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L'automobile era stranamente confortevole. L'aria condizionata, i sedili riscaldati, il cibo che le era stato offerto dai suoi rapitori, e che lei aveva comunque rifiutato, le avevano fatto abbassare leggermente la guardia.

Molto era dovuto al fascino di quella donna, il suo modo di parlare, così gentile ed affabile, il suo aspetto, la sua voce suadente, il suo profumo delicato.
Sembrava che Rachel si fosse completamente dimenticata del fatto che, nemmeno dieci minuti prima, l'avesse minacciata. Ora la trattava come se fosse stata una ricca zia che non la vedeva da molti anni.

–Ah, mia cara, dovresti tranquillizzarti, davvero.– disse ad un certo punto la donna, strizzando gli occhi a Rachel da dietro i suoi spessi occhiali da sole. –Guardati! Sei tutta un fascio di nervi! Sinceramente, dovresti prendere un po' d'uva, qualcosa di dolce per rinfrancarti.

Rachel fece segno di no con la testa, ancora incapace di pronunciare alcunché.

–Immagino tu sia ancora arrabbiata con me per poco fa.– disse civettuola la donna, mentre accarezzava il suo cagnolino. Anche quello Rachel guardava ora con estremo sospetto, aspettandosi da un momento all'altro che le saltasse alla giugulare, o qualcosa del genere.

–Il fatto è, mia cara, che in situazioni come questa serve polso fermo e metodi... non convenzionali, se vogliamo. Purtroppo nella situazione in cui ci troviamo siamo soli contro molti, soli contro un intero sistema. Un sistema che preferisce sbarazzarsi di innocenti, uomini e donne, vecchi e giovani, nel nome di un controllo, di un certo stile di vita, piuttosto che affrontare le difficoltà, piuttosto che guardare al problema direttamente. Un sistema che volge il volto dall'altra parte, e preferisce che i suoi sfortunati, i suoi appestati, che lui stesso ha dichiarato tali, patiscano la privazione di ogni diritto, perché gli altri possano continuare a vivere le loro piccole, meschine e tranquille esistenze. È una guerra, mia cara, una guerra tra coloro che intendono cambiare le cose e coloro che preferiscono lasciarle esattamente così come sono.

–E lei starebbe dalla parte di coloro che combattono contro il sistema?- disse infine Rachel, con un filo di voce. -Combatte per i Manifestati?

–Un filo di voce, infine.– fece la donna, sorridendo entusiasta. Era un sorriso sottile, che increspava appena le sue piccole labbra adornate di un rossetto molto forte. –Stiamo facendo progressi. Ma no, no. Vedi cara, combattere non basta. La lotta non porta che sofferenza, dolore, perdite, rabbia, disperazione. E non cambia quasi mai nulla. Non fa che peggiorare le cose. No, noi non combattiamo. Non nel senso convenzionale del termine, quantomeno. Ma si può dire che... resistiamo, sì. Cerchiamo di partire dalla situazione che ci è stata data per poter ricavare qualcosa che non potrebbe nascere se non ci fossero persone intraprendenti come noi. Per molte persone, facciamo la differenza.

–E in che modo il mio rapimento avrebbe a che fare con questo vostro fare la differenza?

–Noto del sospetto nella tua voce, mia cara.– commentò la donna, divertita.

Più la guardava e più Rachel si rendeva conto di quanto la sua voce era affascinante quanto il suo volto comune. Era certamente bella, ma era una bellezza anonima. Il trucco era dosato sapientemente, i vestiti, l'acconciatura e i gioielli erano modellati ed equilibrati, creavano una bella cornice, cosicché chiunque l'avesse vista avrebbe potuto dire che fosse una bella donna. Ma nient'altro. Il volto che era incorniciato da tutto quello era assolutamente comune, senza alcunché di notevole o di caratteristico. Nemmeno un difetto, come qualche neo o dei denti un po' storti, per permettere di avere qualcosa a cui aggrappare la memoria. Questo, pensò Rachel, aveva assolutamente senso. Ma in quale più grande disegno avesse senso, non riusciva ad intuirlo.

-In realtà non dovresti avercela con noi. Te lo garantisco. Vedi, sebbene il tuo prelievo sia stato, per così dire, "forzato", quello che ti avrebbero fatto gli Immacolati non sarebbe stato da meno. Ti avrebbero trovata, là fuori. Certo, ti stavi comportando discretamente bene, dopotutto. Tenevi un profilo basso, ti mischiavi tra la gente dei quartieri popolati, sapendo che i quartieri più isolati, lontani dal centro o meno densamente abitati sono anche quelli in cui un fuggitivo viene individuato più facilmente dai Sinergici che monitorano la rete. Certo, certo. Ma dove stavi andando? Verso il quartiere di Latta? Dritta nelle fauci del lupo?

–Avrei trovato un modo per trovare il Kingdom.
–Oh, tesorino!– rispose la donna, la sua voce venata di una nota di sarcasmo. –Come puoi essere così sciocca! Lo sanno tutti che il Kingdom non esiste! È solo una façade, uno specchietto per le allodole per i piccoli fuggitivi spaventati come te, che non hanno idea di come cavarsela da soli in una Babylon che non li riconosce più come figli. Certo, una madre davvero irriconoscente, questa città.

Rachel rimase impietrita. Non voleva credere alle parole della donna. Ma il modo con cui le aveva dette, il suo tono, la sua sicurezza, si stavano infilando dentro di lei, striscianti come la paura.

–Mio padre...

–Tuo padre? Oh, quanto terribile deve essere stato per lui. E ti deve amare davvero tanto per averti dato questo suggerimento, per averti dato quest'ultimo scoglio a cui aggrapparti. Ma d'altro canto, come dargli torto? È uno scoglio a cui anche lui si starà aggrappando. "Raggiungi il Kingdom! Una volta là, sarai al sicuro!". Certo, davvero molto romantico. Davvero molto... rivoluzionario. L'idea di persone che riescano a nascondersi all'occhio di IRIS, a Babylon... che riescano a vivere sfuggendo dagli Immacolati... è davvero incantevole, sì, davvero incantevole. Ma non esiste nulla di tutto questo, piccola mia, non esiste nessun rifugio che IRIS non possa vedere, nessun luogo dove essa non possa andare. Non tra queste mura. Non per i comuni mortali come te, quantomeno.

–Se fosse davvero così...– disse Rachel, bisbigliando. –Allora io...

–Guarda il lato positivo, mia piccola cara...– disse la donna, sfiorandole il collo con la mano.
Rachel sentì una puntura sulla pelle. Scacciò la mano della donna, e la osservò sconvolta mentre si levava con delicatezza un piccolo anello d'argento dalla mano sinistra, con cui l'aveva accarezzata.

–Incredibile, come funzioni ogni volta. Come se tutti voi voleste un'ultima carezza. E sempre dopo che avete compreso che non c'è nessun posto dove rifugiarsi...

–Cosa... cosa mi ha fatto?

–Oh, come sei educata, piccola mia! Probabilmente venivi dall'alta società, non è forse vero? Bene, io no. Io sono cresciuta nel quartiere di Zolfo. Mai sentito parlare? Meglio per te, se è così. Un luogo che ti uccide, a starci troppo tempo. Per guadagnarmi da vivere... beh, diciamo che ho conosciuto moltissimi uomini. Non tutti a modo ed educati come il tuo amato paparino, probabilmente. Tuttavia mi hanno comunque insegnato molte cose. Molte, molte cose. La prima è stata che quando raggiungi il fondo puoi solo risalire. Sempre che tu sappia a cosa aggrapparti, certo. Ma, da quel momento in poi, sai cosa vuol dire essere andati giù completamente, sai che prezzo richiede riprendersi. E sai molto bene che non vuoi assolutamente ritornarci. Vero mio amore, noi non ci vogliamo tornare in quei luoghi, no, no, non ci vogliamo tornare in quei postacci!– aggiunse, rivolta al suo cagnolino. Quello la guardò scodinzolando, una strana malizia negli occhi.

Rachel si sentiva stanca. La sua coscienza stava vacillando. L'aveva drogata. Forse avvelenata. Forse era già tutto finito, e lei era stata così stupida da lasciarlo accadere.

–Il fatto è che ti avrebbero trovata, tesorino.– continuò la donna. –Ti avrebbero trovata e ti avrebbero catturata. E di te non si sarebbe saputo più nulla. Saresti scomparsa in una nuvola di fumo. Puf! Quindi, di fatto, tu sei già morta, diciamocelo. Ma questo significa che la tua vita non vale alcunché? No, no! Assolutamente no! La tua vita vale tantissimo. O meglio, per così dire, il tuo fegato, i tuoi reni, i polmoni, il cuore, il midollo... quelli sì, quelli valgono tantissimo. Sangue giovane, carne giovane... IRIS decide che non desidera più avere nel consorzio della sua Babylon dei membri giovani e prestanti? Benissimo. Ma perché levarli di torno? Perché sprecare tutte queste risorse?

Mentre Rachel scivolava nel sonno senza poter fare nulla per impedirselo, sentì la voce della donna farsi più vicina, sussurrarle nell'orecchio.
–Benvenuta nel due percento degli scampati, tesorino.

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