Obbligo

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Quel lunedì a scuola tutti parlavano di quanto fosse successo sabato scorso al Joy Theatre e quindi ero – ancora una volta – sulla bocca di tutti. Persino sui social il video di Spider-Man aveva spopolato. Percorrendo il corridoio dell'istituto non facevo altro che sentire gli occhi delle persone addosso e ogni loro frase sussurrata segretamente ai loro amici. "È lei! Secondo te era tutto preparato?" stranamente le ragazze pensavano che io avessi organizzato quello spettacolino con Mysterio e Spider-Man. Eppure, cosa ci faceva il famoso supereroe qui a New Orleans? Ed ancora.. perché Mysterio era così pericoloso?


Purtroppo erano domande alle quali non ero in grado di rispondere, ma di una cosa ero certa, non avrei mai più comprato un biglietto per vedere Mysterio. Dominik mi aveva tempestato di chiamate e messaggi nei quali si poteva leggere benissimo la sua frustrazione. Anch'egli seguì la massa e di fatti pensava che avessi parlato con i due uomini prima della serata, arrivò addirittura ad accusarmi di tradimento. Yvonne invece voleva sapere ogni singolo dettaglio, era in preda all'eccitazione. Era diventato così difficile anche seguire le lezioni, ed oggi c'era il test di chimica. Sono sempre stata un'amante della matematica e della fisica, ma la chimica ha sempre deciso di odiarmi. Non c'era nulla da fare, eravamo incompatibili. Eppure ci ho perso tutto il weekend su quei libri.. certo, quando non ero tra le braccia dell'Uomo Ragno. 

Continuavo a picchiettare la punta della penna contro il banco, guardando quel foglio come se ci fosse scritto un brano in arabo. Non cessai di mordicchiarmi le labbra e di strofinarmi la mano sinistra sulla fronte in piena disperazione, fin quando la professoressa mi chiamò. "Signorina Gardner, con quella penna sta passando tutta la sua ansia al resto della classe!" alzai subito gli occhi su di lei e mi fermai facendo un respiro profondo. Perché non riuscivo a ricordare nulla nonostante avessi studiato? Yvonne non era neanche seduta affianco a me, perché la professoressa era sicura che prima o poi avrei chiesto aiuto. Dopo una manciata di minuti sentii qualcosa colpirmi la testa e mi voltai di scatto per guardarmi intorno confusa, toccandomi i capelli d'istinto. Il mio sguardo si incrociò con quello di Peter, che mi indicò il pavimento affianco ai miei piedi con lo sguardo. "Signorina Gardner!" alzai gli occhi al cielo voltandomi verso la professoressa con il piede destro coprii il fogliettino che mi aveva colpito poco prima. "Mi scusi, pensavo che qualcuno mi avesse chiamato," forzai un sorriso che venne ricambiato allo stesso modo. Appena quella donna dai capelli biondi smise di guardarmi, mi allungai per afferrare il fogliettino velocemente.

"Forse dopo questo mi farai vedere casa tua.." scritto in rosso, seguito dalle risposte del compito scritte con una penna blu, il colore del sentire. Dalla distinzione e dall'uso di questi due colori capii che la prima frase era una provocazione, a quanto pare aveva trovato il modo di attirare la mia attenzione ancora una volta. Feci un piccolo sorriso, sia per le risposte di cui avevo bisogno per arrivare ad una sufficienza, sia per il messaggio. Copiai frettolosamente le risposte mancanti, sbagliandone due o tre in modo da non rendere così ovvio il fatto che avessi copiato. Appena la campanella suonò riposi il fogliettino nella tasca, mi alzai e mi voltai verso Peter. Lui subito alzò lo sguardo su di me, come se avesse sentito che lo stessi guardando e mi fece l'occhiolino per poi tornare a togliere le sue cose dal banco. Sussultai appena, serrando le labbra per non sorridere, e poi presi la mia roba per andare a consegnare il compito.

Venni poi spinta fuori da qualcuno che mi prese con forza per il braccio. "Allora? Hai finito di evitare le mie telefonate?" mi urlò contro Dominik dopo avermi portato fuori la classe. "Quando smetterai di dire stronzate ti risponderò," gli dissi per poi allontanare il braccio dalla sua presa. Non contento della risposta afferrò con la mano destra il mio viso facendo pressione e mi avvicinò a lui, "Pensi di potermi prendere per il culo con un deficiente che si arrampica sugli edifici?" qualcuno si mise tra di noi per dividerci e dentro di me sentii un leggero sollievo nel vedere che quella persona fosse Peter.

"Ragazzi, non esageriamo eh?" mi allontanò da Dominik chiedendomi sottovoce se stessi bene ed io annuii sorridendogli appena. "Parker, fatti i cazzi tuoi!" sbottò Dominik voltando l'inglesino verso di lui, ma prima che potesse fare qualcosa il coach li fermò. "Thompson, con me!" disse e, come un burattino, Nik lo seguì, continuando a fissare Peter in cagnesco.

A quel punto rimanemmo da soli e lui tornò a guardarmi. Mi squadrò dalla testa ai piedi e si inumidì le labbra. "Allora, ora che ti ho fatto passare il test mi farai vedere la tua vera casa?" scoppiai a ridere per poi scuotere la testa, poi abbassai lo sguardo sulle mie dita che giocavano a intrecciarsi l'un l'altra. "Non era questo ciò che ti ho detto di fare," dissi alludendo al bigliettino di venerdì scorso.

"E va bene, se proprio vuoi giocare a obbligo o verità.." disse cominciando ad avanzare verso gli spogliatoi. "Si, qualcosa del genere!" risposi facendo spallucce. "Allora giochiamo!" affermò prima di sparire dietro la porta degli spogliatoi maschili. Feci un respiro profondo spostando poi lo sguardo sulla porta di quelli femminili, notando che Yvonne aveva assistito a tutto. Mi guardava confusa ed alquanto incerta, non mi disse nulla, semplicemente aprì la porta ed entrò.

Durante gli allenamenti notai una certa tensione tra Dominik e Peter, ovviamente la reginetta Vanessa non poteva fare a meno di dire la sua. "Adesso vuoi cercare di prenderti anche il nuovo arrivato? Non è molto carino da parte tua, Belinda!" mi sussurrò all'orecchio ed io ruotai gli occhi infastidita. "Almeno per una volta potresti anche evitare di dare aria a quella bocca da gallina che ti ritrovi," le risposi fingendo un sorriso. Improvvisamente Peter arrivò urlando "Coach Stevens, le sembrava una capriola in volo quella?" chiese riferendosi alla nostra allenatrice con tono deciso, indicando Sam. Spalancai gli occhi trattenendo una risata, non ci credevo.. stava per farlo davvero. "Parker, torna dalla tua squadra," gli rispose la donna che non voleva avere a che fare con le sue stronzate. "Belinda, vieni qui!" mi disse Peter indicandomi di andare dove si trovava lui.

Ignorando completamente cosa stesse dicendo la nostra coach, corsi innanzi a Peter e lui mi fece segno di lanciarlo in aria, così mi misi in ginocchia e alzai le mani in attesa della sua presa. Peter mise un piede sulla mia spalla e le ragazze cominciarono a ripetere il suo nome applaudendo. "Parker, scendi subito da lì o prenderò seri provvedimenti!" urlò la Stevens per farsi sentire. Non ero sicura che lui potesse fare una cosa del genere, per questo ero in ansia per il salto, però allo stesso momento ero anche eccitata. Sentii Peter prepararsi per il lancio, afferrò in fretta le mie mani stringendomele forti e in quell'istante mi alzai in piedi dandogli la spinta. Il ragazzo volò all'indietro effettuando una perfetta capriola, successivamente cadde in terra in posizione eretta. Nessun errore, nessun arto distrutto. Rimasi a bocca aperta mentre mi girai per guardarlo e tutte le ragazze cominciarono ad esultare correndo verso di lui per abbracciarlo. "Fai una pazzia durante gli allenamenti, dicevi?" mi chiese citando la frase che avevo lasciato su quel fogliettino la scorsa settimana. "PARKER E GARDNER, SIETE IN PUNIZIONE PER LE PROSSIME 3 ORE!"  

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Ciao ragazze! Perdonatemi per la lunga attesa ma l'unico momento libero che ho trovato per scrivere è stata la scorsa notte e stamattina. Giuro che mi farò perdonare. love u xx

THE UNSEEN THINGS [ peter parker ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora