XVIII

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Erano otto giorni che Louis si trascinava dal bagno al bancone del Black

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Erano otto giorni che Louis si trascinava dal bagno al bancone del Black.

Poteva dire che erano giorni in cui si sentiva perso e solo così, rinchiuso e circondato da quel mondo poteva essere in pace con se stesso.
Ma non era così.

La realtà era che stava succedendo esattamente il contrario.
Gli poteva mancare tutto ma non di certo la pace, ormai ci aveva quasi fatto amicizia. E il problema era che intendeva la pace vera, non la sensazione che avveniva quando era fatto.
La pace che provava quando al mattino arrivando a Princess Park, con il cielo che ancora stava prendendo colore vedeva in lontananza H seduto sotto la statua. La pace che provava quando puntualmente si metteva affianco a lui e come ogni giorno parlavano. Lo ascoltava e veniva ascoltato come se entrambi aspettassero solo quel momento in tutta la giornata, o in tutta la vita.
La pace che provava mentre respirando l'aria, sentiva solamente l'odore di mirtillo che proveniva dalla bocca del riccio.

Ed era quello, che lo turbava.

Era quello il motivo del perché non riusciva a trovare un briciolo di coraggio per prendere e uscire da quel locale. Era un codardo perché aveva paura della pace.
Aveva paura di quello che aveva lasciato fuori.

«Un altro Perrie, grazie.»
«Stai esagerando. Vuoi che chiami Zayn?» Disse la ragazza posandogli davanti il bicchiere.
«Non osare.» Ingurgitò il contenuto dello shottino sbattendolo un po' troppo forte sul bancone una volta finito.
Zayn era molto occupato con Liam in quel periodo, "ha avuto un'altra ricaduta" si era limitato a dirgli l'amico. Gigi lavorava tanto; Niall era dall'altra parte dell'oceano e poi c'era H. Al suo pensiero bevve un altro bicchierino. La parte positiva dell'ubriachezza era passata da un pezzo, adesso si sentiva solo stanco e con la voglia di vomitare anima e corpo. Solo che non poteva riposarsi, perché sarebbe finito per pensare ad H, e non aveva neanche la forza di rigurgitare.

«Sei ancora qui?» Ma purtroppo nonostante l'alcol in circolo, la voce di Connor la riconosceva bene.
«Mi vedi.» Rispose Louis guardandolo.
«Ti vedo eccome.» Abbassò gli occhi sulle labbra del rosso, che morse leggermente.

Stava cercando di sedurlo, come sempre.

E ci sarebbe riuscito se nella sua testa innebbiata dall'alcol non continuasse a ripetersi un nome e un volto.
Al pensiero Louis scoppiò a ridere, letteralmente.

«Non è neanche un nome!» Urlò tra una risata e l'altra. Connor si fece serio sedendosi accanto a lui.
«Cosa?»
«Capisci? Non so neanche il suo nome!» Louis buttò giù l'ennesimo shottino.
«Lou io non sto ca-»
«Mi sto» smise improvvisamente di ridere facendosi serio «innamorando di una persona di cui non so neanche il nome.» Il ragazzo affianco a lui scoppiò a ridere dopo quella frase.

Amare? Louis?

Quest'ultimo vedendolo ridere scoppiò in risate anche lui, continuando a bere pensando di essersi immaginato quelle parole e di non averle dette veramente.

I Promised One Day That I'll Bring You Back A Star [L.S/Z.M]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora