Capitolo 18.

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Erano passati sei giorni, ormai, dal giorno di Natale.
Ci eravamo divertiti, i miei genitori erano rimasti soddisfatti dalla piccola Gwen e, come sospettavo, avevano chiaramente capito che io e lei stavamo insieme. Charlie dal canto suo continuava a fare progressi sia nel parlare che nel camminare e mi sorprendeva sempre di più.

Avevo visto Gwen quattro giorni su sei: ci innamoravamo sempre di più, lei era fantastica sia con me che con Charlie e mi aveva detto che i suoi genitori stavano organizzando una piccola festa per la notte di Capodanno. Ecco perché adesso mi trovavo nella mia stanza da letto, mentre cercavo di vestire la mia bambina. "Amore, alza il braccio" dissi e le infilai quel vestitino rosso che tanto le piaceva. 

Dire che ero agitato era un eufemismo. Non avevo mai parlato con i genitori di Gwen, escludendo quell'unica volta in libreria durante il quale avevo scambiato quattro chiacchiere con sua madre. Ma sarebbe stata una lunga cena e non sapevo come comportarmi.. anzi, qualcosa la sapevo: sarei stato me stesso.

"Ahi papy!" si lamentò Charlie. La guardai e notai che il suo braccio si era incastrato dentro al vestito. Ridacchiai appena e le baciai la testa.
"Scusa amore" sorrisi, le misi le scarpette, rosse pure quelle, e la feci scendere dal letto. "Amore, non correre, mi raccomando" la guardai e lei annuì, ubbidendomi. Io finii di abbottonarmi la mia camicia bianca, sistemai bene il colletto e mi avvicinai allo specchio per sistemarmi il ciuffo con un po' di gel.
"Papy?" mi chiamò e quando ricevette completamente la mia attenzione continuò a parlare "Sei bellittimo" ridacchiò e io mi emozionai. Era la prima volta che me lo diceva e l'unica cosa che mi venne da fare istintivamente fu andare ad abbracciarla e stringerla forte al mio petto. Era cresciuta tanto ed ero felice di stare al suo fianco.
"Anche tu sei bellissima, tesoro mio"
"Sei il mio pincipe?" chiese, guardandomi con quei suoi occhioni color cioccolato, così simili ai miei.
Annuii "E tu sei la mia principessa bellissima" sfiorai il mio naso con il suo e le schioccai un bacio sulla guancia. "Adesso, su! Andiamo che Gwen e i suoi genitori ci aspettano"

Charlie, quindi, saltò felice sul posto e uscendo poi dalla camera "Mamma, mamma, mamma!" gridò. Io sorrisi e, chiudendomi la porta alle spalle, la seguii fino a raggiungere il salone della casa. La sua estrema felicità mi metteva tanta allegria: era così innocente. 

"Amore, metti il cappottino per favore" io misi il mio, dopo aver coperto il collo con una calda sciarpa.
"Fatto!" esultò dopo cinque minuti, portando le braccia verso l'alto. Io risi, perché l'aveva abbottonato male. Così mi abbassai alla sua altezza e la sistemai per bene.

"Adesso siamo entrambi pronti" le presi la manina e uscimmo di casa.

-

"Quando arriviamo, papy?" chiese impaziente, dai sedili posteriori.
"Siamo arrivati, amore" indicai col dito la grande casa davanti a noi, parcheggiai la macchina poco più avanti del cancello e spensi il motore. Scesi, aprii lo sportello per far scendere Charlie e chiusi tutto con la chiave. La bambina strinse la sua manina nella mia e ci incamminammo verso il citofono. Suonai e una voce metallica "Chi è?" chiese.
"Ehm.. sono Zayn" mi morsi il labbro e quando sentii uno scatto, aprii il cancello ed entrai. Io e Charlie percorremmo tutto il viale pieno di ciottoli bianchi e arrivammo di fronte una grande porta in legno, già aperta. La aprii ulteriormente "E' permesso?" chiesi, un po' in imbarazzo e forse anche un po' a disagio. 

"Zayn" sentii la sua voce e mi rilassai un po' "Vieni, entra!" venne verso di noi sorridente come sempre. Era così bella: aveva un lungo maglione colorato -ora che la guardavo bene era proprio il maglione regalatole dai miei genitori. "Ciao piccolinaaa" disse felice, prendendola in braccio e facendola girare in alto, al sicuro tra le sue esili braccia.
"Ciao mamma!" disse Charlie, mostrando quei pochi dentini che le erano cresciuti.

Daughter • Zayn MalikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora