6 - Kay

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«Ci parlo io con questa tipa, questa Elisabetta la strega che ti ha investito», dice Hollistar, il mio socio.

Provo a muovermi ma una stilettata lancinante al bacino mi blocca il fiato.

«Primo: alzati dal mio letto, mi fai caldo e rischi di farmi male. Secondo: non hai capito un cazzo, la strega è la sorella, non lei.»

Hollistar ridacchia e si mette finalmente in piedi. «Oh, certo, lei è solo quella che ti ha quasi ammazzato.» Passa una mano sul ciuffo a schiaffo di cui va fiero quasi quanto della sua Porsche, e scuote la testa nervoso. «Come diavolo facciamo con le esercitazioni? Solo questa settimana abbiamo due verifiche e un collaudo. E come ci vai alla Reunion, in sedia a rotelle? Bastarda viterbese contadina... .»

«Hai già tirato le somme: mi ha investito fuori Viterbo, quindi è viterbese; eravamo in campagna, quindi è una contadina; mi fa saltare la riunione, perciò è una bastarda», sorrido divertito, «magari è la figlia di un armatore che diventerà il maggiore azionista della Hakkin, che ne sai?».

«Magari», sospira, «perché il risarcimento sarà cospicuo».

M'incupisco per un istante, e lui mi intercetta.

«Che diavolo ti prende? Non la vuoi rovinare? Mi pare che la difendi un po' troppo per essere una che ti ha travolto, quasi rotto la schiena e spaccato la moto.»

Ho un sussulto.

«La mia moto...»

«La tua moto è andata. Fai prima a ricomprarla.»

Merda. «Quella contadina bastarda», ringhio.

Hollistar scoppia a ridere. «Adesso ti riconosco.» Aggira il letto e va a prendere i fogli che la strega mi ha lasciato sul piano portavivande. «Divertiamoci. La chiamo e la spavento un po'.» Digita il numero col suo cellulare e per qualche ragione non voglio fermarlo, una parte di me si vendica volentieri, in effetti.

Hollistar inserisce il vivavoce e mi fa l'occhiolino. Squilla.

«Pronto chi è?»

È la voce di un bambino.

Hollistar sbianca. «Em... sì, ciao, caro, mi passi la mamma?»

Mamma? Avrei scommesso che non avesse più di vent'anni e ha già un figlio. Inizio a sentirmi in colpa. Ora però non lo posso più fermare, quando Hollistar parte per la tangente è inarrestabile.

Ascoltiamo alcuni rumori di fondo, poi la sua voce, la riconosco anche se metallica, viva, infantile risponde. «Sì?»

Hollistar mette in faccia un ghigno sadico. «Buonasera, signora...», legge dal foglio, «Elisabetta Loi, sono il socio del signor Moser, quello che ha investito».

Silenzio.

«Signora? C'è ancora?», copre il telefono e ridacchia muovendo il labiale: è già spaventata.

Lei mormora: «S-sì, buonasera».

Hollistar non si lascia intenerire e scaglia il colpo: «Lei lo sa che ha quasi ucciso uno dei più importanti Mentor della Hakkin Driver Academy? Il risarcimento sarà adeguato al danno, l'avverto, non si metta in testa di patteggiare».

«Mi scusi», le trema la voce, «uno dei più importanti cosa?».

Hollistar scuote la testa sbuffando e mima contadina.

«Lo cerchi su Google», la sfotte.

«Perché, cos'è, un attore?»

Ora io e Hollistar ci scambiamo un'occhiata rassegnata.

«Ha mai sentito parlare della scuderia Hakkin?»

«Scuderia? Cioè di cavalli?»

Hollistar implode, nessuno era mai riuscito a scuotergli i nervi.

Infatti diventa scortese: «Chiami un avvocato perché la distruggeremo, signorina, signora o quello che è. Le toglieremo pure il bambino, se non onorerà il danno».

Col piede gli sferro un calcio che mi costa un gemito, ma che razza di idee gli vengono?

Lei ci pensa, poi con assoluta naturalezza dice: «Mi scusi, quale bambino?».

Hollistar trasale, apre la bocca e poi la richiude.

Credo di aver capito, mi sa che l'angioletto lo sta prendendo per il culo.

Bene, allora mi diverto. Sussurro verso Hollistar: «Chiedile se è impegnata sentimentalmente».

Alza gli occhi al cielo e scuote la testa: «Senta, ha qualcuno? Voglio dire, qualcuno nel suo letto?».

Poi avvicina il telefono per farmi ascoltare la reazione.

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