Pov. Rosita
Toc Toc
Apro gli occhi, stropicciandomeli, guardo fuori dalla finestra e vedo che è buio ma che ore sono. Recupero a stento il telefono e vedo che sono le 02.50. Bho forse stavo sognando.
toc, toc.
No decisamente non sto sognando qualcuno sta bussando alla mia porta. Mi alzo dal letto, non con poco difficoltà, mi avvicino alla porta e piano la apro. Quello che mi trovo davanti mi fa spalancare la bocca.
Io: "Charles, cosa ci fai qui a quest'ora?"
Pov. Charles
Rosita: "Charles cosa ci fai qui a quest'ora?"
Lo so avevo promesso a Sebastian e a me stesso che le avrei lasciato i suoi spazi, ma non ci sono riuscito sono ore che continuo a girarmi e rigirami nel letto. Avevo bisogno di risposte e potevo averle solo guardandola negli occhi. Ora lei è qui, sembra ancora più bassa nel suo pigiama in seta rosa, quei pantaloncini dannatamente corti. I suoi occhi assonnati mi guardano, le labbra socchiuse dal quale esce un piccolo sbadiglio, che subito si affretta a nascondere. I suoi capelli le coprono le spalle in modo disordinato. Dio se è bella, e la parte divertente è che non se ne rende conto di quanto è fottutamente perfetta. Mi riprendo e mi rendo conto che l'ho svegliata.
Io: "Perdonami, ti ho svegliato, io non volevo"
Rosita: "Tranquillo, ma stai bene? è successo qualcosa?"
Io: "Si, cioè no, cioè si tranquilla sto bene. Posso?"
La vedo prima sgranare leggermente gli occhi e penso di aver fatto una cazzata, ora mi caccerà e io avrò fatto la figura del coglione. Bravo Charles tu si che sei un genio.
Invece con mio grande stupore lei si sposta e mi fa entrare. Chiude la porta e mi raggiunge, noto l'ordine che regna nella sua camera, è tutto perfettamente al suo posto. Tossisce alle mie spalle per attirare la mia attenzione.
Rosita: "Allora, mi dici che ti succede?"
Io non ci penso due volte e dalle mie labbra lascio sfuggire la frase che immediatamente la fa gelare sul posto
Io: "Avevo bisogno di vederti"
Rosita resta immobile, indietreggia un po' e finisce con le spalle al muro. Il suo sguardo è concentrato sui suoi piedi. La squadro e pian piano mi avvicino, notando che ha un tatuaggio sul piede sinistro, una scritta. Mi avvicino e le prendo le mani, ma lei si scosta, recupera una felpa dalla poltrona vicino al suo letto ed esce sul terrazzino. Sospiro e mi affretto a seguirla.
La ritrovo seduta sulla poltroncina intenta a fissare il panorama, così mi accomodo sulla poltroncina libera accanto alla sua. Restiamo entrambi in silenzio per un po'. Poi decido di prendere parola
Io: "Ehi, senti avrei potuto dirti mille cazzate, ma la verità è questa sono qui perché avevo un disperato bisogno di vederti. Sebastian a cena mi ha detto che hai preferito restare in camera, ed è da allora che non faccio altro che pensare a te, volevo venire a vedere se ti fosse successo qualcosa, se stessi bene"
Lei allora distoglie lo sguardo dal panorama e punta i suoi grandi occhioni nei miei
Rosita: "Perché?"
Una semplice parola, che mi manda in confusione, la verità è che non so neanche io il perché. Decido di essere sincero con lei
Io: "Vuoi la verità, non lo so. So solo che ho agito di istinto ed eccomi qui"
Lei non risponde, ed io le sono grato, perché davvero non so proprio cosa risponderle. Io ho una fidanzata che mi aspetta a casa e che mi ama, eppure sono qui su questo balcone, in piena notte, per giunta la notte prima della gara, con la ragazza che da ormai una settimana occupa i miei pensieri costantemente. La verità è che se penso a Charlotte, se lei sapesse che sono qui, la ferirei e mi sentirei una merda. Ma è anche vero che io in questo momento mi sento bene ed egoisticamente penso che sono esattamente dove voglio essere. Mi sento tranquillo, in pace con me stesso, non servono parole, questi sguardi valgono più di mille parole. Ma so che sto facendo del male a Charlotte e anche a Rosita, ed inizio a sentirmi una merda per ciò. Non voglio assolutamente farle soffrire.
Per fortuna Rosita interrompe i miei pensieri
Rosita: "Prima ti ho visto guardare il tatuaggio sul piede, sai ne ho 7. Mi piace avere sulla mia pelle, qualcosa che mi ricorda una persona o un avvenimento a me caro"
Mi posiziono meglio sulla poltrona e mi giro a guardarla. Lei punta il suo sguardo sulla frase scritta sul suo piede sinistro, la scrittura è semplice e molto delicata, noto che c'è scritto "Look at the moon"
Rosita: "Ho fatto questo tatuaggio, poco prima di trasferirmi definitivamente a Modena, avevo litigato con la mia mamma. Lei proprio non riusciva a capire la mia scelta. Così quel pomeriggio mi sono recata dal mio tatuatore di fiducia e mi sono fatta tatuare questa frase a cui pensavo già da un po'. Quando sono tornata l'ho mostrata alla mamma e le ho spiegato cosa volessi dire con quel tatuaggio. Guarda la luna, le ho tradotto la frase e le ho detto: "Quando ti sentirai sola, guarda la luna e sappi che in quel momento anche io starò facendo lo stesso e ti starò pensando"
Sono rimasto bloccato, un piccolo tatuaggio che nasconde un qualcosa di così profondo. Lo guardo ancora e lo trovo così delicato esattamente come lei, ma contemporaneamente così profondo. Solo lei poteva farsi un tatuaggio che celava qualcosa di così intimo. Devo ammettere che non mi hanno mai fatto impazzire i tatuaggi, ma su di lei mi piacciono e anche tanto, le danno non so come spiegarlo quel valore aggiunto.
Poi inaspettatamente mi mostra il suo polso destro, dove noto altri due tatuaggi, uno all'interno del polso tre semplici puntini, uno invece sulla parte esterna, una scritta credo, però in una lingua che sinceramente non conosco
Rosita: "Questi invece sono due tatuaggi dedicati alla mia famiglia. I tre punti li ho in comune con mia cugina e mio cugino e siamo esattamente noi tre, il fatto che i punti siano distanziati ma sullo stesso asse, significa che possiamo essere ovunque ma che ci saremo sempre gli uni per gli altri. Invece questa scritta è in persiano ed è la parola famiglia. Ho scelto questa lingua perché volevo che non tutti capissero cosa ci fosse scritto. Famiglia. Una semplice parola, ti sembrerà strano ma io sono sempre stata legata ai miei genitori e al concetto di famiglia, per quanto io realmente non ne ho mai avuta una nel vero senso della parola. Io avevo mia mamma e qualche volta mio papà. Sono cresciuta con una mamma che contemporaneamente mi faceva da papà, perché il mio lo vedevo solo due volte l'anno se tutto andava bene. Però ho sempre sognato una famiglia unita, una di quelle con cui festeggi il Natale, passi le serate a vedere un film sul divano. Per carità sono grata dei genitori che ho. Però da bambina vedevo la mia vita in modo diverso."
Sono bloccato, letteralmente paralizzato, lei si è aperta con me mi ha raccontato un pezzo della sua vita, io non so davvero cosa dire. Lei così piccola, ma contemporaneamente così forte, così donna. Ha scelto di raccontarmi un pezzo della sua vita e io sono qui, impalato come uno stupido che la fisso. Tra tanti ha scelto proprio me. I suoi occhioni sono leggermente lucidi, si sta mordendo il labbro inferiore.
Mi basta questo ed è un attimo mi alzo dalla mia poltroncina e mi inginocchio davanti alla sua e la tiro a me, stringendola forte tra le mie braccia. Inspiro il suo profumo e tutta la tensione della giornata, le paranoie, i pensieri negativi si dissolvono. Torno a respirare. Appoggio le labbra tra i suoi capelli e le sussurro un flebile
Io: "Grazie"
Lei in risposta si stringe di più al mio petto. Capisco che adesso sta trovando un modo per proteggersi, per proteggere i suoi punti deboli. Io non preferisco più parole semplicemente continuo a stringerla tra le mie braccia.
Angolo autrice
Ebbene si, oggi ben due capitoli. Ero particolarmente ispirata, in più non so se nei prossimi due giorni riuscirò ad essere presente visto che Lunedì ho un esame. Quindi ho pensato di portarvi due capitoli oggi. Spero vi faccia piacere. Ora attendo solo i vostri commenti, questo è un capitolo molto forte, vediamo una Rosita e un Charles che non abbiamo mai visto prima. Comunque fatemi davvero sapere cosa ne pensate nei commenti. Ci aggiorniamo nel prossimo capitolo. Buonanotte 😘
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Quando il "rosso" lo hai nel sangue // Charles Leclerc
RomanceHai appena finito le superiori e ti stai godendo il risultato della tua maturità ed improvvisamente ti trovi a dover affrontare una nuova esperienza. Sei costretta a fare le valigie e a trasferirti altrove... dove una nuova vita ti attende. Chissà s...