Qualcuno bussò alla porta. Tre colpi rapidi seguiti da altri due più lenti. Timoteo sorrise deliziato, poi corse ad aprire.
Sulla soglia si trovava un uomo alto e coperto da un pastrano nero, un cappuccio calato in testa.
Era alto ed imponente, ma non troppo robusto e i suoi vestiti erano sdruciti e sporchi. I suoi movimenti erano lenti e stanchi, come di qualcuno che avesse passato le ultime settimane per strada e avesse bussato alla loro porta in cerca di un rifugio caritatevole. Appariva quasi più come un mendicante che un rivoluzionario.
Rachel trattenne il respiro quando vide che portava una maschera sul volto che glielo copriva completamente. Da due fessure sugli occhi, proveniva una luce rosso sangue.–Niente di cui temere, Rachel.– fece Timoteo. –Se è minaccioso è perché il suo lavoro glielo richiede.
–Tu sei colui che chiamano il Nemico?– domandò lei.
L'altro si limitò ad annuire, portandosi poi in un angolo e lasciandosi cadere lentamente a terra, schiena al muro, fino a quando non fu seduto.
–Lui non parla molto.– aggiunse Timoteo. –In verità, non parla proprio per niente. Almeno, non ha detto una parola da quando l'ho incontrato. E non l'ho mai nemmeno visto senza maschera. Forse ha un qualche problema alle corde vocali, o magari ha perso parte della mascella, inclusa la lingua. Non lo so. Ad ogni modo, è dannatamente efficiente.–Sei anche tu un Manifestato?– chiese Rachel, senza riuscire a smettere di fissare l'uomo vestito di nero.
Lui la guardò per qualche secondo. Le fessure cremisi parvero come scannerizzarla. Non c'era nessun modo di comprendere cosa passasse nella sua mente.
Dopo un po', si limitò ad annuire un'altra volta, lentamente.–Come è andato il tuo viaggio di ricognizione?– chiese a quel punto Timoteo.
L'uomo si limitò a sollevare una mano e a fare un rapido gesto per aria. Improvvisamente, un lungo filo vicino al computer si sollevò da terra, sinuoso come un serpente.
Rachel, seduta sul letto, rimase immobile, impietrita, mentre quel filo attraversava rapido la stanza. Timoteo le sorrise, facendole cenno con la mano di restare seduta.
Il capo di quel filo appariva come una sorta di spinotto che dovesse essere collegato a qualche presa.
Il Nemico lo afferrò al volo e con decisione lo impiantò sulla sua tempia.–Mio dio...– fece Rachel, portandosi una mano alla bocca.
Impulsi elettrici iniziarono ad attraversare il filo, ed immagini di strade viste dall'alto comparvero sul monitor.
Timoteo si sedette sulla sua postazione e portò un piccolo archetto sulla sua tempia. Le informazioni iniziarono a venire veicolate anche nella sua mente.–Uhm, gli Immacolati sono in agitazione, vedo. Tuttavia non sembrano esserci squadre per la ricerca di Manifestati. Che stiano cercando qualcun altro o qualcos'altro?
In risposta a Timoteo un'immagine comparve sullo schermo. Appariva come una sorta di cadavere. Doveva essere stato un Immacolato, perché si riconosceva, sebbene a brandelli, la loro divisa. Era tuttavia strano, dalle fattezze mostruose, inumane. Era più grosso del normale, ricoperto di sangue e con i muscoli innaturalmente tesi nella morte.
–Uhm, sì, lo vedo... me lo hai mostrato anche prima, ma non ci è molto chiaro che cosa sia, non è vero? Probabilmente anche gli Immacolati stato diventando pazzi al solo pensiero. Sembra che qualcuno abbia giocato un po' troppo con le mutazioni qui... non male. Orribile. Ma non male. Staranno setacciando la città in cerca di qualche altro indizio. Non si cureranno di noi, per questa volta. Hanno di meglio da fare che inseguire per l'ennesima volta la nostra ombra. La domanda è: dovremmo preoccuparcene a nostra volta?
Timoteo si voltò verso il Nemico, e quello gli rispose con un impercettibile cenno di assenso.
Nel frattempo Rachel vedeva le immagini che confusamente apparivano negli schermi. Tra queste, vi era l'interno del furgone dove era stata tenuta prigioniera. Vide, attraverso gli occhi del Nemico, la gabbia dove aveva giaciuto esanime, le mani di lui afferrarla e prenderla tra le braccia, portandola via. Poco prima, quelle stesse mani avevano fatto qualcosa a Natalya Long, fin quasi ad ucciderla. Ma non l'aveva fatto.
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Babylon
Science FictionLa città di Babylon è da secoli governata da una intelligenza artificiale, IRIS, che si assicura che ogni cosa scorra per il meglio. Gli esseri umani vivono la loro vita incasellati in una realtà che li rincuora e li rassicura che la loro esistenza...