Ho finito con le favole. Mi sveglio e mi rendo conto di essere precipitata in un film horror, Misery non deve morire. Io sono il poveraccio legato al letto a cui è impedito di fuggire, e l'infermiera che mi parla col sorriso finto e l'ago in mano è Annie Wilkes, e ne ha pure l'aspetto.
Mi pare che stia parlando del tempo. Dice che ho trascorso le ultime ventiquattrore lottando tra la vita e la morte e che ora che i miei parametri sono tornati stabili posso operarmi. Insomma hanno deciso tutto loro, convinti che io non sia in grado di farlo, che il mio parere non conti. E vorrei tanto sapere che fine hanno fatto tutti: mamma? Chicco? E Kay, dov'è Kay? Perché mi sento così sola?
L'ultima persona che credevo di vedere, si materializza sulla porta.
Vinny si avvicina al letto mentre l'infermiera si allontana.
Si china per baciarmi la fronte e mi guarda affranta, come se le importasse qualcosa di me.
Parla da sola, io ho in faccia la maschera per l'ossigeno e perciò sa che non potrò difendermi da qualsiasi insulto deciderà di rivolgermi. Già la immagino, mi accuserà di essere fuggita e di aver rischiato la vita perché sono un'incosciente, e terminerà con me che sono una puttana che le ha rubato il fidanzato. Tengo gli occhi aperti e mi preparo al duello, anche perché potrò sostenerlo solo con lo sguardo.
«Senti, Elis, io devo chiederti scusa», esordisce. E mi spiazza.
Trascina la sedia accanto al mio letto e si mette seduta.
Mi prende la mano e abbassa lo sguardo. «Per tutta la notte ci hanno detto di non farci illusioni, che probabilmente non saresti arrivata a domani, e per la prima volta ho avuto paura, una paura terribile di perderti. Ed è stato in quel momento che ho capito quanto sei importante per me. E quanto sono stata stronza a trattarti in quel modo. Non è stata colpa tua se sono morti», singhiozza e le scendono due lacrimoni. «Ti chiedo scusa, sorellina, davvero.» Si asciuga le lacrime. «Ora tocca a me espiare la colpa per averti fatto passare l'inferno in questi dieci anni, chiedimi quello che vuoi.»
Non replico nemmeno con lo sguardo, anzi chiudo gli occhi.
Posso chiederti tutto? Qualunque cosa, sorellina? Voglio kay, lascialo a me, ho bisogno di lui, del suo corpo, del suo amore. E so che non lo dirò mai, perché lui non mi vuole, lui non ha preso neanche me, Vinny, non sono riuscita a farmi amare.
Come se mi avesse letto nel pensiero ammette: «A Ferragosto ti ho mentito. Kay non mi ha mai voluta davvero, mi trattava come un mobile da lucidare. Invece stanotte in quel corridoio era disperato all'idea di perderti. Talmente disperato che in prima pagina sui tabloid sportivi stamattina c'è la sua foto rubata che lo ritrae con le mani in faccia piegato in ginocchio contro la parete del reparto.» Si volta verso la borsa appesa alla spalliera della sedia ed estrae il giornale. Me lo piazza davanti e indica la foto a tutta pagina col titolo: Mentor della Hakkin, Kay Moser, in lacrime per una italiana di ventidue anni in fin di vita.
Faccio respiri profondi e trattengo la voglia infantile che ho di scoppiare a piangere dalla gioia.
Kay. Possibile?
«Devi operarti, Elis. Dobbiamo tornare ad essere una famiglia. Se non vuoi farlo per noi, fallo per Francesco, non sopporterebbe di perderti, quello gnomo ti adora.»
Chicco, povero cucciolo, non lo vedo da giorni.
Ora si mette in piedi e con uno specchietto pulisce i residui del rimmel colato intorno agli occhi. Tira su col naso e fa un sorriso. «Andremo in barca, a Monte Carlo, a Ibiza, insomma ci godremo la vita. Io, te, Kay e Conner.»
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⭐TUNING HEART⭐
RomanceCOMPLETA***Sullo sfondo di una pista di Formula Uno, un amore è proibito oltre ogni limite. * * - Dubita che le stelle siano fuoco; dubita che il sole si muova; dubita che la verità sia mentitrice; ma non dubitare mai del mio amore. - (W. Shakespea...