Capitolo 21.

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Erano passati due giorni e mi sentii una merda.
Non vedevo Gwen dalla domenica e mi sentii mancare quando ripensai a come le avevo urlato contro, a come lei mi aveva mandato a quel paese e al suo modo brusco di chiudere la porta di casa. 

Cosa avevo fatto?

Era la sola domanda che mi frullava in testa da due giorni. Mi ero comportato malissimo, ma c'era un perché dietro quel mio comportamento: mi era successa una cosa simile quando ero più giovane.
Stavo con Catherine ai tempi. Sicuramente era una bella ragazza ed era la mia prima vera ragazza, la amavo tanto, per me esisteva solo lei, non avevo badato agli sguardi famelici dei miei compagni di scuola che si posavano su di lei ogni volta che attraversava il corridoio principale accanto a me, o quando attraversava il giardino davanti scuola. Stavo con lei da poco tempo, ma ero perdutamente e follemente innamorato di lei: insomma, si sa cosa si prova quando si è innamorati davvero per la prima volta. La mia attenzione era rivolta totalmente al suo corpo, ai suoi occhi e al suo sorriso ed ero così ingenuo che non avevo capito che lei non ricambiasse i miei sentimenti. Pensavo che mi amasse tanto quanto io amassi lei. Ricordo quel giorno come se fosse ieri. 
Ricordo di essere entrato a scuola con un sorriso smagliante sul viso, lo zaino su una spalla e un fiore tenuto in piedi dalla mia mano. Quel fiore era per Catherine. Ricordo di averla cercata per tutta la scuola, fino a quando non la trovai davanti l'aula di letteratura accanto a un ragazzo: era davvero molto carino e sorrideva a quella che era la mia ragazza, le accarezzava le braccia coperte dal maglione azzurro e parlottavano. Ricordai persino la frase "Lascia stare quel damerino, non è alla tua altezza!" che disse al suo orecchio, ma era anche idiota quel ragazzo perché parlare all'orecchio significava parlare a bassa voce e non l'aveva fatto nel modo giusto. Catherine sghignazzò, ma smise in fretta quando il ragazzo continuò a parlare "Io potrei farti divertire, so come trattare le ragazze, so cosa vogliono" le disse, facendole l'occhiolino e poi le si avvicinò ancora di più, sfiorando la guancia con le dita. Catherine a quel punto sembrò infastidita e gli disse di lasciarla stare, cercò di spingerlo via, ma il ragazzo le prese i polsi e la attirò a sè. Al che mi avvicinai a loro e non facendo caso al fiore che cadde a terra, mi fiondai sul ragazzo, prendendolo per il colletto e allontanandolo dalla mia ragazza. "Brutto stronzo, lascia stare la mia ragazza!". Ricordo di avergli dato un pugno sul naso e lo ricordai perché mi ero pure graffiato e mi era rimasta la cicatrice. Stupido idiota!
Beh, quel giorno me la presi con Catherine, pensavo fosse diversa da quella che mi ero immaginata e per poco non la persi. Poi lei mi chiese scusa e mi confessò che mi amasse. Io come un cretino innamorato l'avevo perdonata, ma nei giorni a seguire ripensai molto al mio comportamento verso il ragazzo: non avevo mai alzato le mani su nessuno e in quel momento mi resi conto di quanto fossi geloso e mi ripromisi che non l'avrei più fatto in futuro.

E no, non avevo picchiato quel biondo, ma me l'ero presa con Gwen e non avevo il diritto di farlo.

"Sei proprio un cogl-" fulminai con lo sguardo Harry, che stava giocando con la bambina. "-un coniglio, Zayn! Fattelo dire!" Charlie sentendo quell'espressione scoppiò a ridere e noi la seguimmo, però con meno entusiasmo, conoscendo bene cosa si celasse dietro quella parola. Sì, ero un coglione e me ne rendevo conto minuto dopo minuto. "Perché non le vai a chiedere scusa? Non si meritava un tuo comportamento maldestro!"
"Lo so Harry, lo so" portai una mano sul mio ciuffo e lo trai verso l'alto. "A proposito di questo ti volevo chiedere un favore!" lo guardai, sperando che accettasse.
"Di cosa si tratta?"
"Potresti tenere Charlie per stasera... e domani?" mi imbarazzai. Lui mi fece l'occhiolino.
"Come mai?" chiese, con un sorriso che la diceva lunga.
"Voglio farmi perdonare per bene.. ovviamente se non ti reca alcun disturbo!"
"Dovrebbe venire Louis a casa mia stasera, a credo non ci siano problemi. A lui piacciono tanto i bambini, tanto quanto piacciono a me"
"Grazie Harry" gli sorrisi.
"Amore di zio, ti va di venire a casa mia stasera?" domandò Harry a Charlie.
"Siiii.." poi mi guardò "..ma papà?" chiese facendo il labbruccio.
"Papà deve risolvere con la mamma" la bambina annuì come se avesse capito, e non ne dubitavo. "Allora andiamo a preparare il borsone?" e Charlie annuì, prendendogli la mano e trascinandolo nella stanza. Prima di sparire dietro l'angolo Harry si voltò verso di me e "Fai il tuo dovere!" disse.

Daughter • Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora