vengo tirata dal polso e una mano si posa sulla mia bocca impedendomi di urlare. Inizio a dimenarmi. Ma che stupida che sono, aiuto ora cosa mi succederà. Poi 

Xx: "Shh, tranquilla sono io"

Poi sento quella voce, quella che riconoscerei ad occhi chiusi. Lui quando capisce che mi sono tranquillizzata, mi libera dalla sua presa e si piazza davanti a me.

Io: "Tu devi davvero essere un pazzo maniaco"

Lui mi sorride, anche se posso notare che il suo sorriso non gli arriva agli occhi, contornati da lievi occhiaie violacee, segno che ha dormito poco o nulla negli ultimi giorni

Charles: "Dovevo assolutamente vederti"

Quella frase mi fa tornare alla realtà, me l'aveva detta anche a Stiria quella notte in cui mi è venuta la stupida idea di raccontargli un minuscolo pezzo della mia vita. Poi penso a stamattina a Charlotte, lei è qui nel suo appartamento, probabilmente nel suo letto con il suo nuovo completino rosa. E solo al pensiero la cena inizia a risalirmi. Lui mi ha accusato di essere una che si comporta con tutti allo stesso modo. No, mi dispiace ma non mi farò ulteriormente del male 

Io: "Io credo invece che non sia necessario anzi, credo che me ne ritornerò da dove sono venuta, domani si lavora e tu lo dovresti sapere meglio di me, che riposare è fondamentale"

Finisco la frase e sto per girarmi per rientrare in casa, dalla quale non sarei mai dovuta uscire. Ma la sua mano me lo impedisce ancorandosi al mio polso destro

Charles: "Ho bisogno di parlarti"

Io: "Credo che non abbiamo nulla da dirci, ci siamo detti abbastanza"

Charles: "Invece no e lo sai meglio di me"

Mi libero dalla sua presa e incrocio le braccia al mio petto, sia per difendermi, sia perché obiettivamente fa leggermente freddo qui fuori, dato che indosso una canottiera e un semplice short, ovvero il mio pigiama. 

Io: "Senti Charles, credo tu dovresti tornare a casa tua dalla tua fidanzata, anziché essere qui"

Lo vedo sbuffare, poi si avvicina a me, ed è un attimo non me ne rendo nemmeno conto, lui mi afferra da dietro le ginocchia e dopo avermi preso in braccio a mo di sposa, si avvia verso la sua Ferrari parcheggiata un po' più in là rispetto alla mia casa, mi apre lo sportello del passeggero mi poggia in auto, fa il giro si accomoda, attiva la chiusura centralizzata e parte allontanandosi da casa.  Io scioccata mi giro verso di lui 

Quando il &quot;rosso&quot; lo hai nel sangue // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora