Il Night Club

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Il giorno successivo successe qualcosa di inaspettato, anzi... forse avrei dovuto leggere tra le righe. Ero pronta a tornare a scuola per riprendere in mano la mia amata squadra delle Winds, il fatto che Vanessa fosse al controllo di tutto non mi piaceva affatto. Sembrava quasi che avesse aspettato proprio quel momento per diventare caposquadra. Beh, mi spiace per lei, ma ero tornata ed ero pronta a riprendere il mio ruolo.
Peter continuava a non parlarmi, nonostante avessi cercato di contattarlo insistentemente. Non mi aveva proprio ascoltato, non trovavo giusto chiuderla così improvvisamente senza neanche sentire cosa avevo da dire. Certo, non era ancora iniziato nulla, in pratica si era solamente tirato indietro... ma io non credevo che Dominik sarebbe arrivato a fare tanto, insomma mi aspettavo qualche sceneggiata estrema nei miei confronti, ma in quelli di Peter? E poi come diavolo faceva a sapere dove abitava? Neanche io lo sapevo!

Comunque sembrava essere la giornata perfetta, fuori c'era un sole enorme che splendeva fiero di se stesso, sembrava essere tutto così colorato. La mia vita stava andando a rotoli ed io camminavo praticamente sulle sue pietre infrante, però questo non significava che dovevo soffrire e mostrarlo. Dopotutto io ero fatta così, mi davo del tempo per buttare fuori tutta la mia angoscia e lasciavo che il mio cuore fosse in grado di assorbire la tristezza, per poi spazzarla via in modo da aiutarlo a riprendersi. Quei problemi ora appartenevano alla Belinda afflitta di ventiquattro ore fa, che probabilmente starà ancora a letto a piangere. Ora ero una persona diversa, ero vestita bene, i miei capelli non erano più sporchi ed arruffati, ero sicura di me stessa, ed avevo appena preso una A al compito di Chimica — grazie all'aiuto di Peter.
E quindi quel giorno mi sentivo positiva, fiera di me stessa e sorridente come non mai, come se niente e nessuno potesse distruggere quest'ottimismo. Probabilmente un qualsiasi analista direbbe che stessi affrontando un episodio maniacale, successivo ad un periodo di depressione.
Però mi sbagliavo, perché quell'apparente felicità venne abbattuta in un secondo. I telefonini di tutti i ragazzi presenti a lezione cominciarono a vibrare, il che era strano. Solitamente queste cose accadevano pochi giorni prima del prom.
Tutti presero i loro cellulari e rimasero a bocca aperta, scioccati, per poi cominciare a ridere e fare sorrisetti maliziosi voltandosi verso di me.
«Cosa avete da guardare?» chiesi confusa ed in un batter d'occhio mi sentii nuovamente quella Belinda afflitta. La preoccupazione scalò il mio corpo fino ad abbassarmi la testa per guardare il mio telefono e scoprire perché tutti fossero così sbalorditi.
Era un tag, era di nuovo quel profilo fake che mi aveva contattato il giorno prima. Aveva pubblicato un boomerang dove ero raffigurata io durante una serata al night club. L'intera scuola era stata menzionata, spalancai gli occhi così tanto che quasi mi cadevano giù dal viso.
«Bel culetto, Gardner, lo fai un balletto anche a noi?» sentii dire da uno dei ragazzi e l'intera classe seguì ridendo. Mi voltai a guardare Peter che era l'unico, oltre Yvonne, a non ridere. Mi guardava deluso ed aveva le braccia incrociate al petto. Riuscivo a percepire tutta la sua rabbia in quel momento.
«Ragazzi, mettete subito giù quei cellulari!» cominciò ad urlare la professoressa che stava andando su tutte le furie. Peter si alzò di scatto e senza neanche voltarsi a guardarmi, se ne andò sbattendo con forza la porta alle sue spalle.
Yvonne mi prese la mano stringendomela e poi si alzò in piedi rimanendo al suo posto, urlando a tutta la classe.
«Oh, andiamo! Cosa avete da ridere? Scommetto che non appena tornate a casa vi segate davanti ad un porno perché una figa del genere ve la potete solo sognare, quindi non fate i finti innocenti!» disse indicandomi, e l'intera classe si ammutolì. Fece rimanere persino me senza parole.
«Signorina Maxwell!! Ma stiamo impazzendo? Subito nell'ufficio del preside!» gridò l'insegnante bionda che aveva ormai perso tutte le speranze, mentre sbatteva le mani sulla cattedra.
«Con piacere, Miss Catween!» Yvonne era solita a provocare i professori quando arrivavano a tali condizioni, uscì dal suo posto e percorse il piccolo corridoio che si apriva tra i banchi scuotendo il culo.
«E mi raccomando, commentate anche il mio di culo!» concluse per poi uscire anche lei dell'aula, facendomi soffocare una piccola risata.

THE UNSEEN THINGS [ peter parker ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora