Mi informano che Elisabetta è stata operata, che è andato tutto bene, e che da un'ora è rientrata in stanza. Avrei voluto essere presente, credevo di avere tempo, invece le cose si sono risolte così rapidamente che nemmeno la mia auto sportiva è riuscita a essere più veloce.
Ivan cammina al mio fianco, lungo il reparto, ho dovuto promettergli le ferie per convincerlo a seguirmi in ospedale e rispettare la promessa che ho fatto ad Elis.
Ora guarda davanti a sé e fa una smorfia d'incredulità.
«Ma quello non è Conner Stuart?»
Alzo lo sguardo e vedo quel marpione ancorato al braccio di Virginia.
Ivan continua: «Ci sta provando con la tua compagna, o sbaglio, coach?».
Scuoto la testa sospirando. «Non è più la mia compagna.»
Lui si passa una mano sul ciuffo dritto e lo strofina. «Quello ci prova con tutte le donne che molli. Ci ha provato anche con Blanche, ma lei gli ha riso in faccia.»
«Blanche non frequenterebbe mai un irlandese, è troppo tedesca.»
Condividiamo una risata mentre Conner si scioglie dalla presa di Virginia e ci arriva incontro col volto contrito.
Mi porge subito la mano: «Moser, non ho avuto modo di chiederti se per te va bene», e col mento indica Vinny.
Gliela stringo con energia. «Trattala bene, non è una delle tue solite, lei merita di essere felice.»
Lui quasi si inchina. «Oh, ci mancherebbe. La tratterò come una regina.» Si volta verso Battest e porge la mano anche a lui. «Ti ho seguito nell'esercitazione di lunedì, hai recuperato in curva. Sei stato bravo.»
Ivan fa un sorriso compiaciuto. «Merito del mio coach.»
Conner annuisce imbarazzato, poi si acciglia guardando me: «Hollistar non è con te?».
«È in vacanza con la moglie. Ha dovuto soccombere o lei avrebbe chiesto il divorzio», gli strizzo l'occhio.
Conner ride. «Non ce lo vedo a soccombere per amore, immagino che abbia solo voluto evitare di pagarle alimenti stellari a vita.»
«Immagini bene.»
Virginia si sporge oltre la sua spalla. «Scusate. Kay? Posso parlarti un attimo?»
Con un gesto la scorto fino a un disimpegno in mezzo al corridoio e mi accerto di non essere occhieggiato o ascoltato mentre lei parla a un palmo dal mio viso.
«Non ti ho tradito, Conner mi è stato vicino quando io...»
«Non fa niente. Va bene così. L'importante è che tu sia felice.»
Abbassa lo sguardo e si fa triste. «A proposito di questo, volevo dirti... io ho rovinato la sua vita, la vita di Elis, ho fatto in modo che non fosse mai serena perché pensavo che non lo meritasse. Ma lei stava già espiando la sua colpa, condannata dal difetto cardiaco che l'ha afflitta per anni privandola di qualunque esperienza. Adesso tocca a me espiare la colpa», ora mi guarda negli occhi con determinazione, «rendi felice mia sorella. Non trattarla come le altre, non farne una bambola. Me lo prometti, Kay?»
Faccio un respiro profondo e le accarezzo il viso. «Credo che lasciarla alla sua vita sia la cosa migliore, non voglio farne una bambola e nemmeno la storia di una notte.»
Lei chiude gli occhi e quando li riapre mi indirizza un'occhiata confusa. «Ma... ma che significa, credevo volessi stare con lei...».
Raddrizzo la schiena, affondo le mani nelle tasche e sospiro. «Ho costruito il cuore della mia auto per gestirla, e ho pregato Elisabetta di operare il suo cuore per tenerlo a bada, anche se in fondo lo so... che al cuore non si comanda. Ma io progetto tunning, Vinny, e sarà sempre così.»
Virginia fa un respiro profondo. «Non capisco, kay.»
«Lo so», le accarezzo il viso e torno dal mio pilota.
Quando finalmente mi affaccio nella sua stanza vedo un ragazzo col gesso e la giacca, pettinato con la riga da una parte e con un gran mazzo di fiori in mano, che bacia Elis chinato su di lei. Subito mi agito e mi sporgo per capire dove la sta baciando, e lei mi vede, oltre la sua spalla vede me e fa un sorriso enorme, così brillante da calmarmi subito e farmi sentire euforico.
«Kay!», esclama.
Il ragazzo si volta e impallidisce all'istante.
Ora capisco, è il suo amico Marco.
Quando Ivan Battest mi arriva accanto, il ragazzo ha un cedimento e finisce col fianco contro il letto di Elis.
Dico subito: «Una promessa è una promessa» e alzo il mignolo perché lei lo veda.
Osserva il suo amico e poi noi, e sorride di gratitudine.
Battest gli va subito incontro e gli stringe la mano, e mentre Marco sussulta sconvolto dall'emozione, «Oh Dio, siete voi in carne e ossa! Oh Dio, che onore!».
Io ne approfitto per avvicinarmi a lei e mi piego per sussurrarle sul viso: «Du bist mein tunning, meine liebe».
Lei ride. «Non lo so che hai detto, Moser, ma spero che fosse un complimento», e mi bacia la guancia.
Non ho il tempo per lasciarmi andare alle sue labbra, che sobbalzo: l'urlo di sua madre invade la stanza.
«Ma allora avevo ragione io!», esclama eccitata. «Lo sapevo!» Mi arriva accanto e mi tasta un gluteo facendomi arrossire. «Lo sapevo che era Elis quella che ti fa ribollire il sangue!»
«Mamma!», fa lei sconvolta.
Ridono tutti.
Vengo travolto dal bambino che corre fino a lei a l'abbraccia, montando letteralmente sul letto. Poi è la volta del patrigno che mi stringe la mano e mi ringrazia, del blocchetto da firmare per Marco e per due dottori e tre infermiere, del cellulare che squilla come un ossesso, di Battest che insiste per andare, ha da fare con la sua ragazza, di Conner e Virginia che mi invitano a cena e insomma, mi sento travolto e l'unica cosa che desidero con tutto me stesso è di spegnere il tunning del mio cuore e andare avanti con la mia vita. E ho paura che se restassi accanto a lei la trascinerei nel mio inferno.
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⭐TUNING HEART⭐
RomansaCOMPLETA***Sullo sfondo di una pista di Formula Uno, un amore è proibito oltre ogni limite. * * - Dubita che le stelle siano fuoco; dubita che il sole si muova; dubita che la verità sia mentitrice; ma non dubitare mai del mio amore. - (W. Shakespea...