PETER'S POV
Quella sera ricevetti una chiamata dal signor Stark. Mi aveva affidato una missione riguardante Mysterio, e quindi ero in procinto di lasciare la casa per seguire le orme di Quentin, quando bussarono alla porta del nostro appartamento. Vivevo in quella casetta a New Orleans da ormai un mese e fino a quel momento nessuno mai aveva bussato alla nostra porta.
"Peter! C'è qualcuno alla porta per te!" urlò mia zia May in modo da farsi sentire. Ma chi diavolo era? Non ricordavo di aver mai dato il mio indirizzo a qualcuno. Sbuffai dato che ero pronto per andare a lavorare, ma misi in azione la mente per indovinare chi fosse. Mh, Tyson? Nah, non credo, non avevamo mai parlato di indirizzi di casa, tranne quello di Dominik. O forse Belinda... ma a quell'ora era sicuramente a lavoro. Niente, era del tutto impossibile indovinare.
Indossai un jeans scuro, una maglia bianca larga ed un giacchettino dello stesso colore dei pantaloni, in modo da coprire l'uniforme di Spider-Man.
Una volta pronto andai verso l'ingresso, grattandomi la nuca un po' incuriosito ed un po' confuso.
"Zia ma nessuno conosce il nostro.." mi bloccai non appena scoprii chi fosse. Non volevo crederci, quell'idiota si trovava fuori il pianerottolo di casa mia!
Non riuscii a capire come fosse arrivato qui, mi aveva seguito in precedenza?
"Hey bro!" urlai fingendo di essere amichevole per non far preoccupare mia zia, alzai la mano destra come per dargli il cinque che venne sorprendentemente ricambiato.
Rassicurai mia zia e chiusi la porta di casa rimanendo fuori con Dominik."Che cazzo ci fai qui?" sbottai smettendo di essere l'amicone felice di vederlo. Dominik mise una mano dietro la sua schiena, afferrando qualcosa dai suoi jeans, per poi puntarmi contro una pistola.
Spalancai gli occhi preso alla sprovvista e feci un passo indietro facendomi da scudo con le mie mani.
"Woah, woah... piano, non credi di star esagerando?" era inutile cercare di nascondere il mio stato d'animo in quel momento, perché ero davvero spaventato.
Il che è buffo dato che ho vissuto situazioni nettamente peggiori, ma sono i codardi come lui che non sanno cosa stanno facendo che mi spaventano di più.
Dominik si era presentato a casa mia con l'intento di uccidermi e non sapevo per quale motivo, anche se avessi tirato ad indovinare non avrei vinto.
"Da quando sei arrivato tu è andato tutto a puttane! Lo so che ti sei fatto la mia ragazza, ma lei non ti vorrà mai!" mi urlò contro rabbioso, stringendo sempre di più quella pistola.
No, non ero andato a letto con Belinda anche se l'idea non mi dispiaceva affatto. Però non capivo da dove sbucava fuori questo discorso ed a quanto pare non riusciva ad accettare il fatto che lei non fosse più la sua ragazza.
"Due cose sbagliate in un solo discorso! Dominik io non sono andato a letto con la tua ex ragazza," risposi stuzzicandolo, marcando bene la parola 'ex'. Ciò lo fece arrabbiare solo di più e tirò il grilletto, ma fortunatamente aveva spostato la traiettoria verso terra.
Nonostante ciò saltai dallo spavento, e il mio pensiero andò subito a mia zia che avrebbe controllato in pochi secondi cosa stesse succedendo.
Dominik puntò nuovamente la pistola verso di me e questa volta tremava, si avvicinava lentamente a me serrando la mascella.
Ogni muscolo del suo viso si contraeva e riuscii a vedere una certa oscurità nei suoi occhi.
Io cercai di indietreggiare, pensando a un modo per scappare da lui senza dare troppo nell'occhio. C'era qualcosa che non andava in quel ragazzo.
"Se hai così tanta voglia di uccidermi, perché non lo fai e basta?" chiesi mettendolo alla prova, comunque sia non avevo tutti i torti. Potevamo andare avanti così per un bel po', ma stavo cominciando ad annoiarmi.
Dominik non rispose né tentò di sparare, continuò invece ad avanzare verso di me e, non appena si trovò ad una distanza minima, gli afferrai il braccio con la mano destra e con la sinistra strappai la pistola dalla sua presa velocemente.
Cercò di prendermi ma mi chinai per scappare di lato e mi misi alle sue spalle puntandogli la pistola contro la testa."Non voglio spararti," cominciai a dire non appena vidi le sue mani alzarsi in segno di arresa. Cercai di risultare il più calmo possibile. "Dimmi la verità, come hai fatto ad arrivare qui?"
Dominik cominciò a ridere per poi voltarsi verso di me. Che cazzo aveva da ridere adesso? Arrivai alla conclusione che probabilmente aveva fatto uso di droghe.
"Parker, ho accesso a tutti i dati sensibili che voglio nella scuola," roteai gli occhi. Stavo perdendo tempo con un cretino ossessionato da una ragazza che neanche amava.
Mi domandai come avesse fatto Belinda a ritrovarsi con uno del genere, lei era il suo esatto contrario. E Belinda.. chissà come stava. Non si era più fatta viva da quando le ho salvato la vita al parcheggio questa mattina.
In lontananza cominciammo a sentire le sirene della polizia e Dominik, preso dalla paura, se la filò a gambe levate, lasciando a me la responsabilità di quella pistola.
La inserii nei pantaloni, tenendola ferma con la molla dei boxer, e la nascosi con il tessuto della maglia.
Dopo pochi minuti due volanti della polizia parcheggiarono fuori casa mia ed io mi avvicinai a loro, vedendo quattro poliziotti scendere dalle macchine.
"Abbiamo ricevuto una telefonata che segnalava una sparatoria, va tutto bene qui?" mi chiese uno dei poliziotti con il pancione così grande che faceva sempre scivolare giù i suoi jeans. Per questo motivo li teneva alti con le due mani. Sembrava essere il più vecchio di tutti, aveva anche dei buffi baffi grigi.
Annuii sorridendo, "Stava cercando di rubarmi il telefono ma non è riuscito nella sua impresa, non appena ha sentito le vostre sirene è scappato in quella direzione" dissi indicando alla mia sinistra, ero davvero bravo ad inventare bugie su due piedi.
Mi chiese una veloce descrizione del "ladro".
Il poliziotto mi chiese se fossi ferito ed io gli risposi di no, poi mi lasciò un bigliettino da visita dicendomi di telefonarlo nel caso in cui il ragazzo si fosse fatto vivo. Si rimise in macchina con i suoi colleghi e mise in moto sfrecciando nella direzione di Dominik.Tornai in casa e la zia May si fiondò su di me abbracciandomi stretto. "Dio, Peter! Ma chi era quel ragazzo?" dal suo tono di voce capii che stava piangendo.
Ricambiai l'abbraccio accarezzandole i capelli, "È tutto okay, zia, non avrebbe mai fatto nulla... d'altronde io sono l'Uomo Ragno!" esclamai e la zia May scoppiò a ridere, sciogliendo il nostro caloroso abbraccio.
"Lo so che sei abituato a queste cose ed hai visto anche di peggio... ma per me sei il figlio che non ho mai avuto, vederti in quella situazione mi ha fatto spaventare tantissimo!" mi confidò. Le sorrisi, ero in parte dispiaciuto dato che sapevo di essere sempre in guerra con qualcuno e che quindi rischiavo la vita ogni giorno.
Non mi ero mai fermato a chiedermi cosa ne pensasse davvero la zia May... se io non tornassi più a casa distruggerei una delle vite più importanti per me, ovvero la sua.
"Zia May, tutto quello che faccio è soprattutto per tenerti al riparo.. fin quando sarò su questa terra, fin quando non avrò fatto l'ultimo respiro, io combatterò sempre per tenere tutti sani e salvi... e per proteggere te," la zia mi diede un bacio sulla fronte come suo solito e prima di scoppiare di nuovo in lacrime mi disse di andare a lavorare, dato che avevo già perso tempo con un ragazzino impazzito.**
Buongiorno lettori! Capitolo dedicato interamente al nostro Peter. Dominik si è presentato a casa sua ed ha tentato di ucciderlo per gelosia, ma fortunatamente il nostro Peter è riuscito a salvarsi. Secondo voi la polizia è riuscita a fermare Dominik? E se la risposta è no... cercherà di uccidere Peter nuovamente o potrebbe far del male a Belinda? Ovviamente, Dominik è convinto che l'hacker sia proprio Peter, ma scopriremo di più al riguardo (e anche cosa è successo a Belinda la sera precedente) nel prossimo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate e non dimenticatevi di lasciare un voto, love you ❤️
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THE UNSEEN THINGS [ peter parker ]
Teen Fiction[ COMPLETATA ] Ognuno di noi è fatto di segreti. C'è chi nasconde piccole cose e chi, come Belinda Gardner, è cresciuta vivendo la vita di un'altra persona, tenendo nascosta la propria. Nessuno conosce la vera Belinda, tranne la sua migliore amica...