Capitolo 6

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Quella mattina, Hylde si svegliò di buon'ora e sgattaiolò nella stanza del focolare, per controllare il tempo attraverso una delle piccole finestre: la tempesta di neve era finita, il vento si era fermato e la calma era tornata, sebbene qualche piccolo fiocco di neve continuasse a cadere.

Venne raggiunta dagli altri membri della famiglia e lei scambiò uno sguardo complice con Floki,
esclamando: «Oggi dovremmo riuscire a finirla!», riuscì a stento a trattenere l'emozione.

Anche Floki si rivelò parecchio entusiasta: «Possiamo consegnargliela prima del banchetto di stasera!».

Brandr ed Helga, divertite e coinvolte nella loro felicità, chiesero cosa stesse succedendo.

Floki si avvicinò al tavolo e, con fare teatrale, annunciò: «Oh, lo vedrete molto presto!», mentre Hylde rivelava che quella era una sorpresa per Ivar.

Helga e Brandr si scambiarono un sorriso confuso e continuarono a preparare la colazione.

Il luogo che Floki usava per costruire le navi si era sviluppato di pari passo con la mole di lavoro da svolgere in vista della grande spedizione, a tal punto da essere ormai considerato un vero e proprio cantiere. Ogni popolo giunto a Kattegat, ogni sovrano e ogni Jarl desiderava possedere le creazioni del famoso costruttore Floki, conosciuto per le navi resistenti e di ottima portata. La piccola spiaggia pullulava di longships e drekar in costruzione, di uomini e donne che trasportavano legna, corde e grandi vele.

Tutte quelle persone avevano dato modo a Floki di prendersi una piccola pausa e pensare quindi al progetto commissionatogli da Ivar, permettendogli di sviluppare un'idea geniale, a detta di Hylde.

Lavorarono a quel progetto durante tutta la prima parte della giornata e riuscirono a completarlo perfettamente, dopo le numerose interruzioni date dalla tempesta di neve.

Dopodiché Hylde si prese del tempo per svolgere delle commissioni per conto di Helga al mercato cittadino, il quale era cresciuto considerevolmente, con l'arrivo a Kattegat delle numerose delegazioni scandinave.
Quel luogo brulicava di persone e caos, i commercianti provenivano da ogni dove e vendevano cibi, bevande e prodotti di ogni genere, cose che emanavano profumi coinvolgenti. Clienti e curiosi affollavano le bancarelle ed i carretti pieni di merce interessante, accalcandosi e contribuendo a creare quell'ambiente così caotico.

Un gruppo di ragazzini attraversò di corsa gli angusti spazi tra un banco e l'altro, così uno di loro inciampò, cadendo a terra e procurandosi un taglio sulla coscia. Probabilmente era caduto su un sasso smosso ed appuntito.

Quando vide il sangue, il ragazzino strillò, preso da panico, sotto lo sguardo attonito degli amichetti e delle persone lì vicino, che si erano chinate su di lui, per controllarne le condizioni.

Istintivamente, Hylde si precipitò verso di lui, facendosi largo tra la folla. Gli parlò con voce calma e rassicurante: «Ciao! Stai tranquillo, sono qui per aiutarti.». Gli spostò i lembi strappati dei pantaloni, scoprendo una ferita non particolarmente grave, ma profonda.

Lui smise di urlare, ma continuò a singhiozzare per il dolore.

Hylde gli accarezzò i capelli e gli chiese, per distrarlo: «Come ti chiami?», e lui, tra un singhiozzo e l'altro, rispose con un accenno di titubanza: «Hali.».

«Ciao Hali, io mi chiamo Hylde. Dovrò metterti i punti su questa ferita, ma guarirai perfettamente. Va bene?», spiegò lei con serenità, seguita dal segno di assenso di lui.

Dalla folla, emerse un uomo adulto, ma che non aveva ancora raggiunto la mezza età, chiedendo cosa fosse successo. Era molto alto e possente, con occhi scuri e una folta barba bionda, incuteva rispetto agli abitanti di Kattegat, che si spostavano con reverenza al suo passaggio, liberandogli la strada.

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