È colpa tua, Belinda!

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Belinda's pov

Erano due giorni che non mi presentavo a scuola. La sola idea di vedere i volti delle persone che ridevano di me mi faceva rabbrividire, ma soprattutto avevo troppa paura di incontrare Dominik. Lo conoscevo fin troppo bene e sapevo che non si sarebbe fermato ad un semplice strangolamento nel parcheggio scolastico. Le uniche persone che avevo visto in queste ultime 48 ore, al di fuori di mia madre, furono Lexi e le ragazze del night club. Ovviamente non escludo quel verme del mio capo, che era felicissimo di vedermi lavorare qualche ora in più per tornare a guadagnare quello che guadagnavo prima. Ogni volta che lo vedevo mi si chiudeva lo stomaco, sentivo la nausea salire su per la gola e volevo solamente riempirlo di pugni. 'Non volevo arrivare a questo, ma tu vuoi sempre comportarti male e non vuoi mai obbedire agli ordini, quindi è meglio che tu impara la lezione,' quella sua orribile frase continuava a risuonare nella testa appena mettevo piede nel locale. Riuscivo a sentire ancora il modo in cui mi teneva bloccati i polsi per non scappare e reagire, fortunatamente i segni stavano cominciando pian piano a scomparire mostrando il normale colorito della mia pelle. Però quelle macchie mi ricordavano il modo in cui mi colpiva e lui ci trovava gusto nel farlo. Già sapevo che tipo di persona fosse il mio capo, soprattutto il lavoro da spogliarellista non veniva rispettato per niente, per lui ero come una bambola che doveva solamente intrattenere gli uomini. E tutti loro credevano di esserlo davvero... degli uomini. Il colmo è che tutta questa violenza era stata spinta da una mia stupida richiesta, quando per via delle ore di detenzione non riuscivo ad arrivare in tempo a lavoro. Peter invece non si faceva sentire più e non capivo cosa fosse successo... so che non avevo provato nemmeno a parlare con lui dopo il video, ma ero troppo scossa da quel tradimento e dal modo in cui Dominik ha reagito quando l'ho lasciato. E poi neanche lui ha cercato di parlarmi e chiedermi come stavo.

Ovviamente il mio ex ragazzo continuava a mandarmi messaggi contenenti minacce di morte, alternati a frasi dolci per cercare di manipolarmi e tornare assieme a lui. Trovavo incredibile come una persona potesse arrivare a comportarsi così per un po' di amore. Certo.. quello non era affatto amore, lui voleva semplicemente il controllo su di me. Dopotutto era sempre stato così tra di noi, lui aveva il controllo su di me e sulle persone che si trovavano attorno a lui... ora che aveva perso la cosa più importante per lui — il che mi rattrista capire che non ero io — stava dando di matto.

La porta della mia camera si aprì mostrando la figura di mia madre che leggeva qualcosa sul telefono. "Oh, Belinda ma cosa hai fatto?" chiese mia madre delusa. Non capii questa domanda, pensai che fosse semplicemente uno dei suoi soliti spettacolini causati dall'alcool.

"Che vuoi adesso, mamma?" dal mio tono di voce si poteva capire quanto fossi già annoiata e infastidita da lei. Mia madre però non si diede per vinta e si mise seduta alla fine del mio letto.
"Il tuo ragazzo, ehm... ex ragazzo... ha minacciato qualcuno con una pistola. E indovina un po'!" scoppiò a ridere prima di continuare, "È colpa tua!" non smise di ridere e dato che non capivo di cosa stesse parlando afferrai il suo telefono leggendo un articolo che parlava proprio di Dominik. Da ciò che lessi riuscii a capire che Dominik avesse cercato di uccidere Peter.

"Ma questo è impazzito!" pensai ad alta voce e lasciai il telefono di mia madre sul letto, correndo a prendere qualcosa da indossare. Dominik sapeva che tra me e Peter stesse nascendo qualcosa, eppure io non avevo detto nulla al riguardo. No, non aveva senso tutto questo.. perché Dominik sapeva di Peter? Insomma, qualcuno deve averglielo detto! Forse Caccola Danny? No, non è possibile... Caccola Danny ha troppa paura di Nik per parlargli. 

Non riuscivo ad arrivare ad una conclusione perché ormai la mia testa stava per scoppiare. Ora avevo semplicemente paura che Peter stesse male, che fosse ferito e per questo non veniva da me. Mi cambiai di fretta indossando una canotta bianca, un pantalone in tuta largo grigio ed un giacchettino del medesimo colore. Misi delle sneakers bianche e poi afferrai il mio telefono, lasciando mia madre in camera che intanto non smetteva di parlare. Non riuscii a sentire una singola parola di ciò che diceva, perché nella mia mente c'era solo l'immagine di Peter ferito. Un po' come la prima notte in cui l'ho incontrato, che era ricoperto di sangue.




Provai a chiamarlo più volte, ma Peter non si degnò mai di rispondermi. Ero nel panico, non ero a conoscenza del suo indirizzo di casa e non potevo cercare lì. L'unica speranza è che fosse ancora a scuola ad allenarsi. Mi incamminai quindi verso la Desert Winds ed una volta arrivata girovagai per i corridoi vuoti della scuola. A quell'ora doveva per forza trovarsi in palestra ad allenarsi, dopotutto la prossima partita era molto vicina e la squadra doveva essere più che pronta.
Aprii la porta che portava alla palestra lentamente, cercando di non fare molto rumore, e appena vidi Peter allenarsi feci un respiro di sollievo. Stava benissimo, non aveva graffi o lividi, insomma nulla che potesse portare alla mente uno scontro. Allora perché non mi cercava più?

La coach notò la mia presenza e si avvicinò a me con le sopracciglia inarcate. "Gardner, si può sapere che fine hai fatto?" inutile fingere che andasse tutto bene, d'altronde la Stevens era piuttosto nervosa.
"Sono stata male... ho avuto la febbre," inventai, strofinando il naso contro il tessuto del giacchettino, e il mio sguardo si incontrò successivamente con quello di Peter. Mi guardò sbalordito, non si aspettava di trovarmi lì, come non se lo aspettavano Yvonne e Vanessa.
"Cosa?!" urlai improvvisamente, "Vanessa sta facendo da caposquadra?" mi avvicinai a lei, mentre tutte mi squadravano per bene con un'aria da superiori.
"Piccola Belinda, è questo quello che succede quando il caposquadra non presta attenzione al team!" Vanessa mise un finto broncio per poi scoppiare a ridere malvagiamente.
"Gardner, fin quando non ti sarai ripresa Degrassi prenderà il tuo posto. Ora però non hai il permesso di stare qui," disse la coach, il che mi fece stringere i pugni e serrai i denti. Ma non dissi nulla, decisi di lasciar perdere, girare i tacchi e andarmene.

Non appena uscii dalla palestra il mio cellulare vibrò mostrando un messaggio da un profilo a me sconosciuto di instagram «Tu sei la prossima.»
Non feci in tempo a chiedermi chi avesse fatto questo stupido scherzo che qualcuno attirò la mia attenzione.
"Hey.." avrei riconosciuto quella voce tra mille altre. Mi voltai sorridendo e corsi verso Peter.
"Peter! Stai bene per fortuna, io--" feci per abbracciarlo ma lui mi allontanò le braccia.
Non capii questa reazione, non avevo fatto nulla... non ricordavo di aver mai litigato con lui, quindi perché mi stava allontanando?
"Cosa? Perché fai così?" chiesi confusa.
"Non credo sia stata una buona idea frequentarsi," ammise serrando poi la mascella.
"Cosa? Ma che ti prende, Peter? Non abbiamo più problemi.. Dominik--"
"Già, Dominik. Senti, tu mi piaci ed anche molto, ma se stare con te significa rischiare la mia vita e rischiare di far del male a mia zia, la mia unica famiglia... allora preferisco chiuderla qui" sentii il mio cuore spezzarsi in mille pezzi, come se fosse fatto di vetro. Forse si sforzava ad essere cosi freddo ed indifferente in quel momento, ma sapeva benissimo che non volevo fargli del male.
"Peter, io non sapevo nulla che Dominik avesse tentato di ucciderti!" cercai di spiegare il mio punto di vista ma lui non voleva proprio ascoltarmi.
"Sono passati due giorni... due fottuti giorni, Belinda! E tu non ti sei fatta viva, l'unico ringraziamento per averti salvato il culo è stato un coglione fuori casa mia con una pistola in mano, per colpa tua" sbottò tirando fuori tutta la rabbia che aveva in corpo, puntandomi il dito contro. Questo suo modo di fare mi ricordò la sera della festa a casa Thompson, quando ci litigammo in bagno dopo il salto in piscina.
"Avermi salvato il culo? A cosa ti riferisci? Tu non ti sei fatto vivo dopo quello che è successo nell'aula magna e penso che tu sappia di come Dominik abbia tentato di strangolarmi!" a quel punto Peter si ammutolì e vidi qualcosa scattare in lui, come se si fosse reso conto di aver detto qualcosa di troppo.
Non disse più una parola, quindi dopo pochi secondi insistetti nel farlo parlare, ma lui si voltò tornando in palestra quasi come se avesse avuto paura di aprire bocca, facendomi rimanere col dubbio.
Di cosa parlava quando ha alluso al fatto di avermi salvata?

PETER'S POV
«Ben fatto, Peter. Per questa volta nessuno saprà il tuo piccolo segreto...» lessi il messaggio inviatomi mentre ero in panchina a prendere fiato. Mi guardai intorno confuso e un po' pentito di quel che avevo fatto poco prima. Chi diavolo era a mandare questi messaggi?

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Buon pomeriggio carissimi lettori! So che avete aspettato molto per questo capitolo ma ultimamente sto cercando di non usare molto il computer o il telefono perché ho un problema all'occhio e mi rende impossibile applicarmi troppo con gli schermi. Inoltre sto anche scrivendo la storia thriller (se non avete letto il mio annuncio al riguardo potete trovarlo sul mio profilo per saperne di più) e quindi sono un po' presa anche da questo. Ritornando a noi: pensate che Peter abbia chiuso con Belinda di sua spontanea volontà o è stato minacciato da questa persona segreta? Stava anche per far saltare la sua copertura da supereroe. Pensate che Belinda lo capirà da sola o sarà lui a fare un passo in avanti? Avete un'idea su chi possa essere l'hacker? Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti. Love you ❤️

THE UNSEEN THINGS [ peter parker ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora