Stringimi più forte

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Pov. Charles 

Sfreccio come un pazzo per le strade di Modena, sto sicuramente infrangendo i limiti di velocità ma non mi importa, me ne occuperò domani della multa. Ora voglio solo arrivare da lei, Dio sto uscendo matto. Resisti piccola sto arrivando. Resisti 

Dopo 10 minuti parcheggio davanti casa di Giada, suono il citofono e lei mi apre, mi fiondo all'interno del palazzo, salgo i gradini a due a due. Arrivo davanti alla porta che si spalanca rivelandomi la figura di Giada abbracciata a quello che dovrebbe essere Maxime. I suoi occhi sono gonfi e rossi e alcune lacrime continuano a segnare il suo viso. Poi è un attimo, sposto lo  sguardo e la vedo accovacciata su se stessa sul divano. 

I due ragazzi seguono il mio sguardo e si spostano. Con due grandi falcate la raggiungo, ora sono davanti a lei. Avverte qualcuno e alza lo sguardo, rimane inizialmente sorpresa della mia presenza. Io invece davanti a quella scena mi spezzo, se mi avessero pugnalato probabilmente avrei sentito meno dolore. I suoi occhi sono vitrei, nessuna emozione, le sue labbra sono arrossate, e il suo volto è segnato dalle lacrime. I suoi vestiti sembrano intatti, segno che non sono riusciti a portare a termine il loro intento. I suoi capelli le ricadono scompigliati sulle spalle. 

Piccola mia, che ti hanno fatto, quanto avrei voluto essere lì con te. 

Giada si avvicina a noi. 

Giada: "Tesoro guarda chi è arrivato, ora sei al sicuro, nessuno può farti del male" 

Rosita annuisce distrattamente, poi ritorna con il capo chino. 

Giada: "Non sappiamo più che fare, Davvero Charles, non sappiamo che fare" 

Io la guardo e abbozzo un mezzo sorriso nella loro direzione. 

Io: "Grazie ragazzi, ora me ne occupo io" 

Questa volta è lui a prendere la parola

Maxime: "Se volete la camera si trova sulla destra è la seconda porta. La prima è il bagno" 

Poi si tira la sua ragazza e li vedo scomparire dal salotto. Io prendo posto vicino a Rosita sul divano, mantenendo però la giusta distanza, non voglio spaventarla ulteriormente. 

Passiamo una mezz'oretta così, lei chiusa nel suo silenzio e io qui che la osservo di sottecchi, mentre pian piano la rabbia continua a mangiarmi vivo. In più sentirla così, che non emette nessuna reazione, mi manda al manicomio. Accetterei anche una bestemmia, ma vorrei che mi parlasse, vorrei una reazione. Poi è un attimo e la vedo, inizia a singhiozzare, la sua schiena si alza e si abbassa. Poi alza la testa e mi guarda, le lacrime le rigano il viso, continua a piangere ma con uno slancio si fionda tra le mie braccia. La prendo dal bacino e la faccio sedere sulle mie gambe mentre la stringo a me, lasciandole numerosi baci tra i capelli. 

Io: "Sono qui piccola, finalmente sono qui e non vado da nessuna parte, resto al tuo fianco" 

I singhiozzi continuano a sentirsi, mentre lei cerca di stringersi il più possibile a me, nascondendo la testa nell'incavo del mio collo e stringendo tra le sue piccole mani il tessuto della mia t-shirt. Io la stringo a me ancora più forte, passando diverse volte la mano su e giù la sua schiena. 

Non so per quanto tempo rimaniamo così, poi lei si stacca ed alza lo sguardo facendo scontrare i nostri sguardi. Io le poso le mani sulle guance. 

Rosita: "Io, io ho avuto così paura, ho temuto il peggio, perché io ... io in passato ...io" 

Non riesce a terminare la frase che scoppia nuovamente a piangere, io la stringo di nuovo a me, lei questa volta lega le sue braccia dietro il mio collo e le sue gambe dietro il mio bacino. 

Io: "Lo so e credimi se ti dico che vorrei solo spaccare la faccia a quel figlio di puttana. Ma ora è finita ed io sono qui, sono con te" 

Lei sembra credermi ed annuisce mentre continua a piangere. Non so cosa mi prende, ma decido di alzarmi da quel divano. La sorreggo da sotto le cosce, mentre lei stringe le sue braccia e le sue gambe maggiormente intorno al mio corpo. La porto con me nella camera da letto, e dopo aver aperto la porta con un piede, entro e la poso sul letto, cercando di liberarmi dalla sua stretta. Ma lei si dimena e inconsapevolmente mi tira con se. 

Finisce lei con le spalle sul materasso ed io che la sovrasto reggendomi sugli avambracci. I nostri sguardi si incrociano nuovamente, i suoi occhi sono lucidi e i segni delle lacrime sul suo viso si notano, adesso si sta mordendo il labbro per soffocare il pianto. La sua t-shirt si è leggermente alzata lasciando scoperta la sua pancia e anche la gonna le è salita di parecchio sulle cosce. Ma guardarla qui, sotto il mio corpo, mentre si morde le labbra, mi rendo conto che ho solo una voglia matta di baciarla. Nonostante la situazione sia tragica, lei rimane bellissima. Lei è semplicemente perfetta. 

Decido di richiamare un po' di autocontrollo non mi sembra affatto il caso in questo momento. Così controvoglia mi stacco da lei. E mi metto in piedi davanti al letto, mentre lei mi guarda smarrita. 

Dio piccola non fare così. 

Rosita: "Perché ti sei allontanato, ti faccio schifo vero? Mi vedi sporca dopo quello che è successo"

Ma scherza, non è per quello è che mancava poco per fiondarmi sulle sue labbra e divorarle. E sinceramente non mi sembra il caso, non dopo quello che è successo stasera. Mi siedo al suo fianco e le afferro una mano, mentre con l'altra le alzo il mento, per far si che i nostri sguardi si incrocino 

Io: "Ehi piccola, non mi fai assolutamente schifo. Anzi sai cosa, non so cosa mi sta trattenendo dal fiondarmi fuori da quella porta alla ricerca di quel bastardo, per mettergli le mani addosso e farlo pentire della merda che ha fatto"

Lei mi guarda con sguardo preoccupato

Rosita: "Ti prego non lasciarmi" 

Io le sorrido e le accarezzo con il pollice le labbra. "Sapessi quanta voglia ho di baciarti" penso tra me e me

Io: "Te l'ho detto non vado da nessuna parte, solo al tuo fianco" 

Poi mi alzo e mi tolgo la t-shirt bianca e la porgo a lei.

Io: "Tieni, cambiati indossala" 

Lei prima sembra titubante, poi accetta. Così mi giro di spalle per darle la sua privacy. Qualche minuto dopo la sento dire che ha finito. Mi giro e la vedo, la maglietta la copre fino a metà coscia, la squadro partendo dai piedi, faccio risalire il mio sguardo sulle sue gambe scoperte, per poi arrivare alla mia maglietta, cazzo quanto le sta bene, per poi guardarla in viso. Semplicemente perfetta. E devo fare appello a tutte le mie forze, per non saltarle addosso. Lei si avvicina nuovamente a me, ed io la stringo tra le mie braccia, lega le sue braccia dietro la mia schiena nuda. 

Mentre la stringo a me, faccio vagare lo sguardo per la stanza ed individuo una poltrona, vicino la finestra. Tiro la ragazza verso di me e mi avvicino alla sedia. Mi accomodo, non prima di aver recuperato un lenzuolo, e faccio accomodare la mora sulle mie gambe. Poi avvolgo entrambi nel lenzuolo. Lei poggia la testa sulla mia spalla, mentre io avvolgo un braccio intorno al suo bacino e con l'altra mano le accarezzo la coscia dal ginocchio fino all'orlo della mia t-shirt. Lei sembra abbandonarsi alle mie carezze, chiude anche gli occhi. Io le lascio un bacio sulla fronte e poi le sussurro 

Io: "Piccola dormi, che ne hai bisogno, io sono qui, promesso" 

Annuisce e si posiziona meglio. Io la stringo ancora di più a me se è possibile. Aspettando che crolli tra le mie braccia. 

E' stata una serata di merda, ho avuto così paura di perderla, ma ora è qui tra le mie braccia, si fida di me e me ne accorgo da come cerca di proteggersi tra le mie braccia. Sorrido mentre la guardo e continuo ad accarezzarla. 


Angolo autrice 

Eccoci qui, con la seconda pubblicazione della serata. Spero vi piaccia❤ Come sempre attendo i vostri commenti. Ci vediamo nel prossimo capitolo😘


Quando il "rosso" lo hai nel sangue // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora