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Lafayette emise un basso grugnito dopo che la sua mente ebbe digerito le informazioni riguardanti il caso inviategli da Syd tramite il dispositivo impiantato nella sua tempia.
–Non mi piace.– disse semplicemente.
Montgomery, che non era mai stato di molte parole, si limitò ad annuire. Sapeva che Lafayette aveva una figlia all'incirca della stessa età della ragazza della scheda, e comprendeva la sua irritazione nel caso. Comunque sarebbe finita la storia, una giovane ragazza sarebbe scomparsa da Babylon, e questo non gli piaceva.

L'uomo guidava tra le strada di Babylon come un'indemoniato. Le intelligenze artificiali che governavano le altre vetture venivano avvisate con ampio anticipo del loro arrivo, e si organizzavano in maniera tale da lasciar loro la via più libera possibile.
Montgomery preferiva portare la macchina personalmente. Era l'unico che Lafayette conoscesse a saperlo ancora fare. Una passione che correva nella famiglia dell'Immacolato da generazioni.

Montgomery era preciso quasi quanto una macchina. I suoi movimenti erano rapidi e precisi, frutto di un'abitudine ormai connaturata in lui. Sebbene all'inizio Lafayette non fosse mai stato troppo contento di quel suo modo di portare la macchina, alla fine non aveva fatto altro che accettarlo ed abituarcisi. Erano quasi sempre i primi ad arrivare sui luoghi delle segnalazioni, e non avevano fino a quel momento perso nessuno durante un inseguimento. Lafayette aveva provato anche a chiedere il volante a Montgomery un paio di volte, giusto per provarne l'ebrezza. Dopo solo pochi minuti del compagno alla guida, Montgomery aveva iniziato a dare segni di nervosismo e strani tic all'occhio sinistro. Per questo Lafayette aveva ormai da tempo lasciato che fosse sempre il partner ad occuparsi della guida.

–Dalle immagini che siamo riusciti ad ottenere sembra che la rapitrice sia Natalya Long. O almeno uno dei suoi tanti nomi. Una bella gatta da pelare.– commentò Lafayette. I quartieri della città sfrecciavano di fronte ai suoi occhi, veloci come i volti delle persone che si voltavano a guardare la loro vettura che scivolava agile nel traffico, inconfondibile dato lo stemma degli Immacolati a forma di alberto.

Montgomery grugnì, irritato. Personalmente inseguiva Natalya da almeno un paio d'anni. Era una personcina sfuggente, la ragazza. Non si sporcava quasi mai le mani, si limitava a prendere le prede e portarle a coloro che si sarebbero poi prese cura di loro. Come tale, aveva l'abitudine di scomparire velocemente una volta compiuto il misfatto. Nonostante le volte in cui erano riusciti a intercettare dei trafficanti di organi, lei non era mai stata presente. Si trattava di un fantasma.

–Forse questa è la volta buona che la becchiamo.– commentò Lafayette, in un moto di entusiasmo.
–Ne dubito.– concluse laconico Montgomery.

I primi ad arrivare, ovviamente, furono proprio i due agenti del reparto specializzato nella ricerca cacciatori. Dopodiché giunse anche la vettura di Moore.
Silas, una volta scesa dalla macchina, guardò sorpresa i due colleghi.
–Come avete fatto? Siete stati avvisati da noi e siete partiti dopo, non c'è modo...
–Il modo si trova, dolcezza.– commentò Lafayette.

Montgomery annuì, non senza un certo malcelato orgoglio riflesso nello sguardo.
Roxanne guardò i due uomini con un miscuglio di timore reverenziale e dubbio. Ma durò solo un istante, dopodiché ritornò la composta cadetta che era in ogni circostanza.
–Siamo sicuri che sia questo il posto?– domandò a quel punto. Si trovavano di fronte a quello che appariva come un vecchio palazzina abbandonata del quartiere di Zolfo, in cui tutte le finestre erano state oscurate e sbarrate con assi di legno e perfino l'intonaco della facciata aveva iniziato a creparsi e cadere in alcuni punti, dando una certa idea di abbandono al tutto. Un tempo quel luogo aveva funto da abitazione per molte famiglie del quartiere, ma era stato disabitato da anni. Sebbene IRIS si premurasse di dosare le innovazioni tecnologiche che introduceva nella città in maniera da non alterarne troppo velocemente l'economia e non distruggere i posti di lavoro più velocemente di quanti ne creasse, in quel luogo abitavano molti operai di fabbriche che non troppi anni prima erano riusciti ad automatizzare molti dei loro processi, rendendo inutile il lavoro di moltissimi di loro. Quel luogo, nato unicamente per accogliere le famiglie di quei lavoratori, si era così velocemente spopolato.

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