Capitolo 2.

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Quella notte mi svegliai alle tre perché Charlotte non smetteva di piangere. Così, con una grande forza di volontà mi alzai dal letto, rabbrividii al contatto improvviso col pavimento ghiacciato e cercai di raggiungere la culla, al buio.

Mi avvicinai e mi rivolsi alla piccolina.

"Ehi Charlie, che succede, mh?" la presi in braccio e la strinsi a me. La bambina ancora non parlava ed io cercavo spesso di capire cosa voleva dirmi. A volte mi risultava difficile, altre invece me la cavavo e in quel momento ero sicuro che avesse mal di pancia.

La dondolai a pancia in giù tra le mie braccia e lei sembrò calmarsi: le cantai una ninna nanna e poi, anziché rimetterla nella culla, la misi accanto a me nel letto. Era proprio un fagottino, nonostante i suoi due anni: aveva preso la corporatura gracile della madre. Spesso mi mancava Christine, o comunque una figura che si prendesse cura di Charlotte quando io ero stanco o troppo occupato per farlo. Mi sentivo solo, ma cercavo di non pensarci.

La piccolina si addormentò definitivamente ed io insieme a lei.

L'indomani non mi svegliati tardi, perché già alle sette stavo preparando il latte a Charlotte. La bambina non si era più svegliata durante la notte e io gliene fui grato.

Versai il latte dentro al biberon, aprii il pacchetto con i biscotti al latte e glieli sminuzzai all'interno. Chiusi il tutto e poi mi diressi verso la mia stanza.

"Piccolina" sussurrai per svegliarla e le accarezzai la sua guanciotta con il mio dito indice "C'è il tuo latte pronto!"

Charlotte aprii i suoi occhietti e mi guardò e mi riempii di felicità nel vedere quelle due pozze marroni. Poggiai il biberon sul comodino e presi mia figlia in braccio: la coccolai un po' e poi le feci bere il latte.

Dopo due ore ero già in giro, con mia figlia in braccio, pronto per parlare con il responsabile di Harry.

Ripercorsi la stessa strada del giorno precedente e con più calma osservai tutte le vetrine dei negozi e pensai che presto sarei entrato in uno di questi per comprare alcune cose per la casa.

Strinsi ancora di più Charlotte al mio petto ed entrai in libreria, provocando il suono di uno scacciasogni.

"Salve" dissi imbarazzato, verso un ragazzo a me sconosciuto. Mi tolsi il cappello, mi guardai intorno e potei constatare che quella libreria era davvero grande.

"Posso esserle d'aiuto?" disse lo stesso ragazzo di prima, che stava dietro al bancone.

"In realtà cercavo Harry" nemmeno l'avessi detto che da dietro uno degli scaffali vidi sbucare una testolina riccia che mi sorrideva.

"Ehi Zayn! Sei arrivato finalmente!" posò un libro sul bancone e si avvicinò a me. "Ciao piccolina" salutò con un bacio sulla fronte Charlotte che, sorprendendomi, batté le mani felice. Di solito lei non si sbilanciava così tanto con le persone sconosciute.

"Credo tu le piaccia" risi divertito.

"Beh, non poteva essere il contrario" si vantò il riccio, ridendo. "Ma comunque, il mio capo ti aspetta di là, ti accompagno!" così seguii Harry verso un lungo corridoio e mi fece entrare nella terza porta a destra.

"Ehm.. -tossí- ..salve!" dissi incerto "Sono Zayn, credo che Harry le abbia parlato di me" sorrisi.

Il tizio guardò prima la bambina e poi me, mi sorrise e mi fece accomodare in una delle sedie davanti la sua scrivania.

"Certo, ciao Zayn! Sono felice che tu sia venuto! Stavo cercando del personale e appena Harry mi ha parlato di te ho pensato subito di assumerti, metterti in prova per un tempo limitato e poi decidere" disse, sicuro.

"Oh, sono felice! Grazie! In realtà sono arrivato qui quattro giorni fa e stavo cercando un lavoro decente. Harry é stato proprio un angelo, davvero" sorrisi.

"Allora... sei dei nostri?" tese la mano verso di me. Io la guardai e la strinsi annuendo.

"Ti procurerò una maglietta che indossano tutti i dipendenti e la paga verrà consegnata il 27 di ogni mese" chiarí.

"Oh.. una cosa: io non so dove lasciare la bambina -la indicai- é un problema se la porto a lavoro con me? Almeno nei primi tempi.."

"Beh, magari cercherò di procurarti un piccolo recinto dove lei può stare e giocare" mi disse.

"Lei è davvero gentilissimo, grazie!"

Lo salutai e tornai da Harry sorridente. "Grazie Harry, davvero! Non ci conosciamo e già hai fatto tanto per me"

"Ma va, tranquillo, si vede che sei un ragazzo responsabile e soprattutto affidabile! Sei giovane e ti prendi cura di una bambina piccola, cerchi un lavoro seriamente e .. beh, ti faccio i miei complimenti!"

"Grazie Harry!" dissi, felice per le sue belle parole.

"Posso tenerla in braccio?" mi chiese il riccio.

"Piccola, vuoi andare da Harry?" chiesi a Charlie. La bambina batté le mani e si fece prendere in braccio da Harry. Quest'ultimo, felice della reazione della bambina, la prese e la coccolò, lasciandomi ambientare con il luogo e con l'altro ragazzo che sarebbe diventato il mio secondo collega, dopo Harry ovviamente. Mi avvicinai al bancone e mi presentai.

"Ehi ciao, piacere sono Zayn e.. da oggi lavorerò qui con te ed Harry" sorrisi.

"Piacere mio, io sono Thomàs!" ricambiò il sorriso e mi spiegò un pò i funzionamenti della cassa, gli orari di apertura e chiusura, il periodo degli sconti e delle offerte, mi mostrò un foglio con su scritto gli eventuali giorni di ferie e vacanze. Anche lui.. davvero gentilissimo.

Harry si avvicinò a me con la bambina in braccio "Tua figlia è davvero dolcissima e bellissima" la guardai come se fosse la cosa più preziosa della terra.

"Non me la sciupare, eh!" dissi fintamente serio.

La mattinata passò tranquillamente, i clienti erano stati davvero pochi, forse perché era giovedì. Cambiai due volte il pannolino a Charlie e servii due clienti.

"Ehi Zayn, io vado a casa, vuoi venire da me a pranzo?" chiese gentilmente Harry.

"Riccio, non credi di aver fatto già abbastanza per me?" dissi serio.

"Ma dai, lo faccio volentieri. Io sono solo, tu e la bambina siete soli.. ci facciamo compagnia no?" sorrise e io gli fui grato pure quella volta. Non avevo niente da cucinare nemmeno quel giorno, mi sarei scocciato a chiamare per farmi portare una pizza a casa.

"E così tu non sei di Bradford!" dissi ad Harry, il quale mi stava raccontando che in realtà lui era di Holmes Chapel e che si era trasferito lì tre anni prima per seguire la sua ragazza nel lavoro. "Quindi la ragazza ce l'hai!" dissi entusiasta.

"No, mi ha mollato dopo una settimana che mi sono trasferito perché non ci vedevamo mai, é il colmo eh? stessa città e non potersi vedere, e così mi sono cercato un lavoro tutto mio e.. ed eccomi qui!" dice, finendo di lavare l'ultimo piatto. "E tu invece? La tua ragazza?" Lo guardai: gli avrei potuto raccontare la mia storia? Avrei avuto ripensamenti?

"Sono passati quasi due anni.. -presi fiato- Christine era una bellissima ragazza, ci conoscevamo da tanto tempo.. ci mettemmo insieme e stava andando tutto così bene -sorrisi- decidemmo pure di progettare il nostro futuro, di avere una casa tutta nostra e un figlio nostro. Solo che... due anni fa, il giorno del parto, Christine ebbe una complicazione: se avesse partorito il suo cuore non ce l'avrebbe fatta e... -presi fiato- ...lei non voleva uccidere Charlotte e così..." non finì la frase perché i ricordi di quel giorno riaffiorarono nella mia mente.

"Oddio -si portò una mano davanti la bocca- mi dispiace così tanto, Zayn!" disse seriamente preoccupato Harry, poi mi abbracciò. Quel l'abbraccio mi ci voleva: per la prima volta mi ero liberato di un peso perché oltre ai miei genitori e ai genitori di Christine non lo sapeva nessuno e.. averlo raccontato ad Harry da un lato mi faceva sentire più vulnerabile e debole, dall'altro però mi faceva sentivre bene, davvero bene.

Daughter • Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora