Capitolo 13.

9.5K 434 26
                                    

Gwen's pov. 


"Perché hai quel sorriso sulle labbra? E' un libro divertente?" chiese tutto d'un tratto mia madre. Io sussultai, non l'avevo sentita arrivare, nè tanto meno mi ero accorta che mi stesse osservando.
Alzai il mio sguardo dal libro che stavo leggendo e fissai mia mamma, che si sedette sul divano di pelle accanto a me.
"No mamma" continuai a sorridere.
"E allora cosa? Devo sapere qualcosa che non so?" chiese, inarcando un sopracciglio.
"Ti ricordi che ti ho parlato della bambina di Zayn?" lei annuì e sorrise "Stava dormendo sul letto e io ero lì che le stavo accarezzando i capelli.. Ad un tratto si sveglia, mi guarda e.." presi il respiro e cercai di non far tremare la mia voce, al ricordo di quel bellissimo episodio. "..e mi ha chiamata mamma!" mi morsi un labbro e guardai le mie mani, che in quel momento stavano congiunte sul libro chiuso. Dannazione, non avevo messo il segnalibro! imprecai mentalmente.
"Oddio" disse solo mia mamma. Alzai il viso e la guardai: aveva una mano davanti la bocca, era evidentemente sorpresa. "Davvero?" annuii semplicemente. La guardai negli occhi. Erano lucidi e molto probabilmente aveva pensato a quando dissi io mamma per la prima volta. "Oh.. beh, è una sensazione bellissima. Sapere che la prima parola che dice tua figlia è proprio mamma è.. una meraviglia" respirò profondamente e si sedette meglio sul divano, sistemandosi la sua gonna floreale. "Ricordo ancora quando lo dicesti tu per la prima volta.. "
Io annuii sorridendo "Già, me l'hai raccontato un sacco di volte" ridacchiai, poi.
Ma lei continuò lo stesso "Eri lì, dentro la tua culla, avevi pochi mesi. Stavamo giocando con carion e tu avevi in mano il tuo pupazzetto preferito. Mi guardasti e mi dicesti mamma e io in quel momento non ci potevo credere" tirò su col naso e poi continuò "Ti presi in bracco e ti abbracciai così forte" io sorrisi, anche se ormai quella storia la sapevo a memoria. Mi sporsi verso di lei e la abbracciai. Lei mi strinse a sè e mi sussurrò "Gwen, so che se ti dicessi che hai troppe responsabilità stando con Zayn e con la piccolina e che se ti dicessi di lasciarli stare tu non lo faresti" ridacchiò e mi accarezzò i capelli "Voglio solo dirti che se sei felice così, è okay. In qualche modo ti supporterò, mh?" mi allontanai dal suo corpo per guardarla negli occhi, sorrisi e la ringraziai.

"Che succede qui?" sussultammo entrambe al suono della voce roca di mio padre. Mi morsi il labbro e abbassai lo sguardo. "Gwen, fila a studiare, adesso!" marcò l'ultima parola. Io annuii semplicemente, presi il mio libro tra le mani ed uscii dal salotto per salire in camera mia. Ebbi il tempo di sentire mia madre dire Non credi di essere un po' troppo duro con lei Steve? prima di chiudere la porta. Non avevo nemmeno chiesto se potevo andare con Zayn dalla sua famiglia, per Natale.



Zayn's pov. 


Presi Charlie in braccio e la riempii di baci.
"Amore di papà, sono così felice! Hai detto la tua prima parola" gli tocca il nasino e lei ridacchio. 
"Mamma" ripetè.
Io annuii e sorrisi "Mamma è Gwen. Amore, adesso prova a dire papà" scandii bene l'ultima parola. "Paaaa-pà" ripetei. La bambina mi guardò e mi sorrise "Pa-pà" ripetei ancora.
"Papà" disse Charlie.
"Oddio mio" sorrisi e la abbracciai forte, poi la guardai negli occhi e lei sghignazzò e battè le mani "Tesoro mio" le sussurrai, prima di baciarle la testa, coperta dal cappellino. Uscii di casa e mi ncamminai verso la libreria. L'aria quella mattina era leggermente più calda del solito, ma non così calda da permettermi di poter togliere la sciarpa. Mancavano tre giorni a Natale e speravo con tutto il cuore che i genitori di Gwen la lasciassero venire con me dai miei genitori. Sapevo che era difficile per lei, insomma.. i suoi genitori non le permettevano di fare molto, oserei dire quasi nulla. Ma chissà, magari la magia del Natale li avrebbe fatti cambiare almeno un po' no? No. 

"Hey, Zayn?" mi voltai verso la voce alle mie spalle e mi trovai di fronte a un ragazzo che avevo già visto.
"Sì.. ciao.. ehm" cercai di ricordare il suo nome.
"Liam!" alzò la mano per salutarmi e poi si accucciò nella sua sciarpa beige. 
"Oh giusto, perdonami! Sono smemorato" scoppiammo a ridere.
"Tranquillo" mi diede una pacca sulla spalla "Ciao piccolina" sorrise a Charlie e poi "Dove vai di bello?" chiese.
"In realtà stavo andando a lavoro.."
"Ancora non vi hanno dato le ferie?" schiese colpito e io dissentii. "A me le hanno date ieri e oggi è il mio primo giorno di vacanza!"
"Beato te. Io non vedo l'ora di riposarmi un po'" sospirai. "Voglio godermi al massimo mia figlia"
Lui annuii sorridendo "Dove lavori?"
"Nella libreria vicino al bar. Lavoro con Harry, sai?"
"Oh davvero? Non me l'ha mai detto! Che bello. Io stavo andando proprio da lui" si mise le mani dentro le tasche del suo lungo giubotto.
"Allora andiamo"

"Oh-oh-oh" disse il finto Babbo Natale davanti a noi. Charlie, vedendolo, si esaltò e lo indicò.
"" disse mostrando i due dentini. No, aspettate: aveva detto ? Sussultai appena e la guardai.
"Ciao piccola" si avvicinò quello che doveva essere un ragazzo, più o meno della mia età, travestito da Babbo Natale. Ciò che mi colpii del ragazzo, quando si avvicinò ed era a un palmo dalla mia faccia, furono i suoi occhi azzurrissimi. "Come ti chiami?"
"Dillo piccolina.. come ti chiami?" attendemmo tutti una sua risposta, che non arrivò, così continuai io "Diglielo.. Mi chiamo Charlie!"
"Chaaalli" disse la bambina e scoppiammo a ridere.
"Oh ciao piccola Charlie, io sono Babbo Natale" le strinse la piccola manina. Il ragazzo aveva uno strano accento e giurai che fosse irlandese. La piccola in risposta sventolò la sua mano in alto, per salutarlo. "Guarda.." disse il ragazzo, cercando qualcosa nel suo sacco ".. queste sono per te" uscì di lì un piccolo pacchetto di caramelle gommose. Charlie le prese con tutte e due le mani e le strinse al suo corpicino come se fosse un pupazzo.
"Ringrazia Babbo Natale, amore! Avanti.. come si dice? Graaa-zie"
"Gaziee" disse e mi trattenni dal ridere stavolta. Sorrisi al ragazzo e ci salutammo.
Avevo già detto che amavo il Natale?


-


Liam era rimasto in libreria, a parlare con Harry. Quest'ultimo era stato avvertito dei grandi progressi di Charlie e le aveva stampato tanti baci sulla fronte tanto era felice. 

Buona scuola, piccola :) x 

Scrissi velocemente a Gwen. Oggi era il suo ultimo giorno di scuola.

Grazie e buon lavoro a te ;) x 

Rispose dopo nemmeno cinque minuti.

Hey signorina, non si messaggia in classe aha x 

Se è per questo non si messaggia nemmeno mentre si è a lavoro ;) haha 

Sorrisi per quel messaggio e decisi di salutarla.

A dopo, piccola :) 

Infilai il telefono in tasca e quando alzai lo sguardo verso l'entrata quasi non mi strozzai con la mia stessa saliva. 
Era appena entrata la madre di Gwen e cercai di non agitarmi. Cioè, lei sapeva che sua figlia si sentiva con me, credo, ma non sapevo cosa le aveva detto di me, di noi e.. dovevo mantenere la calma.

"Salve" disse e andò a cercare qualche libro tra gli scaffali. Dopo un po' però si voltò verso me "Scusa ragazzo, ho bisogno di un aiuto" io sussultai e annuii. Girai il bancone e raggiunsi la signora.
"Mi dica pure" le sorrisi, cercando d non sembrare nervoso.
"Cercavo un bel libro da leggere, interessante, per occupare un po' le ore di noia.."
Mi passai un dito sotto il mento per pensare "Allora.. ci sarebbe La critica della ragion pura del filosofo Immanuel Kant." andai vero il reparto Filosofia e presi il libro tra le mani, mostrandoglielo. "E' molto interessante perché si tratta il fatto che per il progredire della conoscenza umana non è importante soltanto ragionare, ma anche le sensazioni, i sentimenti e le intuizioni sono grandi valori di cui tener conto" la donna annuì, guardando prima il libro e poi me. "Oppure.." vagai con lo sguardo ".. oppure questo" presi il libro in mano "Si chiama L'insostenibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera."
"Cosa tratta?" chiese curiosa, credo. O forse voleva esaminare la mia intelligenza e quanto io ne sapessi dei libri?
"Beh, in questo libro, l'autore offre uno sguardo alle dinamiche di genere, alla lotta per trovare la propria indipendenza e per allacciare allo stesso tempo relazioni significative!" affermai, sicuro di me.
"Interessante!" annuii e le sorrisi. "Qualcos'altro?" domandò.
"Potrei consigliarle Se questo è un uomo  di Primo Levi. E' la sua testimonianza dell'esperienza nei Lager, sa lui-"
"Sì" annuì "E' stato ad Auschwitz!" esattamente. "Dev'essere un bel libro"
"Sinceramente non l'ho letto, ma dalle recensioni che ha ricevuto credo sia davvero un bel libro!" 
"Va beh, al momento prendo quest-" la signora venne interrotta dal pianto di Charlie.
"Mi scusi un secondo" disi preoccupato e mi fiondai dalla mia bambina, che stava piangendo dentro il box. "Amore del papà cosa è successo?" la guardai e mi indicò la sua bambola, purtroppo rotta. "Amore, adesso papà te la sistema, non ti preoccupare" presi in mano la bambola - che aveva il braccio staccato - e la sistemai, tornandola alla piccola. "Ecco piccolina, visto? E' tornata come prima!" mi abbassai di più per darle un bacio tra i capelli e asciugarle il visino con le mie dita. Le sorrisi e tornai dalla signora. "Mi scusi, ma.." indicai Charlie "..mia figlia stava piangendo e.."
"Non ti preoccupare" mi sorrise, apprensiva. "Io prendo questi due libri" li poggiò sul bancone e io li incartai, presi una busta e li misi all'interno - inserendo pure un segnalibro in regalo. 
"Ecco a lei" porsi la busta alla signora e lei pagò.
"Grazie" sorrise. Fece per andarsene, ma mi guardò "Zayn" sussultai "Sapevo che eri un bravo ragazzo, sei pure intelligente! Sono felice che sia tu a stare con mia figlia" 
Portai le mani avanti "Oh no signora, io non- ..ehm io e Gwen non stiamo insieme!" arrossii e abbassai lo sguardo. Presi fiato.
"Lei tiene molto alla tua piccolina, sai? Mi ha parlato di ciò che è accaduto" oh, le ha raccontato tutto? "E sono sicura che tiene molto pure a te. Ne sono felice, nonostante lei abbia ancora diciassette anni e .. beh, per un genitore, vedere la propria figlia crescere, è abbastanza.. come dire, traumatico" fece un risolino "Mi fido di te" disse e il mio cuore perse un battito. Lei si fidava di me.
"Signora, non-"
Mi bloccò "Chiamami Stephen" mi sorrise.
"Stephen, non deve preoccuparsi. Tengo a sua figlia e le prometto che la farò stare bene!" le sorrisi, intimidito. Lei annuii.
"Non ho dubbi!" sorrise e poi mi porse la mano, "Arrivederci.. Zayn!"
Strinsi la sua mano "Arrivederci Stephen!"
Ci guardammo un'ultima volta e poi lei uscì definitivamente.

Buttai fuori il fiato che avevo trattenuto senza accorgermene e poi tirai fuori dalla mia tasca  il cellulare.

Credo di amare tua madre aha x
 

Daughter • Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora