Tu lo sai che cosa vuoi?

2K 42 5
                                    

Quando a pranzo controllai il registro la nota era stata tolta, tirai un sospiro di sollievo, ma il senso di nausea per il discorso di Lucia non mi lasciava. Non mi scrisse nulla e io evitai di rincarare la dose.
Fu una giornata noiosa, io ero distratta e mi feci persino riprendere dalla ferrista mentre stavo per prendere una vite fuori dal campo sterile. Ero stanca.
A casa mi feci una doccia e cambiai le lenzuola, sapevano troppo di un'altra. Eliminai le bottiglie di vino, e le calze che aveva dimenticato.
Finalmente mi stesi sul divano a pensare a cosa avrei dovuto fare con Celeste.
Non ebbi molto riposo perché mi suonò a casa alle sette e mezzo. Le aprii, era piuttosto dimessa, lo eravamo entrambe.


"Entra"
"È stata qui ieri sera vero? C'è il suo odore"
"Non pensavo di avere ospite un investigatore privato"
"Che schifo"
"Celeste ti ha tolto la nota cosa vuoi di più?"
"Chissà perché me l'ha tolta... comunque mi ha fatto scusare di fronte a tutti, è veramente una stronza" me la immaginai perfettamente
"Dovevi farlo, mi sembra proprio il minimo"
"Che ipocrite!"
"Per cosa ipocrite?"
"Tu qui a fare non so cosa, la mia precettrice settecentesca e lei a scuola rigida come un palo sempre pronta a fare la morale a tutti e poi guarda un po' che cosa fate"
Il suo discorso mi fece scaldare il cuore ed era un calore così diverso da quello che provavo quando ero con Lucia. Partiva da tutt'altro luogo e invece che spingermi orizzontale mi sollevava a mezz'aria, avrei voluto che potesse sollevare anche lei con me e non volevo illudermi troppo ma forse, forse, era davvero così.
"Se non avessi più del doppio della tua età e non fossi certa che detesti le lesbiche penserei che questa sia una scenata di gelosia lo sai vero?"
"Una scenata di gelosia? Non credo, ho scopato con Francesco anche oggi"
Un brivido mi percorse la schiena
"Quello delle pomiciate o è uno nuovo?"
"Uno nuovo, fa l'università"
"Ah si? Vuoi che lo inviti a cena? Potrei conoscerlo"
Fece una smorfia
"E dov'è, se posso chiedere, che vi siete sollazzati oggi?"
"Nel suo capanno"
"Nel suo cosa?!?"
"Nel suo capanno, cioè tipo una rimessa in un campo su per i colli"
"Tu hai fatto sesso in un capanno in un campo a novembre?" Scandii bene le parole e ogni sillaba mi sembrava scavasse nella mia carne esattamente nel punto in cui il calore che provavo con lei aveva origine
"Tipo... bhe i miracoli del cambiamento climatico"
"Miracoli con l'erba?"
"Sì certo, perché cosa c'è in un campo?" quel suo tono supponente mi dava alla testa, volevo che smettesse di parlarne, volevo cancellare qualsiasi ricordo piacevole di quello schifoso pomeriggio
"Cristo Santo a parte quello che può averti attaccato lui hai controllato di non aver preso zecche o chissà che altro parassita campagnolo?"
"Zecche?"
"Zecche Celeste svegliati dai, nell'erba alta ci sono le zecche e visto che è davvero caldo ancora potrebbero esserci" 
"Non... non ci avevo pensato"
"Complimentoni per la scelta del cavaliere, in un capanno, anzi magari proprio sull'erba! Che romantico!"
Diventò rossa ed era preoccupata. Forse l'avevo fatta un po' più grave della realtà, era piuttosto improbabile, ma io ero davvero infuriata e non volevo che lei lo rifacesse, mai più. Oddio non solo in un campo... che non lo rifacesse proprio
"Adesso ti fai la doccia per bene poi ti controllo le zecche e poi ti punisco"
Non disse niente, andò in bagno e tornò rivestita.


"Spogliati"
"No"
Mi alzai dal divano, ero più alta di lei, le presi i capelli e glieli raccolsi in una coda, la tenni per quella mentre le facevo piegare la testa indietro.
"Spogliati immediatamente!" Le ringhiai.
Fui convincente perché in un attimo era nuda nel mio salotto. Pensai a cosa avrebbe detto Lucia, non sarebbe stata affatto contenta. Lucia... ma l'idea di lei non mi pesava, non quanto avrebbe dovuto, e non faceva differenza che la ragazzina davanti a me fosse vestita o nuda. Lucia rispetto a Celeste, nella mia mente, restava un passo indietro, restava al suo posto e questo, oh sì, questo era un problema. Un brutto problema! E Celeste era bella da morire ed era nuda davanti a me e io sapevo che era andata con qualcuno solo poche ore prima che arrivasse lì, nel mio salotto, e mi faceva impazzire, la volevo soltanto per me.
Rimase in piedi a guardarmi
"Mi fa schifo quando mi guardi così"
"Come dovrei guardarti?"
"Sembra tu stia pensando a come tagliarmi a pezzi" mi venne da ridere, non poteva essere più lontano dalla verità
"Non era quello a cui stavo pensando"
"Se guardi lei così magari si eccita" sentirla gelosa mi faceva stare bene, davvero bene, la provocai
"Celeste vuoi sapere come guardo la tua professoressa nuda per farla eccitare?"
Deglutì diventando rossa, ma aveva i capezzoli dritti e non ero certa fosse per il freddo.
"Siete malate"
"Io spero non lo sia tu per una puntura di zecca"
"Dai guardami!"
Mi avvicinai a lei, le presi una mano e le sollevai il braccio, lo accarezzai per sentire se non ci fosse qualcosa che mi era sfuggito alla vista, lo feci anche con l'altro. Mi portai al centro sulle sue spalle e scesi. Cercava di rimanere immobile ma il suo petto si sollevava, prima di arrivare proprio con la mano sul suo seno cambiai direzione ed evitai scendendo sulla sua pancia. La feci girare e le passai le mani lungo la schiena, era immobile, scesi sui fianchi, sulle natiche e la sentii irrigidirsi, scesi lungo le cosce, dietro le ginocchia, lungo i polpacci. Si vedeva ancora un leggero livido di una frustata.
Tornai sui suoi glutei non riuscivo proprio a resistere li scostai un po'. Vedere le sue zone sensibili così frementi mi mozzò il fiato. Era rigida, ma non oppose resistenza, diedi un'occhiata veloce. La feci girare ed ero ancora abbassata di fonte a lei. Mi ritrovai con la faccia all'altezza del suo sesso, cercai di rimanere impassibile. Le passai le mani dai fianchi lungo le cosce, le ginocchia, le gambe i piedi. Poi le posai una mano col palmo aperto proprio sulla sua peluria. La mossi un po' e arrivai a sentire il suo clitoride, quando alzai lo sguardo lei aveva gli occhi chiusi e si stava mordendo un labbro. Mi voleva quanto io volevo lei. Mi alzai allontanandomi.
"Sei stata fortunata, non ce ne sono, non farlo mai più"
Annuì
"Dai una controllata anche a lui"
"Non penso di rivederlo"
"Voglio sapere perché?" le chiesi dubbiosa, lei ci pensò su un po'
"Non mi è piaciuto... è venuto subito"
"Penso sia il rischio dei maschietti no?"
"Mhh" era rossa, voleva provocarmi ma non ci riusciva.
"Spero tu usi sempre il preservativo"
Sospirò "sì fa schifo"
"Ti fanno schifo troppe cose, il sesso non dovrebbe farti schifo"
Le uscì un mugolio strozzato, continuai
"Dovrebbe essere piacevole..."
Ma fu lei a troncare il mio giochetto
"Dai puniscimi così posso tornare a casa"
"Non credo che tornerai a casa presto stasera"
Spalancò gli occhi e strinse i pugni. Mi avviai in camera da letto e mi seguì senza dire niente.
"Starai ferma o devo legarti"
"Sto ferma"
Mi sedetti sul bordo del letto
"Vieni qui sopra" il suo petto si sollevò veloce e mi si avvicinò, la presi per la coda e le feci capire come doveva stendersi. L'avevo sulle ginocchia. Le tenni i capelli e le assestai una sculacciata. Non disse niente e non si mosse, teneva le gambe serrate. Gliene diedi un'altra.
"Contale, ti sei già dimenticata?"
Mugolò qualcosa, le diedi la terza.
Biascicò un tre, poi un quattro, un cinque, quando arrivai a dieci gemeva. Era rossa e le gambe rimanevano strette... sospirava.
Scesi lungo la piega dei glutei e le scostai un po' le cosce. Fece resistenza, insistetti, quando le allargò vidi come era bagnata, lucida di desiderio. Le passai la mano sopra e come immaginavo si spinse verso di me. La sculacciai di nuovo, non contò e per punizione gliene diedi un altra. Con la punta dell'indice tornai tra le sue labbra, mi venne incontro e feci appena in tempo a spostarmi prima di scivolare in lei.

EducazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora