Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio

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Mi svegliai tre ore dopo perché sentii qualcuno bussare alla porta di casa insistentemente. In questa casa era impossibile riposarsi un secondo, dov'era mia madre quando serviva?

Allungai le braccia per stiracchiarmi e mi voltai per guardare Peter, che continuava a dormire come un ghiro. Si disegnò un sorriso sul mio viso e all'ennesima bussata sbuffai, lasciando Peter in camera e correndo al piano di sotto.

Appena aprii la porta trovai Yvonne, che mi guardò con uno sguardo preoccupante. Era mattina e a quell'ora avrebbe dovuto trovarsi in aula a seguire la lezione di letteratura inglese - certo, anche io e Peter, ma ci serviva una giornata di relax dopo lo scontro della scorsa notte..

«Devo parlarti,» parlò per prima lei, facendosi strada da sola in casa. Chiusi la porta, sentendomi ancora un po' scombussolata per il sonno. Seguii Yvonne che si mise seduta su una delle sedie in cucina.
«Hey, mi stai facendo preoccupare, che succede?» mi misi seduta di fronte a lei, in attesa di una risposta. Yvo cominciò a sbattere il piede destro in terra per il nervosismo e si morse più e più volte il labbro inferiore.
Le lasciai il tempo per calmarsi e finalmente parlò, dopo aver fatto un lungo respiro profondo.

«C'è una cosa.. anzi, più di una.. che devo mostrarti..» cacciò fuori il suo telefono dalla tasca del giubbino, sbloccandolo e facendoci non so che altro. Quando si sentì pronta, poggiò il telefono sul tavolo e lo allungò verso di me.
Premetto che una cosa del genere me la sarei aspettata da chiunque, ma non da parte di Yvonne. Stiamo parlando della stessa ragazza che avevo accolto in casa, l'unica persona che ha sempre saputo ogni singola cosa della mia vita. Colei che mi ha aiutato ed ho aiutato nei periodi più cupi, il mio punto di forza. A scuola tutti sapevano che io non ero niente senza Yvonne, allo stesso modo lei non era nulla senza di me.
Invece ora mi resi conto che, ancora una volta, avevo sbagliato a fidarmi così tanto di qualcuno, perché Yvonne mi aveva mostrato un profilo al quale aveva accesso dal suo telefono: era proprio il profilo dell'hacker.

Non sapevo più come comportarmi, come cominciare il discorso. Ero rimasta letteralmente senza parole! Cercavo di trovarle ma fallivo miseramente.. che cosa voleva dire tutto questo? Perché mi aveva fatto una cosa del genere?

«Dimmi che è uno scherzo,» le sussurrai, cercando di non dare di matto. Gli occhi di Yvonne si bagnarono, facendomi capire che era fin troppo seria al riguardo.
«Yvonne, tu hai minacciato Peter e fatto girare un video di una cosa che sapevi solamente tu!» il mio tono di voce iniziò ad essere più alto, Yvonne non mi rispose, chiuse gli occhi per trattenere le lacrime per un secondo in più.
«Che cazzo significa tutto questo? Perché lo hai fatto? Sei la mia fottutissima migliore amica, hai anche finto quella sceneggiata in classe!» sbattei la mano contro il tavolo, sentendo il sangue salirmi al cervello.
«Perché io amo Dominik!» sbottò improvvisamente. Rimasi così sconvolta da quella frase che cominciai a ridere, d'altronde ero arrivata ad un punto della mia vita in cui ogni cosa era così assurda che non riuscivo neanche più a piangere. Mi portai entrambe le mani al viso, strofinandomelo per qualche secondo e cercando di trovare una spiegazione a tutto questo. Iniziai a pensare che fosse semplicemente uno scherzo o almeno volevo esserne convinta.

«Tu avevi tutto quello che volevo.. Dominik, la popolarità a scuola--» non potevo reggere un altro discorso così ridicolo come quello, qui stavamo superando il limite.
«Tu hai tutto ciò che non ho io,» mi alzai dalla sedia, poggiando le mani sul tavolo e mi chinai verso di lei per puntarle il dito contro. «Ed io per vivere ho dovuto contare su di te, ho vissuto sulle tue spalle. Cosa vuoi? I tuoi vestiti indietro?» mi tolsi di dosso il suo pigiama a strisce rosa firmato Victoria's Secret, lanciandoglielo contro.
«Eccoteli, prenditi pure quello stronzo di Dominik!» urlai rimanendo in intimo. Era incredibile che una delle persone più vicine a me, che sapeva dei sacrifici che ho dovuto fare nella vita per trovarmi dov'ero adesso, che mi ha vista seguire persone da bambina nella speranza che buttassero il cibo con il quale giravano in mano solamente per riempire il mio stomaco, dirmi certe cose.

THE UNSEEN THINGS [ peter parker ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora