Un monegasco sotto attenta osservazione

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Pov. Rosita 

Stanotte non ho dormito per nulla, non dopo i fatidici eventi di ieri sera. Ora siamo tutti sul jet diretti verso Silverstone, domenica c'è la gara in Gran Bretagna. Quando vi dico tutti, beh si siamo esattamente tutti compreso anche il mio ex e la sua famiglia. 

Sono seduta vicino a Seb e ho la testa poggiata sulla sua spalla 

Seb: "Ehi baby perchè non provi a dormire, hai delle occhiaie da far paura, ti sveglio quando arriviamo" 

Sto per rispondere a Seb quando Marco dai sedili accanto al nostro decide di mettersi in mezzo 

Marco: "Che c'è Rosi, troppi pensieri non ti hanno fatto dormire" 

Sento la voce di Flavio 

Flavio: "Marco per favore" 

Marco: "Oh ma come siete suscettibili tutti quanti, fatevi una tazza di camomilla la mattina, che vi serve" 

Io decido di ignorarlo e di seguire il consiglio di Seb, appoggio nuovamente la testa sulla sua spalla ma sento uno sguardo bruciarmi addosso e lo riconoscerei tra mille. Alzo lo sguardo e incontro un paio di occhi verdi fissarmi intensamente, le sue labbra sono serrate. Ieri sera dopo tutto quello che è successo, non ci siamo più parlati. Andrea richiama la sua attenzione e lui distoglie lo sguardo. Io dopo un po' scivolo nel sonno. 

Diverse ore dopo...

Sento qualcuno scuotermi dal braccio dolcemente, mentre la voce di Seb giunge alle mie orecchie. 

Seb: "Baby siamo arrivati" 

Io mi stropiccio gli occhi e guardo fuori dal finestrino, siamo davvero arrivati, io stanca com'ero ho dormito per tutto il tempo. Mi alzo ancora mezza stonata e con l'aiuto di Seb recupero la valigia, dirigendomi con lui al mio fianco, che tra parentesi si è offerto di portarmi la valigia, verso l'esterno.  

Distratta inciampo nell'ultimo gradino del jet e chiudo gli occhi immaginandomi già l'impatto con il pavimento ma questo non avviene. Apro gli occhi per vedere chi mi ha salvata e quando alzo lo sguardo noto che a pochi millimetri da me vi è Charles, che per evitarmi una caduta ha posato le sue mani sui miei fianchi, mentre le mie si sono posate sul suo petto. 

Restiamo a guardarci, lui non accenna a staccare le sue mani dai miei fianchi, io non voglio che lo faccia, mi è mancato il suo contatto. Poi un colpo di tosse mi riporta alla realtà, mi giro e vedo che ci stanno tutti guardando, mi stacco da Charles velocemente bofonchiando un grazie e raggiungo a passo spedito Seb, dal quale recupero la mia valigia, mentre lui mi passa un braccio intorno alle spalle stringendomi a se e sussurrandomi all'orecchio 

Seb: "Andrà tutto bene"

 io non rispondo e provo a crederci e ci dirigiamo tutti quanti verso l'esterno dell'aeroporto diretti verso il nostro hotel. 

Arrivati in Hotel facciamo il check-in. Mia madre e mia zia, hanno la stanza sullo stesso piano di quella dei genitori di Flavio e cioè al primo piano. Mio padre, Mattia, Andrea, Flavio e Marco si trovano al secondo piano, invece le camere dei miei cugini, di Martina e Antonio sono al terzo piano e per terminare come sempre le camere, di Seb, mia e di Charles, sono insieme al quarto piano. Lascio andare un sospiro felice quando mi rendo conto di essere a due piani di distanza dalla camera di Flavio. 

Ci dirigiamo tutti verso l'ascensore, ma io fermo Martina, Antonio e i miei cugini. 

Io: "Venite in stanza da me dopo aver lasciato le valigie, ho bisogno di parlarvi" 

Loro annuiscono cercando di capire che sta succedendo dal mio sguardo, ma io non do loro modo di farmi alcuna domanda e trascino la mia valigia verso l'ascensore. Raggiungo il mio piano ed entro in stanza, poggio le chiavi sulla scrivania e mi siedo sul letto aspettando l'arrivo delle persone che ho convocato. 

Quando il "rosso" lo hai nel sangue // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora